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Furetti, video shock della PETA dietro le quinte di un allevamento

Per la serie buone ragioni per non adottare un furetto come animale domestico, un video girato di recente dalla PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) denuncia le condizioni igienico-sanitarie a dir poco precarie degli allevamenti, riprendendo di nascosto quanto avviene in una struttura che alleva indiscriminatamente sia furetti destinati al mercato dei pets, sia cavie che faranno, come tristemente sappiamo, ben altra fine nei laboratori scientifici. Siamo a Sayre, nel Nord della Pennsylvania, all’interno della Triple F Farms. Le immagini del video in calce al nostro post sono molto forti, non guardate il filmato se siete particolarmente sensibili alla vista del sangue e del dolore.

D’altra parte, chi non sarebbe scosso alla vista di furetti che vagano impazziti in gabbie minuscole, muoiono contorcendosi sul pavimento tra le sofferenze più atroci, appaiono privi di pelo, piccoli, indifesi e violati nella loro dignità più profonda? Gli attivisti della PETA ci mostrano quanto avviene di macabro e a dir poco raccapricciante in questi allevamenti intensivi. Madri che sfornano cuccioli al ritmo della luce contraendo infezioni alle ghiandole mammarie, prolassi intestinali, infezioni non curate agli organi, feti che cadono dalle gabbie e nessuno se ne cura. La morte, l’incuria, la crudeltà e la barbarie allo stato puro.

Indignarsi non basta. Bisogna informarsi quando si acquista un furetto, capire se proviene da un posto simile per non macchiarsi di un crimine orrendo ovvero far arricchire queste imprenditori senza scrupoli che non rispettano minimamente la fonte della loro ricchezza. Fa riflettere, inoltre, come questi animali altro non siano che piccoli destini in balia dell’uomo: alcuni accontenteranno la sua voglia di avere un giocattolino in casa da vezzeggiare e coccolare, altri testeranno la sua crema contro la calvizie, soffocati da sostanze tossiche intollerabili per fisici così fragili e minuscoli. Abbiamo davvero il diritto di fare questo?

Ma soprattutto, se proprio vogliamo usare gli animali per i nostri scopi, per la vivisezione e per arricchirci, non sarebbe più umano inserire la componente fondamentale della pietà ed evitare il più possibile che soffrano? Quesiti a cui l’azienda incriminata non sembra voler dare risposta, trincerandosi, come è avvezza a fare, a giudicare dalle immagini, nel silenzio di un’indifferenza sorda al dolore di queste piccole bestiole su cui ha fondato un impero commerciale tanto vasto quanto crudele.

Attenzione: il seguente video contiene immagini molto forti.

[Fonti: PETAGeapress]
[Foto e video: PETA]

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