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Trentasei cuccioli stipati in macchina, denunciato

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Viaggiava per la penisola con un numero di cuccioli stipati in macchina, precisamente alcuni rinchiusi nel bagagliaio ed altri dentro ad uno scatolone posto sui sedili posteriori di una Renault Clio: gli agenti della polizia stradale della sottosezione di Cassino non potevano credere ai loro occhi quando hanno fermato un mezzo per un controllo e si sono ritrovati davanti agli occhi la scena. In totale i cani trasportati erano 36, tutti di razza tra le quali pincher, bulldog francesi, bulldog inglesi, cocker, labrador, cavalier king, chihuahua e Yorkshire: i poveri animali erano stipati l’uno sull’altro dentro a degli scatoloni, senza la possibilità di muoversi.

Ma non solo, il sovraffollamento e lo spazio ridotto facevano si che i poveri cuccioli avessero anche delle difficoltà a respirare. L’automobilista, di origine slovacca, è stato fermato nei pressi dell’A1 Roma-Napoli per un controllo di routine, e quando gli sono state richieste spiegazioni circa la provenienza dei cani, non ha saputo dire nulla, non era neppure in possesso dei documenti d’origine degli animali o di una certificazione veterinaria del loro stato di buona salute. I cuccioli viaggiavano in due scatole, coperte da un telo, mentre altre due scatole erano posizionate nel bagagliaio, al buio, stretti e senz’acqua.

Le forze dell’ordine hanno immediatamente allertato i veterinari della Asl che hanno provveduto a visitare i cuccioli, il cui valore di mercato oscilla tra i 300 e gli 800 euro ciascuno, e tutti sono stati sequestrati e affidati al canile di Cassino. Al momento lo slovacco è stato denunciato per traffico illecito di animali da compagnia, maltrattamento di animali e violazione di norme veterinarie, l’auto è stata posta sotto sequestro in attesa di accertamenti. Che il trasporto di animali nel bagagliaio fosse un reato è stato da tempo accertato, grazie alla sentenza della Corte di Cassazione, n. 5979/13: speriamo che questi poveri cuccioli possano trovare una famiglia che voglia loro bene e li sappia trattare con dignità.

Fonte: Repubblica

Foto credits: Thinkstock

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