Animali “a dieta” a causa dei cambiamenti climatici

animali e clima

I repentini cambiamenti climatici farebbero cambiare la dieta degli animali; a sostenerlo è una ricerca condotta dal Dottor Yoram Yom-Tov dell’Università di Tel Aviv, che ha osservato quali strategie adottano gli animali per sopravvivere alle nuove temperature. Secondo il Dottor Yom-Tov:

“Le popolazioni di animali in diverse aree geografiche si stano adattando ai cambiamenti di temperatura scegliendo la propria strategia, soprattutto “a tavola”.

Qualche esempio? Le volpi e le linci della Scandinavia si sono dovute mettere a “dieta ferrea”, a causa dell’innalzamento di 3 o 4 gradi della temperatura della zona sub-polare, in quanto corpi più piccoli permettono di dissipare il calore e di affrontare meglio l’aumento di temperatura, anche perché esso ha modificato la disponibilità di cibo. Scelta opposta per i piccoli roditori dell’Alaska che invece hanno optato per una “dieta ingrassante” che aumentasse la loro massa corporea, in quanto gli inverni più cali permettono un maggiore disponibilità di cibo.

European Pet Night 2010

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Il 24 febbraio a Bruxelles si terrà l’European Pet Night 2010, che qust’anno avrà il titolo We Care: si tratta di un’occasione unica per celebrare i nostri amici animali e per ricordare il grande contributo alle persone ed alla società. La manifestazione si terrà presso la sala membri presso la sede del parlamento europeo in Belgio dalle ore 18.30 alle 20.00 circa.

La serata sarà inaugurata e presentata da Caroline Lucas, membro del parlamento europeo, presidente del gruppo parlamentalre per la conservazione ed il benessere degli animali e dal dottor Horst Schnellhardt, membro del parlamento europeo settore ambiente, pubblica salute e salute alimentare.

L’European Pet Night è giunta alla sua quarta edizione e prevedere l’intervento di una organizzazione di partner denominata appunto They Care che include al suo interno la Federazione per la salute degli animali, Eurogroup per gli animali, la Federazione internazionale per la salute degli animali, ed il Dipartimento di polizia canina del Belgio.

Prendersi cura di un gattino rimasto orfano

svezzamento gattinoChe si tratti di un gatto randagio salvato dalla strada, piuttosto che del micio della vostra gatta scomparsa, prendersi cura di un gattino rimasto orfano non sempre è facile. Più sono poche le settimane di vita e più arduo si fa il compito. In alcuni casi, può anche capitare che la madre non sia morta ma che abbia sviluppato complicazioni, malattie o debilitazione, o ancora ghiandole mammarie infette, o insufficienza negli eccipienti nutritivi del latte materno. In ogni caso, se il micio è troppo piccolo per alimentarsi da solo dovremmo provvedere noi alla sua nutrizione e allo svezzamento.

Se avete un’altra gatta fertile, non dovrebbe essere difficile farle adottare il micio rimasto orfano. A me è addirittura capitato che una cucciolata venisse allattata da ben due mamme-gatto che si alternavano, di cui una aveva perso i suoi cuccioli e dirottato il suo amore materno verso quelli altrui. Se invece non avete altre gatte a disposisione, non vi resta che provvedere voi stessi, avvalendovi del consulto del veterinario, sugli orari di somministrazione del latte, le modalità e le quantità, tutto rapportato all’età del micio, alla sua costituzione fisica e alla situazione clinica.

Neve a Roma molto gradita dagli animali del Bioparco

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L’inverno rigido di quest’anno, ha portato neve a bassa quota e persino a Roma, dove per qualche attimo i cittadini hanno visto le strade ricoperte di un sottile manto bianco, discoltosi però in brevissimo tempo. Eppure quelle poche ore di freddo eccezionale, hanno fatto felici non solo gli abitanti non abituati a vedere la Capitale vestita di bianco, ma anche gli animali del Bioparco di Villa Borghese, apparsi subito gioiosi e ben disposti al gioco. Le tigri siberiane, ad esempio, ma anche i macachi del Giappone e i bisonti, abituati ai climi secchi e freddi, sono usciti fuori a godersi questo gradito fuori programma e hanno aspettato che i fiocchi smettessero di cadere, prima di rientrare nei loro rifugi al calduccio.

