Il camaleonte di Belalanda è riapparso in Madagascar. È stata infatti scoperta una nuova popolazione di questo rettile, considerato tra i più rari del pianeta.
La condizione del camaleonte di Belalanda
Da tempo fa parte di quegli animali in pericolo critico d’estinzione e, per molto tempo, la specie era considerata presente solamente in una zona grande appena 4 kmq. È per tale ragione che la scoperta di una nuova popolazione, distante dall’area conosciuta, fa ben sperare per quanto riguarda la sua sopravvivenza.
Sono stati trovati, nello specifico, tre esemplari di camaleonte di Belalanda: due maschi e una femmina. Il luogo in cui la squadra di ambientalisti, sostenuti dalla ONG Fauna & Flora, ha trovato questi rettili non aveva mai rivelato prima la loro presenza.
Questo camaleonte è stato descritto per la prima volta nel 1970. Il suo habitat naturale non è mai stato molto esteso: come già anticipato, parliamo di appena 4 kmq nella zona sud-occidentale del Madagascar, nelle vicinanze della città dalla quale questi rettili prendono il nome.
Il camaleonte di Belalanda, come altri animali in tutto il mondo, soffre tanto dei cambiamenti climatici quanto di quelli urbanistici. Spesso e volentieri, infatti, le zone nelle quali questi animali sono in grado di riprodursi e svilupparsi vengono rimpiazzate da coltivazioni e terreni agricoli.
Pericolo critico di estinzione
Per quanto riguarda questa specie, nello specifico, non dobbiamo dimenticare nemmeno che negli anni ’90 fu decimata in modo significativo dal commercio di animali esotici. Le conseguenze furono così gravi che nel 1994 venne stabilito un blocco totale dell’esportazione.
Non è un caso che faccia parte della Lista Rossa IUCN tra gli animali classificati come in pericolo critico. Il fatto che sia stato possibile trovare tre esemplari a più di 5 km dall’unica zona storicamente conosciuta in precedenza fa riflettere. Fortunatamente, in senso positivo: questo potrebbe significare che tali rettili siano in grado di vivere e riprodursi anche in zone differenti.
Gli scienziati che li hanno individuati parlano di un vero e proprio miracolo. Un evento straordinario che, per dare i suoi frutti, non deve essere lasciato a se stesso. La prima cosa da fare è osservare e comprendere se in quella zona, nello specifico, vi siano solo quei tre esemplari o ve ne siano di più. La seconda è riuscire a preservare il territorio colonizzato da questi rettili.
In entrambi i casi, sarà necessario il supporto della popolazione locale. Non solo per l’osservazione, ma anche per assicurarsi che non vi siano ulteriori deforestazioni e distruzione dell’habitat naturale.