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Da oggi cambia la qualità della vita delle galline ovaiole?

Dopo ben 13 anni di lotte da parte di tutti gli animalisti del mondo finalmente oggi entra definitivamente in vigore la nuova normativa comunitaria che vieta l’allevamento di galline ovaiole in batteria. Questo perché le condizioni in cui vivono, in microscopiche gabbie (grandi come un foglio A4) una al fianco dell’altra in enormi capannoni, non è certo il miglior modo per tutelare il benessere di questi animali domestici. Senza dimenticare che il benessere di una gallina ovaiola significa uova di qualità che noi arriviamo a mangiare. Di cui nutriamo i nostri bambini. La nuova legge prevede il divieto e norme sanzionatorie per gli allevatori che non si adegueranno cambiando tipologia di produzione delle uova, con sistemi alternativi alle gabbie: a terra o all’aperto o in gabbie cosiddette  “modificate” o “arricchite”.

Queste a differenza di quelle di batteria (impilate anche fino a 6 piani) permettono alla gallina ovaiola di muoversi un poco, aprire le ali, crearsi il proprio nido ed avere un trespolo ed adeguato mangime con cui nutrirsi. Finora con le gabbie da batteria tutto ciò è stato impossibile. Pensate allo stress psicofisico: al fatto che vicine tra loro, senza cibo a sufficienza si possono beccare reciprocamente e ferirsi andando in contro ad infezioni (l’igiene come potete immaginare non è delle migliori in questi luoghi). Il massimo della tutela che alcune tipologie di allevatori riesce ad applicare (per non spendere troppi soldi in farmaci o rischiare di perdere il proprio investimento) è tagliare il becco alle povere sfortunate. In queste condizioni vive l’80% delle galline ovaiole, in gabbia. Ebbene tutte queste mostruosità a partire da oggi hanno legalmente fine. Ma nella pratica?

Assolutamente no, purtroppo, visto che più del 50% degli allevatori italiani non si è messo in regola ed “aleggia”, circola in “Parlamento”  un emendamento che potrebbe annullare di fatto la normativa europea. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi la LAV che molto ha combattuto, organizzando anche manifestazioni di piazza, per l’approvazione di questa legge e che ha anche scritto una lettera al nuovo Ministro per le Politiche Agricole e Forestali Mario Catania chiedendogli

“un fermo impegno a evitare eventuali atti legislativi che aggirino la nuova legge, assumendo invece un chiaro impegno in favore dell’applicazione della norma comunitaria tramite un atto normativo che renda le sanzioni alle violazioni sulle modalità di allevamento maggiormente efficaci e dissuasive. Non è tollerabile che dopo 13 anni di inerzia e noncuranza degli allevatori italiani si possa regolarizzare uova illegali e sistemi d’allevamento vietati in tutta l’Unione Europea.”

L’emendamento originario infatti fortunatamente per ora non approvato cancellava le sanzioni per molte violazioni relative non solo alla produzione, ma anche alla commercializzazione e all’immissione in commercio di uova non conformi al regolamento 598/2008; con tanto di modifica alle diciture circa l’etichettatura delle uova. In rischio non è scongiurato, anche perché gli allevatori non sono in regola. Dunque che fare? Non comprare le uova con il codice 3, sono quelle delle galline ovaiole allevate in gabbia. Se nessuno le acquista, prima o poi l’adeguamento alle norme diventerà “praticamente” obbligatorio. Da anni compro solo uova di galline libere: col codice 0 o 1. Fate altrettanto anche voi e vi renderete conto di quanto sia difficile trovarle. E di quante galline ovaiole vengono maltrattate. La Lav ha creato un sito internet ad hoc, dove approfondire la tematica: Galline Libere.

 

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