Il pesce luna è stato avvistato recentemente a Trieste. Parliamo di un esemplare di grandi dimensioni, ripreso all’interno dell’area marina protetta Miramare.
Avvistamento del pesce luna nelle acque triestine
Conosciuto scientificamente anche come Mola mola, il pesce luna è attualmente considerato uno dei pesci ossei più grandi e pesanti esistenti al mondo. Le sue misure parlano infatti di 3-4 metri di lunghezza e di due tonnellate di peso. L’avvistamento ha riguardato inizialmente una pinna che sbucava fuori dall’acqua per pochi secondi. Una vista che può spaventare, se si pensa di avere avvistato uno squalo. In realtà, nel caso specifico, si tratta, come già anticipato, di un pesce luna. A notarlo è stata Alessia Perazzi il 13 maggio, nell’ambito di una regata Optimist all’interno delle acque di Trieste.
Il Mola mola o pesce luna, lo ricordiamo, è il pesce osseo più pesante del mondo. E proprio per via della sua struttura, non di rado viene scambiato per uno squalo, se visto in lontananza. Questo a causa di una pinna dorsale molto simile. Dobbiamo aggiungere, però che, per capire che non si tratti del pericoloso pesce, basta osservare come nuota dato che il pesce luna non può contare su un’andatura stabile, ma su un taglio della superficie molto più “confuso”.
L’avvistamento è avvenuto a 500 metri dalla costa. E già questo ha rappresentato una novità, visto che il Mola mola di solito nuota in acque più profonde. Ragione per la quale, nonostante sia diffuso in tutto il Mediterraneo, questo pesce è difficile da osservare. Con molta probabilità, il pesce luna è stato attirato vicino alla costa dalle meduse e dai tecnofori, che ama particolarmente mangiare.
Citizen science importante
Anche questo è essenzialmente un esempio di citizen science, grazie alla quale è spesso possibile avvistare animali o pesci rari o in via di estinzione. IQuesto pesce, riconoscibile per la sua forma ovale o ellissoidale, è molto meno lungo che alto: internazionalmente è conosciuto come Ocean sunfish, ovvero pesce sole oceanico, perché ha l’abitudine di prendere il sole sulla superficie dell’acqua.
Un comportamento che gli consente non solo di ripulirsi grazie all’aiuto di alcuni uccelli marini, che si cibano dei parassiti che lo ricoprono, ma anche di gestire meglio la propria termoregolazione.
Come già affermato, si tratta di una specie presente anche nei nostri mari, sebbene venga osservata con maggiore rarità. È possibile però incontrarla più facilmente nelle vicinanze delle coste meridionali e mediterranee dell’Africa, in Nuova Zelanda, in Indonesia e nella California meridionale.
Dobbiamo essere felici di poter avere la possibilità di avvistare queste specie nelle nostre acque. Significa infatti che la biodiversità si trova ancora in equilibrio e rispettata.
Photo Credit | Davide Scridel – Facebook Area marina protetta Miramare