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Malattia sacche anali nel gatto

Cosa si intende con malattia delle sacche anali nel gatto? E quali possono essere le cause, i sintomi e la cura? Se il vostro gatto emana un pessimo e puzzolente odore dalla parte posteriore, in gran parte avete già le risposte a questi quesiti! La malattia della sacca anale nel gatto è un disturbo abbastanza frequente: si manifesta quando le ghiandole anali per qualche motivo non riescono ad espellere il liquido che secernono. Approfondiamo insieme l’argomento.

Malattia sacche anali gatto

Le sacche anali nel gatto

 

Il gatto è dotato di due sacche anali (non a caso molto simili alle ghiandole odorifere delle puzzole!) che producono un liquido maleodorante, utile a marcare il territorio (cosa che di solito avviene durante l’espulsione delle feci). Queste sacche (o ghiandole) si possono ostruire, infettare, sviluppare un ascesso. Ne conseguono il cattivissimo odore, senso di pressione e dolore nel micio. E questo diventa un problema che necessita dell’intervento di un veterinario, specie se c’è un’infezione.

 

Sintomi di malattia delle sacche anali nel gatto

Sostanzialmente in caso di malattia delle sacche anali il gatto assume comportamenti particolari, diversi dal solito, che possono rappresentare dei campanelli d’allarme mirati. Questi i più comuni:

  • Rincorrere la coda
  • Strusciare il sedere a terra
  • Continuo leccare e mordere vicino la coda
  • Dolore al contatto, quando è seduto, durante la defecazione
  • Gonfiore delle sacche anali
  • Cattivo odore anale

 

Diagnosi e cure

In presenza di questi disturbi è opportuno portare il gatto dal veterinario. Questi con un’esame rettale (che probabilmente il gatto non gradirà!)  potrà rendersi conto del problema concreto ed eventualmente a mano spemere le ghiandole e favorire la fuoriuscita del fluido. In caso di ostruzione fecale, può aiutarlo con una purga. Può somministrargli un sedativo per tutte queste pratiche o anche solo fornirgli degli antidolorifici. In presenza di un’infezione può prescrivere degli antibiotici. Se questi trattamenti non funzionano ed il problema persiste, il veterinario può rimuovere chirurgicamente le sacche anali del gatto, ma tale prassi va considerata come ultima risorsa anche perché può avere come effetto collaterale l’incontinenza fecale.Prima di arrivare all’intervento, le le ghiandole anali si ostruiscono di frequente (ad esempio perché il gatto soffre di stitichezza), il veterinario può provare a consigliare cambiamenti nella dieta (arricchendola di fibre). E’ per questo motivo che le ghiandole anali del gatto non si asportano come prevenzione.

 

Razze a rischio

Tutti i gatti sono egualmente a rischio di sviluppare la malattia delle ghiandole anali. Non c’è una razza maggiormente predisposta.

 

 

 

 

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Fonte: WebMDPet, pethealthnetwork.com

 

Foto: Thinkstock

 

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