Cani e gatti vittime di incidenti domestici, l’allarme dell’Aidaa

animali domesticiUna casa a prova di cane, un appartamento a misura di gatto. Abbiamo parlato spesso di come rendere sicura la nostra abitazione per gli animali domestici. Sono sufficienti poche semplici regole, quelle tra l’altro dettate dal buon senso, per salvare la vita ai nostri pets. Levare le piante tossiche e i detersivi dalla loro portata, non lasciare balconi aperti quando il gatto è da solo in casa e non potete controllarne i movimenti, proteggere i cavi elettrici con gli appositi copricavo e così via discorrendo.

Tuttavia, malgrado le raccomandazioni siano davvero semplici da seguire, ci si dovrebbe regolare un po’ come si farebbe per una casa a prova di bambino, non sempre si riesce a tenere la situazione sotto controllo e ogni anno ne fanno le spese centinaia di animali domestici, vittime di incidenti causati dalla nostra disattenzione e trascuratezza.

Amici animali, il freddo è arrivato anche per loro

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Il grande freddo è arrivato e siamo certamente nel periodo dell’anno in cui le temperature sono più rigide; ma mentre noi ci copriamo di più e affrontiamo la stagione con serenità, per i nostri amici a quattro zampe non sempre è così semplice. Gli sbalzi di temperatura, infatti, creano dei disagi a quasi tutte le specie e, qualche volta, non basta la pelliccia che la natura ha fornito loro a farli riscaldare. E’ anche vero però che ognuno ha il suo limite di sopportazione: ad esempio, un animale domestico grande e giovane sarà in grado di temere di meno le oscillazioni della colonnina di mercurio, rispetto ad uno piccolo e anziano.

Pesci rossi come premio: multato

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A Venezia pochi giorni fa un giostraio è stato multato per aver detenuto dei pesci rossi dentro alle bocce di vetro, considerate troppo anguste per il corretto e naturale movimento dei pesciolini: il giostraio gestisce una piccola bancarella con un gioco a premi in Riva dei Sette Martiri, la cui modalità è simie a quella di un tiro a segno con delle palline nelle bocce dei pesci.

Tuttavia i vigili urbani che eseguivano un controllo sulle postazioni, hanno considerato quelle bocce davvero troppo piccole per i pesci e, in applicazione del nuovo regolamento comunale di igiene veterinaria, hanno multato l’uomo di circa 50 euro. Soddisfatti gli animalisti, per i quali anche questi piccoli gesti possono contribuire ad una maggiore sensibilità e civiltà nei confronti degli amici animali.

In base al recente regolamento sul benessere degli animali stilato appunto dal Comune di Venezia, é infatti vietato non l’uso di acquari sferici ma anche la consegna di animali in premio: tutto ciò ovviamente per far si che l’animale non diventi una merce di scambio o un fine ultimo attraverso il quale arricchirsi. La giostra multata, che aveva già avuto l’autorizzazione prima dell’emanazione del nuovo regolamento comunale, potrà continuare la sua attività ma solo dopo aver disposto una sistemazione più rispettosa della vita dei pesci, oppure sistemando gli stessi in un acquario squadrato di dimensioni maggiori.

I gattofili sono persone intelligenti

gattofili intelligentiI gattofili sono persone intelligenti. O almeno in linea di massima sembrerebbe così. Stando a quanto riporta un recente studio effettuato nel Regno Unito chi possiede un felino in casa è più colto e soprattutto più impegnato rispetto a chi possiede un cane. A giungere a questa conclusione un gruppo di ricercatori del Department of Clinical Veterinary Science, della University of Bristol, in Inghilterra, coordinati dal dottor Murray. La ricerca è stata pubblicata dal Veterinary Record.

