Come gestire le punture dei calabroni? In Italia, nel solo mese di agosto 2025, sono tre le persone decedute in seguito a incontri ravvicinati con questi insetti. Cerchiamo di capire come riconoscere l’eventuale gravità della situazione.
Come comportarsi con i calabroni
Per evitare che le punture dei calabroni possano avere effetti letali, dobbiamo essere in grado di riconoscere velocemente i sintomi di un eventuale shock anafilattico. Dobbiamo ricordare che il veleno di questi insetti, soprattutto se appartenenti alla specie europea (quella più diffusa in Italia) è molto potente.
Le persone naturalmente più sensibili possono velocemente arrivare a uno shock anafilattico e rischiare la vita. Il primo dei tre casi che hanno conquistato attenzione è occorso il 6 agosto in provincia di Bologna, ai danni di un albergatore che già anni prima aveva rischiato una simile conclusione. Il secondo è avvenuto in Sardegna, dove un operaio di cinquant’anni è morto dopo essere stato punto sulla spiaggia di Osala, mentre il terzo è avvenuto a Ferragosto. Un uomo di 69 anni è stato punto mentre si trovava a cena con la propria famiglia. I calabroni europei sono attualmente uno dei più grandi vespidi del nostro continente, ma non sempre causano reazioni così avverse dopo una puntura.
Queste persone sono rimaste vittime di uno shock anafilattico, ovvero una condizione che scaturisce in seguito a una forte reazione allergica nei confronti del veleno. I calabroni, o Vespa crabro, possono essere lunghi fino a 3,5 cm e rappresentano una delle specie autoctone più pericolose presenti nel nostro Paese. Generalmente non sono aggressivi per natura, ma possono sentirsi minacciati se si tenta di scacciarli anche semplicemente con le mani. Al pari delle vespe, possono pungere più volte senza morire. E questo rappresenta uno dei principali problemi.
Ecco quindi che, sebbene sia generalmente valido considerare potenzialmente pericolosi i calabroni, bisogna anche valutare caso per caso ciò che accade. La prima vittima di agosto si era già salvata diversi anni fa dopo uno shock anafilattico avvenuto per via della puntura di un calabrone. Fu l’intervento della compagna, che gli aveva praticato il massaggio cardiaco fino all’arrivo dei medici, a salvargli la vita.
Cercare aiuto nell’immediato
Cosa dobbiamo fare affinché le punture dei calabroni non rappresentino un problema per la sopravvivenza? Prima di tutto non bisogna mai agire nel panico né sottovalutare la situazione. Se un calabrone si avvicina, bisogna provare ad allontanarsi con attenzione.
Se si viene punti, è necessario valutare nell’immediato i sintomi, partendo con l’applicazione del ghiaccio se si prova solo del dolore e se solo la zona di contatto rimane gonfia e rossa. Diventa comunque importante chiamare subito il proprio medico, per via del possibile palesarsi dello shock anafilattico con il tempo.
Se il rossore e il prurito si diffondono, recarsi al pronto soccorso è la cosa migliore. Soprattutto se appaiono anche svenimenti, abbassamento della pressione, giramenti di testa. Soprattutto in caso di sensazione di gonfiore alla gola, difficoltà a respirare, nausea è bene contattare direttamente il 112. Nel caso di persone fortemente allergiche, è bene agire nell’immediato, onde evitare conseguenze senza soluzione.