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Soppressione Excalibur, tra rabbia e dolore

L’ebola sta facendo tremare il mondo e a nulla sono servite le proteste degli animalisti, né le 300mila firme raccolte in poche ore con una petizione lanciata su Change.org. Excalibur, il cane dell’infermiera spagnola contagiata dal virus, è stato abbattuto ieri pomeriggio nella clinica veterinaria dell’Università di Madrid. Il caso ha suscitato un’ondata di rabbia e dolore, non solo in Spagna.

excalibur

Anche il marito della donna aveva negato il suo consenso alla soppressione dell’animale e aveva lanciato un disperato appello per salvarlo. Ma per Excalibur non c’è stato niente da fare. A dispetto del nome che portava, come l’invincibile spada di Re Artù, aveva il destino segnato. Doveva morire…

L’uccisione è stata autorizzata da un giudice. Secondo le autorità della provincia di Madrid, esisteva un rischio di trasmissione della malattia all’uomo dato che il cane viveva a stretto e continuo contatto con la donna contagiata. Inoltre, sarebbero stati riscontrati casi di cani con anticorpi dell’ebola, perché questi animali possono avere il virus nel sangue ma non mostrare i sintomi della malattia.

È difficile dire se sia stato giusto sopprimere Excalibur, ma me lo chiedo, soprattutto di fronte al fatto che la scienza non aveva certezze sulla sua presunta pericolosità. I “cervelloni”, infatti, a tutt’oggi, non sanno ancora dire se gli animali possono diffondere il virus dell’ebola, anche se sembra che possano contrarlo e rimanere asintomatici. Eppure, forse, una soluzione c’era. Si poteva sceglierlo di metterlo in quarantena invece che dargli la morte, proprio come il marito della donna. E invece, no, un cane non merita questo trattamento. L’essere umano è l’unica specie da tutelare.

E voi, cosa ne pensate?

Via e Photocredit| Straitstimes.com

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