L’indagine, che ha coinvolto un campione casuale di 2.980 famiglie nel Regno Unito nel 2007, ha fatto emergere che il 26 per cento delle famiglie possedeva almeno un gatto, il 31% un cane. Tra gli intervistati, a possedere animali domestici, ovviamente aggiungiamo noi, erano soprattutto coloro che vivevano in case dotate di giardino. Da questo sondaggio è emerso, come anticipavamo ad inizio articolo, che le famiglie più colte, con membri laureati e impegnati intellettualmente, erano anche quelle che possedevano un gatto piuttosto che un cane.

Gli asini panteschi diventano operatori ecologici

asino“Lavorare come un mulo”: un tempo la saggezza popolare esprimeva così le fatiche quotidiane che gli uomini dovevano affrontare quotidianamente per sfamare la propria famiglia. Oggi quel detto è assolutamente attuale, visto che agli asini panteschi, ennesima specie in via d’estinzione, è stato affidato un compito davvero particolare: quello di operatori ecologici. In tempi di crisi, insomma, si rischia di vedersi portar via anche questo tipo di impiego, addirittura dalla specie equina da sempre snobbata a favore dei più agili cavalli e impiegata principalmente come aiuto in campagna. La polemica non è tardata ad arrivare, le associazioni animaliste sono insorte per scongiurare eventuali sfruttamento o maltrattamenti, ma per gli asini dell’isola siciliana di Pantelleria, al momento, il compito principale è quello di adoperarsi per la raccolta differenziata all’interno all’interno del Parco delle Madonie, nel comune di Castelbuono, in provincia di Palermo.

Il gatto Devon Rex

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La razza di gatto Devon Rex è nata nel 1960 in Cornovaglia per una mutazione spontanea che si è verificata in una cucciolata di Cornish, nella quale un gattino nacque con orecchie grandi simili a quelle di un pipistrello e il pelo riccio; in seguito furono tentati degli incroci ma nessuno dette egli esemplari simili a quello del gattino della cucciolata di Cornish, e per questo le due razze sono riconosciute separatamente. Esistono molte razze che presentano anomalie nel mantello e sono identificabili con il suffisso rex, che indica proprio la differenza della struttura del pelo.

Il responsabile del mantello del Devon Rex è un gene recessivo che permette la contemporanea presenza di tre tipi di pelo arricciati al punto da risultare una pelliccia corta e ondulata. Fisicamente possiede enormi orecchie, muso corto e triangolare e occhi grandi, corpo minuto ma piuttosto muscoloso e dotato di un’innata eleganza. La coda è lunga è ricoperta di pelo, il mantello è corto, ma arricciato e ondulato, e uniforme su tutto il corpo; sono ammessi tutti i colori e anche le diverse sfumature.

Il Devon Rex è un gatto molto affettuoso e tranquillo che ama stare in casa al caldo ed essere coccolato; è il gatto ideale per chi passa molto tempo in casa, in quanto è adattissimo alla vita di appartamento, e si affeziona tanto al padrone; gli piacciono i bambini e ama giocare con loro.

Carnevale a quattro zampe

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Siamo entrati nel periodo del carnevale, un periodo di festa e maschere al quale anche i nostri amici a quattro zampe possono partecipare, attraverso delle linee di abiti studiati apposta per loro. Gli abiti per cani sono diventati negli ultimi anni un vero e proprio must, irrinunciabili per molti: colorati, di fogge diverse, tessuti morbidi e leggeri che non li ostacolano nei normali movimenti.

Nonostante i nuovi abiti per animali siano studiati e relizzati per rispondere alle esigenze dei nostri amici a quattro zampe, è importante ricordare che si tratta pur sempre di una costrizione, per cui è bene non esagerare e far si che il cane tenga il vestitino per una o massimo due ore.

Del resto la moda del costume per animali è sbarcata perfino in Brasile dove pochi giorni fa sulla spiaggia di Copacabana centinaia di cani e gatti mascherati sono stati portati a passeggio sotto il sole di Rio de Janeiro dai loro padroni, addobbati spesso in maniera tematica.

