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Sindrome di autodeplumazione negli uccelli: cos’è e come curarla

La sindrome di autodeplumazione è il comportamento per cui gli uccelli, in genere i pappagalli, tendono a strapparsi le piume, danneggiandone il normale sviluppo; in alcuni soggetti, l’audeplumazione può degenerare in manifestazioni automutilatorie, dovute alla lacerazione della cute e dei tessuti da parte del becco.

Le cause che portano all’audeplumazione sono diverse, in quanto non esiste un solo fattore che la determina. Generalmente, tra le cause più frequenti di questo fenomeno ci sono la presenza di parassiti esterni che costringono il volatile a grattarsi e a beccarsi, oppure dermatiti cutanee in corso di origine sia batterica che virale, malattie interne come le diverse patologie epatiche; anche i fattori psicologici possono spingere il pappagallo ad autodeplumarsi, come lo stress causato da gabbie troppo strette o un cambiamento delle loro abitudini.

Non da meno sono da considerare eventuali disturbi del comportamento sessuale che li portano a strapparsi le penne, o l’impossibilità di accoppiarsi perché sono soli. Infine, anche le carenze alimentari possono causare fenomeni di autodeplimazione, come l’insufficienza di vitamina A causa una serie di problemi che inducono il prurito.

Considerate le diverse cause che possono causare la sindrome di autodeplumazione, per ottenere una diagnosi accurata sono necessarie diverse analisi, come l’esame batteriologiche delle feci, quello della cute, una serie di radiografie e altre indagine per escludere la presenza di malattie sistemiche. Solo dopo il risultato negativo di tutte le analisi si potrà diagnosticare un problema di disturbo comportamentale nel volatile.

Proprio per la varietà di cause e di esami da effettuare è difficile indicare una terapia generale da far seguire all’animale che si autodepluma; una volta individuata la causa del fenomeno è necessario procedere con cura mirata alla risoluzione del problema.

Se la causa riguarda un disturbo comportamentale, la cosa migliore da fare è stressare il meno possibile il volatile, come ad esempio acquistargli dei giochi o una gabbia più grande e coinvolgerlo nella vita famigliare, magari sistemando la gabbia in un luogo più centrale della casa.

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