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Gli animali selvatici e l’uomo

Che siano gatti o cani o, più raramente, altre creature appartenenti al mondo della fauna, per gli animali selvatici non è affatto facile abituarsi al contatto con l’uomo soprattutto se non lo hanno incontrato quando ancora erano molto piccoli. Un amico a quattro zampe, quindi, che resta orfano in tenerissima età, può soffrire molto della perdita della madre come capiterebbe pure ad un bambino. Ciò forma il suo carattere, soprattutto se oltre al rapporto materno, perde anche quello con i fratelli e non ha la possibilità di conoscere sensazioni quali il legame fisico, l’intimità, la disciplina e l’educazione di base.

Se la “madre adottiva“, che sia un altro simile o ancor di più una persona, sa essere amorevole ma fornire allo stesso tempo i giusti limiti ad un comportamento altrimenti senza regole, il rapporto che si viene a creare può essere molto bello e intenso. Certo ci vuole molto tempo ed impegno, soprattutto perchè se fin dalle prime settimane il cucciolo impara a cavarsela da solo, nel bene o nel male, diventerà estramamente selvatico e assolutamente ingestibile nei casi peggiori. Lo stesso vale, più o meno, per i randagi di città che, infatti, raramente si avvicinano alle persone e mostrano tanta paura. Qualche volta se sollecitati nel modo sbagliato, riescono pure a diventare piuttosto aggressivi.

Il contatto, insomma, deve essere precoce con altre specie ed, infatti, pure cuccioli cresciuti in ottimi allevamenti a volte mostrano una sorta di squilibrio affettivo, se gli sono mancati i contatti d’amore di base. Possono anche ricevere cure attente, ma se non entrano in contatto profondo con un relativo padrone con il gioco o la passeggiata presenteranno dei problemi. Fondamentalmente ciò avviene perchè il cervello non ha il tempo di sviluppare le vie neurali per stabilire dei contatti con gli umani o con altri animali. Un problema eventuale che lo accompagnerà per tutta la vita.

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