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La triste storia di Star

Star era una cagnolina di media taglia, che viveva a Birzebbuga sull’isola di Malta. La sua breve vita è stata caratterizzata da maltrattamenti e da atti di crudeltà compiute da un essere che di umano aveva ben poco: prima era stata colpita alla testa ed in varie parti del corpo con ben quaranta pallini, sparati da una pistola ad aria compressa. Ma c’è di più. L’uomo non si era limitato ad impallanarla ma le aveva legato le quattro zampee l’aveva sepolta viva, per aumentare il dolore già provocatole, trasfromandolo in una sofferenza ancora maggiore.

La piccola Star per fortuna era un cane forte: facendosi largo nella terra a colpi di muso era riuscita ad uscire, facendo spuntare la testa e gli occhi dal buco nel quale era stata sepolta: un impiegato di un centro per l’assistenza degli animali per puro caso sotto una tavola di legno e un tronco d’albero, aveva sentito dei gemiti sospetti e l’aveva trovata, salvandola. E chiamandola Star. Operata da un veterinario, Star era tornata a vivere ed erano molte le famiglie disposte ad adottarla, per farle conoscere il calore di una vera famiglia e per riscattare, almeno in parte, una vita di sofferenza.

Ma Star non ce l’ha fatta, si è spenta a causa di una forte infiammazione al pancreas proprio adesso che aveva trovato tante persone disposte a volerle bene. Poche ore prima della sua morte la Fleur Cilia Buckett aveva organizzato una marcia anti crudeltà sugli animali, che aveva coinvolto circa due mila persone: al grido di Stop animal cruelty erano in tanti scesi in piazza per chidere maggiore attenzione ed un inasprimento delle pene per chi abusa degli animali.

La mobilitazione, oltre che su piazza, è approdata anche sui sociale network: su facebook il gruppo Star: the dog who lived hagià raccolto oltre 55 mila firme. C’è anche una taglia sull’artefice sconosciuto che ha torturato e cercato di uccidere  Star: il veterinario ha sottolineato che la persona aveva tutta l’intenzione di ucciderla dato che i pallini sono stati sparati ad una distanza molto ravvicinata, chiaro segno non solo di voler uccidere ma anche di far maggiornmente soffrire l’animale.

Fonte: Times of Malta e Corriere della sera

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