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Randagi: condizioni di vita difficili

Forse mai come adesso per i cani randagi la vita è stata così complessa. In realtà non sono soltanto agenti esterni come il freddo, la fame e le malattie a gravare sulla tranquilla esistenza degli amici a quattro zampe ma, soprattutto, neanche a dirsi, gli esseri umani. Quegli stessi individui che chiedono coccole e affetto incondizionato, senza poi essere in grado di ricambiare.A cominciare dalla Spagna dove ci sono ancora le “perreras”, cioè “canili”, si fa per dire, dove cani e gatti vengono sistemati in attesa di essere soppressi in un vero e proprio inferno sulla terra.
La detenzione dura circa dieci giorni se sono gli stessi proprietari a richiederne un simile intervento, altrimenti non è raro che possano morire di fame in condizioni incredibili. Accatastati l’uno sull’altro, sembrano indistinguibili rifiuti gettati in strada e non meravigliose creature che meriterebbero ben altro dalla loro esistenza.
La Spagna, nonostante in tutto il mondo le proteste continuino, tenta di risolvere in questo modo la lotta al randagismo ma probabilmente presto tale situazione potrebbe cambiare. Del resto, le cose non vanno meglio in America, dove le regole sono simili, anche se i canili sono realizzati in versione più dignitosa.
Qui di solito, infatti, non mancano igiene, cure, spazi adeguati e soprattutto cibo per tutti. Questo non vuol dire che si tratti di una sorta di albergo e che non vivranno di stenti per qualche giorno prima di fare una brutta fine. Ancora, in alcuni paesi del globo, spesso arabi, i cani vengono spesso ritrovati morti agli angoli delle strade perchè uccisi in quanto ritenuti esseri non proprio al massimo della pulizia. Francamente oggi in un mondo dove il livello di civiltà e cultura sono cresciuti, l’istruzione è riservata a tutti e la sensibilità umana libera di esprimersi, una situazione del genere è insostenibile e le cose devono assolutamente cambiare subito.

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