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Cane guida condannato a morte, perché?

Cane guida condannato morte perché

In America, un cane di razza American Allaunt di 4 anni, rischia l’eutanasia per aver morso la donna che lo stava picchiando con una sbarra di ferro. Dutch, così si chiama l’amico a 4 zampe protagonista di questa triste storia, è un  cane d’accompagnamento assegnato a Jeremy Aguilar, un ex militare dell’esercito americano che è stato in missione in Afghanistan e in Iraq riportando gravi traumi fisici ed emotivi. La sentenza di morte è stata emessa dalle autorità di Montrose, in Colorado.

Secondo quanto ricostruito, Dutch era stato lasciato da Jeremy Aguilar e sua moglie con la precedente proprietaria durante un viaggio della coppia. La donna ha ammesso di aver preso a calci il cane e di averlo picchiato ripetutamente con una palo di metallo, dopo aver assistito ad una zuffa fra lui e l’altro cane di casa, un pit bull. Dutch ha reagito mordendola ad una gamba e ad un dito. La cosa sconcertante, è che la donna, dopo l’aggressione, non ha chiamato né l’ambulanza né la polizia e in ogni caso le sue ferite non hanno richiesto nemmeno un punto di sutura.

Il veterinario, che ha visitato Dutch dopo l’accaduto, ha denunciato significative lesioni da percosse sul muso e sul resto del corpo. A seguito dell’incidente, inoltre, il cane è stato sottoposto ad una severa analisi comportamentale, che ne ha confermato il temperamento equilibrato e le qualità che l’hanno certificato come cane di servizio per i disabili. Dutch ha superato senza problemi anche altre 2 test comportamentali, l’American Kennel Club e il Canine Good Citizen.

Nonostante le evidenze e la violenza della donna, su Datch pende una condanna a morte, ma l’avvocato di Augilar ha fatto sapere che il suo assistito ha intenzione di andare in appello e cercare con tutti i mezzi di salvare l’animale, che non ha mai dato segni di aggressività e che si è sempre dimostrato sostegno indispensabile per superare i traumi della guerra.

Il caso di Dutch ha fatto il giro del mondo attraverso Internet. Se anche voi pensate che non meriti di essere soppresso, firmate la petizione. Io, l’ho già fatto.

Via e Photo Credit| Facebook

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