Home » News » Animali, cinema e televisione, condanna per chi li maltratta

Animali, cinema e televisione, condanna per chi li maltratta

animali al cinema e maltrattamenti

L’attenzione in queste ore  va agli animali utilizzati nelle produzioni televisive e cinematografiche. Il Tribunale di Roma ha infatti condannato la società Grunwald (in primo grado, nella figura del suo titolare) ad un risarcimento danni nel confronti delle associazioni animaliste LAV ed ENPA che si erano costituite parte civile, oltre che ad un anno di reclusione. L’accusa, confermata dopo 4 anni di processo, è quella di aver detenuto animali “in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze” (art. 727 Codice Penale, comma II) e violazione della normativa Cites.

Di chi e di cosa stiamo parlando? Quando in televisione o al cinema vediamo cavalli al galoppo, galline scorazzanti in un cortile d’epoca o cani che abbaiano (per non parlare di pets utilizzati per giochi televisivi), dobbiamo pensare che si tratta di animali attori “professionisti”, comparse che alcune società forniscono alle varie produzioni. La Grunwald, in particolare è una delle principali società operanti nel nostro Paese in questo settore: ha la disponibilità di centinaia di animali da reddito, esotici, fauna selvatica, e animali d’affezione, in questi anni utilizzati in importanti set televisivi e cinematografici (La passione di Cristo, La vita è bella, Domenica In, Uno Mattina, ecc.).

Ognuno fa il suo lavoro, certo, ma chi lavora con gli animali deve sempre pensare al loro benessere, come se si trattasse di bambini. Ricordate anche questa estate il caso dell’apertura delle Olimpiadi di Londra? Vedremo i prossimi gradi di giudizio se confermeranno le accuse contro la Grunwald, ma  quello che ci preme sarebbe un cambiamento di rotta…non dover più parlare di questi fatti spiacevoli e terribili. Del resto gli animali in questione non fanno gli attori per scelta! Allo stesso tempo, mi preme ricordare anche un altro caso. L’uscita al cinema in questi giorni del film di Peter Jackson “Lo Hobbit: un viaggio inaspettato” tratto dal romanzo di J.R. Tolkien. Durante questa produzione sono morti ben 27 animali, tra cavalli, galline e pecore a detta della PETA per grave incuria in cui venivano trattenuti. Le associazioni animaliste hanno così invitato a boicottare l’evento cinematografico, o in alternativa a ricordare che in un film di fantasia, gli animali in video sono comunque una realtà, non un effetto speciale (purtroppo) e che molti di quegli animali sono deceduti, lì.

Foto: Thinkstock

Lascia un commento