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L’animale più forte? Lo stercorario!

 

animale stercorario

Una curiosità che ci arriva direttamente dal mondo animale: pare infatti che l‘animale più forte sia lo stercorario, un piccolissimo insetto tipo scarabeo che, al contrario delle sue dimensione, è forzutissimo! Secondo uno studio britannico e australiano, pubblicato sulla rivista specializzata Proceedings of the Royal Society B, lo stercorario sarebbe in grado di sollevare oggetti che superano di ben 1141 il suo peso.

Una grandissima forza di sollevamento che forse non siamo in grado di visualizzare immediatamente: secondo lo studio infatti se un uomo avesse la stessa forza fisica di sollevamento  dimostarta dallo stercorario, sarebbe in grado di sollevare un elefante con un carico ulteriore di una tonnellata! Sembra incredibile, ma da cosa è data tutta questa forza?

Dagli studi effettuati emerge che la capacità di sollevamento di questo piccolo animaletto sarebbe data da ciò di cui si nutre: come noto lo stercorario si nutre di escrementi, che raccoglie durante il suo passaggio formando una palla continua dalla quale attinge nutrimento e nella quale depone le sue uova. E sarebbe proprio questa la chiave della sua forza: i minerali ed i nutrimenti contenuti negli escrementi altrui fornirebbero all’insetto  le energie necessarie.

Che lo stercorario fosse un animaletto curioso, era cosa nota: infatti uno scarabeo stercoraro crea pallottole di sterco allo scopo di trasportare più facilmente il cibo verso un nascondiglio, ma tendono a trasportare la loro pallottola lungo una linea retta. Se incontrano un ostacolo questi insetti cercano di superarlo scavalcandolo, senza cambiare mai la loro direzione. Si tratta di un animale antichissimo, consociuto fin dagli antichi egizi che lo veneravano in quanto ricollegato a Khepri, il dio del Sole nascente.

Considerati spesso animali inutili, in realtà questi insetti svolgono un ruolo importantissimo per il nostro ecosistema, in quanto nutrendosi degli escrementi permettono ai minerali ed ai nutrimenti contenuti al loro interno di essere utilizzati da altri organismi.

Foto credit: Thinkstock

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