Palermo, estate 2011: in questa lunga estate calda, che sta lentamente terminando, c’è una storia che ha commosso molti palermitani e che ha innescato una bella gara di solidarietà. Il cane protagonista è Tao, un setter scoperto da un passante in un cassonetto dei rifiuti, all’interno di un sacco: il cane era in fin di vita, ridotto così miseramente da apparire come uno scheletro ricoperto di pulci e di piaghe.
Il passante decide di aiutare il cane, lo tira fuori dal sacco e gli offre le prime cure per salvalo: poi dentro al sacco trova un bigliettino, scritto con ogni probabilità da un bambino o da una bambina. I vigili urbani allertati dal passante hanno caricato il cane sulla loro automobile e l’ hanno trasportato al canile municipale. Visitato dai veterinari dell’asl locale Tao è parso ancora abbastanza vitale e se non in buona salute per lo meno in via di guarigione: viene affidato alle cure di Alessandra Mussa della Lega italiana diritti animali.
La storia di Tao viene postata su Facebook e grazie al tam tam ha inizio una straordinaria gara di solidarietà: i volontari del canile ricevono sia moltissime richieste di adozione ma anche una gran quantità di fondi da destinare sia a coprire le spese per le cure che per gli accertamenti del caso, tanto che in pochissimo tempo vengono raccolti ben più di mille euro. I volontari hanno dichiarato tutta la loro commozione ed il loro ringraziamento ai generosi sottoscrittori che hanno aiutato Tao e tanti cani soli.
Ma il biglietto anonimo trovato nel sacco insieme al cane? E’ stato tenuto dai volontari e vi è scritto, con grafia ritenuta infantile, semplicemente e dolorosamente Ti amo. Poichè la grafia è infantile, si può supporre che nella famiglia dove Tao è stato sottoposto a tante terribili crudeltà sia stato e sia ancora presente un bambino o una bambina o comunque un essere umano contrario all’abbandono ed alle violenze ma impossibilitato a intervenire.
Forse il bambino o la bambina in questione è stato testimone delle violenze subite da un animale verso il quale, seguendo i propri sentimenti e la propria naturale empatia, un bambino si sentiva affettivamente legato: forse le violenze di chi osa ridurre così un cane ben potrebbero riversarsi anche su un altro essere innocente, come appunto un minore. Fonte Corriere.it Foto Anne Geddes