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Cani e soldati americani di nuovo insieme dopo la guerra

Cani e soldati

No Dog Gets Left Behind è un’associazione no profit con uno scopo ben preciso: vuole fare incontrare nuovamente e magari adottare, i cani randagi che i soldati americani hanno avuto accanto a loro, mentre si trovavano in guerra. Ci sono tante storie raccolte da questa associazione, e ci sono amici a quattro zampe che ora hanno una nuova famiglia che li ama. Il sergente TJ Homan mentre si trovava nel 2011 a combattere in Afghanistan ha incontrato un cucciolo maculato bianco e marrone: era spaurito dagli spari e dalle violenze, solo e abbandonato.

Il sergente l’ha tenuto accanto a se per tutta la durata della missione, chiamandolo Beethoven, come il protagonista del celebre film: “Mi ha aiutato a ricordare che c’erano altre cose al mondo oltre alla guerra” dice. Oggi questa cagnolina vive con lui, ritrovata grazie all’associazione No Dog Gets Left Behind. L’associazione è nata nel 2010 grazie a Trish Gohl, il cui nipote trasferito in Afghanistan,raccontava del legame che si veniva a creare con gli amici a quattro zampe trovati in loco. Commenta così il fondatore:

Questi cani hanno il diritto di tornare a casa con i soldati che si sono occupati di loro fino a quel momento. Ma portare i cani fuori dalle zone di combattimento  è costoso e complicato, quindi la NDGLB si avvale di organizzazioni internazionali come la Puppy Rescue Mission, che ci aiuta a trasportare i pelosini dalle zone di guerra negli Stati Uniti.

Fino ad oggi la NDGLB ha raccolto otre settanta mila dollari, utilizzati per il ricongiungimento di quindici cani con i soldati che li avevano salvati nelle zone di guerra: pensate che ci vogliono circa quattro mila cinquecento dollari per salvare un cucciolo, vaccinarlo ed imbarcarlo. Una cifra veramente molto alta! La storia del sergente Homan e di Beethoven è di quelle andate a buon fine: quando il soldato è atterrato nel suolo statunitense, il suo cane era già lì, pronto a salutarlo. Una grandissima emozione, un’amicizia nata sui campi di battaglia che perdura ancora oggi!

Fonte e foto credits: Philadelphia Inquirer

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