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Cina e la politica del cane unico

Cane cineseVi avevo parlato tempo fa di come la Cina si sta sempre più occidentalizzando capendo l’importanza di un animale domestico, bisogna però comprendere che per una popolazione di 1.336.920.000 (stimata nel 2008) un numero altrettanto alto di cani, magari poi abbandonati, potrebbe portare a seri problemi.

Così mamma rossa ha esteso la legge del figlio unico, che nel 2010 compie 30 anni, anche ai cani regolando il numero massimo di cani posseduti da un nucleo famigliare.

La notizia è di China Daily: “la municipalità di Shanghai sta per lanciare una nuova norma che autorizza il possesso di un solo cane per famiglia.”

La classe media si è innamorata dei cani un tempo considerati oggetti, in Cina si assisteva al lancio del cane, ad uccisioni barbare per mezzo di pale o mazze e, purtroppo ancora ora, alla vendita di carne canina sui banchi dei mercatini locali.

Secondo stime ufficiali i cani considerati pet che abitano il territorio cinese sono “solamente” 800mila, anche se la stima va presa con le pinze visto che l’anagrafe canina funziona poco o niente per colpa di una tassa annuale obbligatoria per registrare il cane.

Da un lato troviamo la Cina dal sole che sorge pronta ad amare i quattro zampe dall’altro lato il sole tramonta irradiando la Cina tradizionale che vede il cane come alimento anche per regolarne la popolazione.

Speriamo che vinca questa nuova Cina sempre più occidentale e sensibile ai problemi degli animali, anche se le notizie dello scorso Gennaio divulgate dal Global Times non erano per niente rassicuranti.

Per chi non avesse letto l’articolo era stata proposta una legge che bandiva il consumo di carne canini, dei canidi, anche per questioni igieniche dato che gli animali, non solo cani, vengono uccisi in tempo reale davanti all’acquirente in mercati con scarse norme igieniche rendendo possibile la proliferazione di malattie anche molto pericolose.

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