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Aye-aye, che animale è?

Quando si parla di aye-aye non molti sanno di che animale si tratti. Scopriamo insieme dove vive, chi è e quali sono le sue caratteristiche principali.

Cosa è l’aye-aye

Per prima cosa spieghiamo a quale genere l’aye-aye appartiene. Parliamo di un primate, considerato endemico in Madagascar e conosciuto non solo per il suo aspetto molto particolare e un tantino spaventoso. Questo mammifero è infatti noto anche per il suo dito medio, molto lungo, che utilizza in maniera molto intelligente.

Esso infatti rappresenta uno strumento ottimale per cacciare larve di insetti da mangiare. Il Daubentonia madagascariensis è imparentato con i lemuri e, come già anticipato, non può contare su un aspetto tenero alla vista.

Purtroppo essendo un primate alquanto spaventoso esteticamente, l’aye-aye non di rado è vittima delle superstizioni locali. Una delle sue particolarità è quella di essere l’unica specie vivente del proprio genere di appartenenza. Non solo: e anche l’unica specie vivente di tutta la famiglia Daubentoniidae.

Vive senza alcun problema insieme ai lemuri, con i quali condivide una parentela e si tratta di un animale di tipo notturno. Il suo aspetto così particolare è infatti tra l’altro caratterizzato da enormi occhi che gli consentono di muoversi senza luce e da orecchie molto grandi per captare i suoni. È lungo all’incirca 90 cm ed ha un pelo scuro e arruffato di colore nero o grigio scuro. La sua coda molto lunga che ricorda vagamente quella di un grande scoiattolo.

Come usa il suo lungo dito medio

Quando si dice che l’aye-aye è endemico del Madagascar, questo occorre perché l’animale vive quasi esclusivamente nelle foreste pluviali della zona costiera orientale dell’isola, a circa 700 m di altitudine. Non ha problemi a gestire questo habitat cibandosi principalmente di frutta e larve di insetti utilizzando per cacciare proprio il suo lungo dito medio.

Questo di solito viene battuto sui tronchi degli alberi per identificare le cavità. E poi utilizzato per estrarre le larve dall’interno dopo aver bucato il legno con i suoi forti denti incisivi.

Nota divertente: per quel che lo riguarda è diventato virale anche un altro uso che fa delle sue dita. Ovvero quello di pulizia del naso con tanto di ingestione di caccole trovate. Non si sa molto della sua vita se non che diversi esemplari possa in cattività abbiano comunque superato i 20 anni di esistenza.

Al pari di altri animali, la sua sopravvivenza è messa a dura prova dalla perdita del suo habitat naturale e dalla caccia. Nel suo caso le uccisioni non avvengono per necessità alimentari o di vestiario ma per via dell’essere considerato di cattivo auspicio da alcune superstizioni.

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