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Cani randagi, in Albania a rischio di fucilazione

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Da questa sera sino al 25 aprile, in una cittadina a 100 chilometri da Tirana, la capitale dell’Albania, sarà possibile sparare ai cani randagi. Si, avete letto proprio bene, e se vi state chiedendo a chi sia venuta un’idea del genere, vi stupirà sapere che la decisione è stata presa dal municipio, con tanto di avviso pubblico, in cui, naturalmente, si raccomanda di non fare uscire da soli i propri animali domestici.

La notizia, com’era prevedibile, ha suscitato la dura protesta delle associazioni animaliste. E’ inconcepibile che, a distanza di quasi 1 secolo dal medioevo, esistano ancora realtà di questo tipo. I 2 cacciatori, per ogni cane ucciso e bruciato, saranno 200 lek, vale a dire 1.45 euro.

Come ha spiegato Pezana Rexha, direttore esecutivo di Ara, l’Associazione per la tutela dei diritti degli animali in Albania:

Fucilare gli animali e poi bruciarli per eliminarli è un atto barbaro, che non potrà essere identificato da nessuna cultura umana o civiltà degna di essere ricordata. Sono pratiche che fanno parte di momenti scioccanti della storia umana.

Ara si è impegnata a fermare questa vergognosa strage, facendo slittare a questa sera il via alla caccia ai cani randagi, che era prevista per lo scorso 5 aprile. Oggi pomeriggio, tuttavia, come ha dichiarato all’Ansa, il direttore di Ara si presenterà davanti al consiglio municipale, insieme ad un avvocato, per convincerli a rinunciare a questa folle idea.

Inoltre, l’Associazione ha dato la piena disponibilità a sterilizzare e vaccinare tutti i cani randagi. Quando mi capita di leggere notizie del genere, mi chiedo in che mondo viviamo. Com’è possibile che si preferisca lapidare dei cani, indifesi e senza colpa alcuna, pagando persino dei cacciatori, piuttosto che procedere alla sterilizzazione degli animali, una soluzione semplice, oltre che l’unica soluzione per controllare le nuove nascite e ridurre il fenomeno del randagismo. Eppure… si continua a preferire il ricorso a questi mezzi dal sapore “antico”.

Via|Ansa; Photo Credits|ThinkStock

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