Io e il mio amico cane, diritti degli animali e doveri dei cittadini a Torino

educazione cinofila torinoo e il mio amico cane. Questo il nome del progetto che vede unite la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Questura e la Asl Torino 1. Una campagna di sensibilizzazione di massa a quelli che sono i diritti fondamentali dei nostri amici a quattro zampe e i doveri dei cittadini. Coscienza civica e amore per gli animali, infatti, non devono più essere considerati atteggiamenti disgiunti, bensì procedere nella stessa direzione, quella di garantire il benessere dei cani, da un lato, e la sicurezza dei torinesi, dall’altro.

L’iniziativa nasce per via del gran numero di aggressioni dovute proprio ai cani nella città di Torino: circa 350 all’anno gli episodi di morsicamenti ai danni di bambini al di sotto dei dodici anni di età (il 12% circa del totale), perlopiù nell’ambiente familiare (il 34, 7% dei casi). La causa delle aggressioni è imputabile non certo al brutto carattere del cane, bensì ad una scarsa educazione cinofila. Da qui è nata l’esigenza di informare i torinesi di quali sono i propri doveri in quanto proprietari di cani e in quanto cittadini proprietari di cani.

Il prurito nel cane

prurito nel cane

Il prurito è una sensazione che viene percepita quando l’intensità dello stimolo supera il limite massimo di tolleranza, o soglia del prurito (S.D.P.). La soglia del prurito non è uguale per tutti ma varia a secondo dell’animale; ad esempio, in un cane in cui la S.D.P. è bassa, uno o due stimoli sono sufficienti ad indurlo a grattarsi e a mordersi, mentre in uno in cui la S.D.P. è alta, il prurito viene percepito in forma lieve. Inoltre, alcuni fattori esterni come lo stress, la noia e la secchezza cutanea, possono amplificare la sensazione di prurito e indurre il cane a grattarsi.

Il prurito nel cane può essere dovuto a dermatiti parassitarie, ad allergie  alimentari, nel caso in cui l’animale abbia più di sei mesi, e di dermatite atopica, che si sviluppa tra uno e tre anni. Un fattore importante da valutare è da quanto tempo è presente il prurito; quello cronico e costante è indice di malattie allergiche, più che di infestazioni parassitarie. 

Orrore in Manciuria: animali vivi dati in pasto alle tigri

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L’ignoranza e la stupidità dell’uomo non hanno eguali: la cronaca quasi quotidianamente ci sottopone persone che maltrattano animali, li abbandonano, li seviziano, ma questa volta pare proprio che si sia toccato il fondo. In Manciuria, una regione confinante con Russia e Cina, per attirare i turisti si è deciso di proporre un nuovo passatempo che ha ovviamente per vittime gli animali: con pochi euro si può acquistare un animale vivo e darlo in pasto ad una tigre, la quale, ascoltando il suo istinto primordiale, non potrà fare altro che ucciderla.

Lo chiamano live feeding, concepito per dare emozioni forti ai turisti dello zoo di Harbin: i turisti sono chiusi in un autobus o in una specie di tunnel coperto, dal quale sarà possibile vedere il povero malcapitato sbranato e mangiato dalla tigre, incitata dalla folla. È chiaro che dopo mesi e mesi di pratiche di tale tipo le tigre sono ben consce di ciò che le aspetta: sanno che un buon pasto è pronto per loro appena arrivano i camioncini carichi di turisti.

Dalle galline, acquistate per soli 4 euro, fino a vitelli e capre per un centinaio di euro: il tariffario è vario e alla portata di tutti, anche perchè è possibile suddividere il prezzo dell’animale tra i turisti. La vita di un animale dunque diventa una mera merce di scambio, un pasto frugale per un animale forte, un predatore: la sopravvivenza e l’istinto di caccia appartengono alla tigre da anni, non si vuole certo impedire che la natura faccia il suo corso.