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“Athos” è morto: non aveva voluto lasciare nave

Amava quella che ormai considerava in tutto e per tutto la sua dimora, nonostante fosse solo una nave che si muoveva tra le onde alte e voleva bene all’equipaggio che la occupava, ritenendo di avere tutto per essere felice. Per questo “Athos” quando, nei giorni scorsi la Jolly Amaranto, ha rischiato di naufragare non ha voluto abbandonarla, proprio come farebbe un comandante fedele al suo compito e alla sua professione. Da cinque anni la cucina in sala macchine era la sua cuccia e aveva visitato mezzo mondo: una vita particolare per un amico a quattro zampe. Il cane “d’altura”, quindi, è stata l’unica vittima della vicenda del cargo italiano, che miracolosamente è uscito senza grossi danni da una terribile tempesta in mare aperto, per poi affondare a poca distanza dal porto di Alessandria d’Egitto. Osservandola da lontano, il pet non se l’è proprio sentita di abbandonarla e ha deciso di tuffarsi nell’acqua gelida per ritornare a bordo, nonostante fosse ormai arenata sul fondale. Immediato il soccorso di uno dei marinai, ma ormai era troppo tardi.

La richiesta d’aiuto da parte del comandante che dichiarava di trovarsi nel mare agitato con 21 uomini e che stavano rischiando di morire, aveva fatto scattare immediati soccorsi ed, inoltre, la notizia aveva fatto il giro del globo in pochi minuti. Per tal motivo, l’animale, insieme alle persone sul cargo, era stato fatto sbarcare alle tre di notte e caricato su di un rimorchiatore che seguiva le manovre di soccorso. Tuttavia, non si dava pace ed ha continuato ad agitarsi anche quando, come dice la legge del mare, hanno abbandonato la nave pure il comandante e il primo ufficiale di coperta, alle 5:25 circa.

La Jolly Amaranto, ormai inclinata su un fianco di 15 gradi e senza più speranze di rimanere a galla è rimasta semisommersa, pure a causa del basso fondale del porto egiziano. E’ stato un quel momento che il cane più grosso bordo delle navi della flotta «Ignazio Messina», Athos, ha compiuto un grande salto allontanandosi dal rimorchiatore  e nuotando in direzione del relitto. Purtroppo l’alta onda creata dall’ onda creata dalle eliche del rimorchiatore lo ha fatto affogare.

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