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Caffaro, il cane eroe

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Oggi presentiamo un cane che non molti conoscono ma che è stato importantissimo per il nostro esercito durante la terza guerra per l’indipendenza italiana: Caffaro. Caffaro era un cane al servizio dell’esercito, in particolare nel corpo volontari guidati niente meno che da Giuseppe Garibaldi, era di razza bulldog ed apparteneva al sottotenente Giulio Grossi, originario di Venezia. Questi era legatissimo all’animale, tanto che se lo volle portare al seguito durante le spedizioni garibaldine.

Nel 1866 Caffaro insieme al suo proprietario, prese parte alla nota battaglia del Ponte Caffaro, combattuta tra i garibaldini ed i soldati austriaci: durante la fervida battaglia, il cane si rese conto che tra due uomini vi era un pericoloso scontro corpo a corpo.

Lo scontro in particolare avvenne tra Giovanni Battista Cella, bersagliere volontario, e Rudolf Ruzicka, capitano austriaco: il combattimento avvenne sul ponte, sembrava quasi che il sassone avesse la meglio quando, all’improvviso, Caffaro reagì prontamente, ferendo il capitano avversario con dei morsi alle gambe. In questo modo fece si non solo che Ruzicka fosse fatto prigioniero, ma aiutò anche i soldati italiani a catturare un altro prigioniero avversario, il tenente austriaco Suchonel. Si racconta anche che Ruzicka reagì contro il cane ferendolo.

Da quel momento il cane bulldog, che nell’occasione venne chiamato appunto Caffaro come il ponte sul quale aveva combattuto, rimase sempre al fianco della compagnia e del suo padrone Grossi, fino a quando questo non venne ucciso in una battaglia a Pieve di Ledro. Si racconta che Caffaro, distrutto per la perdita, rimase per due gironi interi accanto alla tomba del suo padrone, vegliandola e guaendo incessantemente.

Una versione, però non confermata da nessuna fonte, vuole che Caffaro al termine della guerra venisse dato ai famigliari del soldato Grossi ma che di li a poco morisse, mentre la versione raccontata da Giuseppe Abba, storico biografo garibaldino, racconta che il cane Caffaro morisse proprio sulla tomba del suo padrone, che non ha mai voluto abbandonare. Caffaro è un esempio di amore e dedizione, e ci fa capire quanto gli animali siano legati al padrone, che non lasciano mai da solo!

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