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Bergamo, strage di cani e gatti a causa di polpette avvelenate

gattocane

Alla fine il conto più salato lo pagano loro: a volte scacciati come se avessero la peste, in altri casi picchiati o, peggio, uccisi, e solo raramente al centro di coccole e attenzioni da parte dei padroni o dei passanti distratti. Dopo i canili lager, gli animali utilizzati come bersaglio dai malviventi e tantissimi altri casi forse mai scoperti e mai balzati agli onori della cronaca, ecco che questa volta torna l’incubo delle polpette avvelenate che, nel bergamasco, hanno fatto strage di animali. La zona interessata dal terribile evento è quella di Filago, dove sarebbero almeno dieci gli amici a quattro zampe, quasi tutti domestici, rimasti uccisi per avere ingerito della carne trattata con sostanze mortali e lasciata nelle strade, conficcata nei paletti.

Dolore su dolore si è unito, visto che alcuni degli esemplari non erano randagi, ma appartenevano ad altrettante famiglie che poi, avendo ritrovato le polpette avvelenate, le hanno consegnate alle guardie ecologiche. I risultati delle analisi effettuate dalla Als parlavano chiaro: si trattava di bocconcini alla metalteide, un composto chimico utilizzato come pesticida contro le lumache e letale se ingerito, anche in piccole dosi. Ma le esche erano molte di più e sono state trovate nelle aree intorno al fiume Brembo, tra Filago, Brembate, Bonate Sotto e Madone e lungo il canale Masnada.

Più di una decina gli animali morti, tra cui anche la carcassa di una poiana e di una volpe che, ai successivi controlli, sono risultate decedute non per causa di violenze o per malattia e, quindi, quasi certamente il problema è legato sempre al veleno. A questo punto, dato il pericolo, le autorità hanno chiesto ai proprietari di tenere i propri animali in casa o sotto controllo, evitando che si allontanino da soli. Lo stesso, comunque, vale per la popolazione che non dovrà toccare se non con i guanti il cibo che si trova nei campi.

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