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Focus annuncia che cani e gatti inquinano più di un Suv

Sembra impossibile, eppure è vero: cani e gatti inquinano e mantenerli oltre che costoso, potrebbe avere un forte impatto sull’ambiente. Ovviamente questo non è un invito a non allevarli, anche perchè molto spesso sono in grado di rallegrare la vita delle persone e migliorarla, nonchè di dare tanto affetto, però è vero che tenere in casa ad esempio un cane può portare ad avere consumi elevati, come se si accendesse in continuazione un Suv. Lo conferma la rivista Focus, che attualmente è in edicola con il suo nuovo studio. La rivista diretta da Sandro Boerio, infatti, parla proprio di una osservazione portata avanti a seguito di una ricerca neozelandese, che ha messo in luce il fatto che per nutrire un cane di media taglia sono necessati 164 kg di carne e 95 kg di cereali ogni 365 giorni. A livello ecologico tutto questo significa circa 0,84 ettari di terreno, se parliamo ad esempio di un Suv, invece lo stesso dato si trasforma in 0,41 ettari. In pratica con tale stima, si conta la sua costruzione e la guida per diecimila chilometri all’anno.

In questo modo si scopre che quello che è considerato il migliore amico dell’uomo inquina moltissimo anche più delle automobili, senza contare che dalla ricerca è stato pure confermato che il suo impatto supera pure quello di molte nazioni. L’impronta ecologica media dell’Asia, addirittura, è di circa 0,8 ettati e, quindi, è chiaro che per mantenere in salute cani e gatti e per acquistare ogni accessorio necessario al loro sostentamento, si ottiene un interessamento ambientale che supera anche una fetta di umanità.

Se parliamo, nello specifico, di mici, allora ci avviciniamo in tal senso al consumo di una vettura di piccole dimensioni, con una cifra che raggiunge lo 0,15 per cento di ettari. Tale spreco di energia e risorse è dovuto all’economia industriale che si ripercuote sugli animali da compagnia in particolare. Un esempio calzante è dato, ad esempio, dagli allevamenti intensivi di carne rossa per i cani di grossa taglia, dagli impianti di produzione di cibi per gatti e piccoli animali domestici, dallo smaltimento di rifiuti come lettiere e ciotole, non tutte biodegradabili e via dicendo.

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