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Il giardiniere costa troppo? Ci pensano le pecore

PecoreCredevate di averle sentite e viste tutte? Vi sbagliate, 1.200 pecore sono state assunte nel varesotto al posto dei giardinieri con l’annoso compito di tosare l’erba.

Il datore di lavoro è una grande azienda, lo stipendio lo offre la natura, infatti verranno ricompensate con una buona razione di erba, un metodo per unire l’utile al dilettevole. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Coldiretti e Whirlpool, che ha deciso di assumere il gregge nello stabilimento di Cassinetta di Biandronno per rasare i cinque ettari di prato che circondano la fabbrica.

La natura al servizio dell’uomo, una pratica che viene usata anche nel Parco delle Cinque Terre, nota meta turistica in Liguria. Una tecnica naturale per tagliare l’erba senza ricorrere alle macchine falciatrici e alla manodopera dell’uomo.

L’associazione degli agricoltori vede di buon occhio questa iniziativa etichettando le lavoratrici in “falciatrici a impatto zero”, e l’allevatore è fortemente soddisfatto vista la disponibilità di un pascolo a fronte di una progressiva riduzione degli spazi verdi e del risparmio ottenuto cibando il gregge come la natura vuole.

Impatto ambientale ed economico visto che utilizzando le pecore si riesce a ridurre l’uso di carburante, inquinando anche meno favorendo l’integrazione tra l’industria e le attività agricole e di allevamento. “Si tratta di una alternativa moderna alla transumanza – spiega la Coldiretti a LaZampa – che per secoli ha caratterizzato l’allevamento delle pecore ma che ora è resa difficile dall’urbanizzazione che ha drasticamente limitato le aree libere al pascolo”.

Come possiamo notare i prati sono luoghi spesso dimenticati e lasciati ad una triste fine, eliminati tutti i pascoli ne hanno risentito prati e sottobosco che, diminuendo drasticamente, hanno provocato degrado ambientale facendo diminuire notevolmente lo sviluppo naturale della vegetazione aumentando il rischio di incendi che, con la stagione estiva, è in netto aumento. “In Italia – conclude la Coldiretti – si contano ben 70mila allevamenti di pecore che stanno vivendo in molti casi una difficile situazione di crisi a causa dell’aumento dei costi di produzione e del prezzo del latte che viene sottopagato agli allevatori”.

Una buona idea che troverà sicuramente spazio in altre realtà, la natura ha proprio pensato a tutto.

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