Il granchio rosso o Gonioinfradens giardi sta pian piano popolando i nostri mari in maniera incontrollata, rappresentando un nuovo problema per l’ecosistema marino nostrano.

Dove è stato trovato il granchio rosso
Parliamo di una specie di crostaceo originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano che fino a poco tempo fa si incontrava solo nell’est del bacino mediterraneo. La sua recente individuazione nelle acque della Sicilia sud-orientale, a Portopalo di Capo Passero rappresenta il punto più occidentale finora documentato della presenza di granchio rosso nei nostri mari. Segno che non si tratta di un fenomeno isolato ma un processo di espansione già in corso.
Il ritrovamento è stato possibile grazie al lavoro degli studiosi del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, in collaborazione con pescatori locali coinvolti in un progetto di “citizen science”.
L’esemplare di granchio rosso identificato è una femmina catturata ancora viva con una rete da posta a circa dieci metri di profondità, poi analizzata morfologicamente dagli esperti. Secondo i ricercatori, la specie potrebbe essere “già più diffusa di quanto si immagini”. Semplicemente perché è facilmente confondibile con altri granchi della stessa famiglia se non si osservano i dettagli anatomici specifici.
La presenza di granchio rosso in Italia è un esempio emblematico di “invasione biologica marina”: un fenomeno che sempre più spesso vede specie tropicali spingersi verso nord e ovest nel Mediterraneo. Questo spostamento verso nuove aree è favorito da diversi fattori come il riscaldamento delle acque dovuto al cambiamento climatico, la facilitazione del passaggio attraverso il Canale di Suez e il traffico marittimo internazionale. Qualcosa che può favorire il trasporto di organismi in diverse parti del mondo.
Conseguenze rilevanti su ecosistema

Dal punto di vista ecologico, l’ingresso di una nuova specie come il granchio rosso può avere conseguenze significative e imprevedibili. Un organismo che non è parte dell’ecosistema locale può competere con le specie autoctone per le risorse. E quindi predare organismi che non hanno sviluppato difese specifiche o modificare catene alimentari e dinamiche.
Se pensiamo a quella che è stata e che è l’esperienza con il granchio blu del Mar Rosso, sappiamo come tali specie possano alterare profondamente la fauna marina, danneggiare attività economiche come la pesca e l’acquacoltura e richiedere costanti sforzi di monitoraggio e controllo.
A ogni modo come si riconosce questo crostaceo? Esso si distingue per il colore tendente al rossastro e per la sua capacità di adattarsi a diversi habitat costieri, incluse praterie sommerse e fondali sabbiosi. Pur essendo ancora presto per delineare con precisione l’impatto ecologico e socio-economico della sua presenza in Italia, è bene iniziare fin da subito a fare attenzione.