Home » News » L’Inghilterra dice no ai beagle di Green Hill

L’Inghilterra dice no ai beagle di Green Hill

Beagle Green Hill

Buone notizie per gli amici animalisti che leggono Tutto Zampe, dall’Inghilterra arriva un nuovo impedimento “tecnico” per la multinazione che specula sugli animali adibiti alla sperimentazione, Marshall,  che, dopo le instancabili proteste sull’insediamento specializzato nell’allevamento di cani beagle per la sperimentazione biomedica presente sul territorio italiano – più precisamente a Montichiari (BS)si vede sbattere la porta in faccia da parte del Consiglio Comunale di Hull nell’ East Riding of Yorshire, in Inghilterra.

La notizia è stata diramata dal Coordinamento Fermare Green Hill che ci aggiorna riguardo la base operativa della Marshall, Green Hill, in provincia di Brescia. Marshall voleva essere maggiormente presente sul territorio raddoppiando la “produzione” di cani, per fortuna le autorizzazioni non arrivarono ritorcendosi negativamente nei confronti della potente multinazionale americana dei beagle e dei furetti.
Per chi non lo sapesse i furetti sono destinati sia al mercato dei pets, animali domestici, sia per la viviszezione.

Così l’azienda ha spostato il suo interesse verso un’altro territorio europeo: l’Inghilterra. Gli animalisti di National Anti-Vivisection Alliance iniziarono a diffondere la voce negativa riguardo Green Hill proprio citando gli animalisti italiani, un vanto visto che generalmente sono gli animalisti inglesi, famosi in Europa, a dare il via a campagne di sensibilizzazione.

I politici locali inglesi si sono visti recapitare nelle caselle e-mail migliaia di lettere di protesta, di cui molte provenienti dall’Italia, al Coordinamento Fermare Green Hill. Gli abitanti del posto hanno donato un pulmino per iniziare il volantinaggio a dimostrare quanto era sentito il dissenso contro questa pratica che toglie la vita a poveri animali indifesi.

Finalmente è arrivata la notizia, una buona notizia: il Consiglio Comunale ha espresso il primo no. Così da bloccare l’ampliamento della strada di accesso che non risulta in regola per l’enormità dei capannoni che la Marshall si apprestava a costruire.

La guerra contro queste nazionali portatrici di morte è ancora lunga ma va combattuta, questa ne è una dimostrazione.

Fonte

Lascia un commento