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Dal Trentino alla Puglia, storie di violenze sui cani

Cane triste

Ad esser razzisti si fan proprio delle brutte figure, due storie da due “Italie” molto diverse accomunate da cattiveria e violenza nei confronti di animali inermi.

La prima arriva dalla Val di Sole in Trentino dove un pensionato è stato denunciato ai Carabinieri di Cles per aver ucciso a colpi di bastone il cane del vicino. Un povero pastore bergamasco di 6 anni, secondo la ricostruzione dei fatti ha attraversato la proprietà del pensionato probabilmente forse attratto da una cagnetta.

L’anziano sostiene che il cane avrebbe provocato danni alla legnaia, per questo futile motivo il pensionato, con bastone in mano, ha iniziato a percuotere il povero animale provocandogli lesioni internet portandolo alla morte dopo due giorni di agonia. Non sappiamo ancora come è andata a finire la vicenda, ci auguriamo che non finisca come la storia di Mosè a Taranto.

Mosè è un tranquillo cagnolone in provincia di Taranto, più precisamente a Statte, una signora passeggiando aveva notato un comportamento poco rispettoso nei confronti del cane del suo proprietario. In un primo tempo il cane veniva preso a calci per poi essere gettato malamente dentro un bidone della spazzatura. La coraggiosa e giusta signora non si fece intimidire dalla violenza dell’uomo e denunciò tutto magistratura.

E’ finalmente arrivata la condanna che dispone quattro mesi – su otto che erano stati chiesti dall’accusa – come sostenuto dalla parte civile ENPA subentrata nel processo. Purtroppo reclusione non è sinonimo di carcere, l’uomo ha avuto la pena sospesa ed è stato condannato al pagamento delle spese processuali, la violenza contro un povero cane indifeso si paga con poche centinaia di euro?

In Italia si, come il pensionato del Trentino l’uomo in questione ha sessantanove anni, questo potrebbe aver pregiudicato la permanenza in carcere, rimane il fatto che le pene previste risultano essere troppo lievi e non riescono mai a portare in carcere questi “esseri umani” capaci solamente di infliggere dolore e cattiveria nei confronti di esseri indifesi.

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1 commento su “Dal Trentino alla Puglia, storie di violenze sui cani”

  1. Se aspettiamo la giustizia italiana da perte di queste istituzioni di porci indegni finiremo per marcire.
    Bastardi chi maltratta gli animali come chi li difende… i giudici e lo stato!

    SCHIFOSI, SHIFOSI E SCHIFOSI

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