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Vermocane, un’invasione poco sostenibile

Il vermocane, negli ultimi anni, ha aumentato la sua presenza nel Mediterraneo, rendendo decisamente meno sostenibile in generale la situazione per altra fauna e per gli essere umani.

Cosa è il vermocane

Noto scientificificamente come Hermodice carunculata, parliamo di un verme marino che negli ultimi anni ha attirato molta attenzione per la sua crescente alle nostre latitudini. Si tratta di un anellide appartenente alla famiglia dei policheti, facilmente riconoscibile per il suo aspetto appariscente e allo stesso tempo inquietante.

Il corpo è allungato e segmentato, ricoperto da setole bianche e urticanti disposte ai lati, che gli conferiscono un aspetto simile a quello di un piccolo millepiedi acquatico. Queste setole sono il tratto più caratteristico e rappresentano anche la principale fonte di pericolo. Sia per chi dovesse incontrarlo durante una nuotata sia per chi se lo trovasse davanti nel corso di una semplice passeggiata tra gli scogli.

Il vermocane predilige acque calde e zone rocciose, dove si nutre principalmente di organismi bentonici come molluschi, coralli e piccoli invertebrati. Il suo ruolo nell’ecosistema è controverso, perché pur essendo un normale abitante di molti mari tropicali, nel Mediterraneo sembra comportarsi in modo più invasivo.

Il riscaldamento delle acque sta favorendo la sua espansione, portando questo animale a colonizzare anche aree in cui in passato era raro o assente. La sua presenza può diventare un problema per alcune specie già minacciate, in particolare i coralli, di cui il vermocane è ghiotto.

Può rivelarsi pericoloso anche per gli umani

Per quel che riguarda gli esseri umani il pericolo maggiore è il potenziale contatto con le sue setole urticanti. Quando ci si avvicina troppo, anche accidentalmente, queste spine si staccano facilmente e si conficcano nella pelle provocando dolore intenso, arrossamento, irritazione e una sensazione di bruciore che può durare ore.

In alcuni casi compaiono gonfiori più estesi o vere e proprie reazioni allergiche, soprattutto nelle persone sensibili. Nonostante il dolore e il fastidio le ferite provocate dal vermocane non sono generalmente pericolose, ma richiedono prudenza per evitare infezioni secondarie.

Questo deve portarci a non avvicinarci troppo e toccarlo anche se dovesse scatenarci curiosità. Nel caso in cui si entri in contatto con un vermocane, la prima cosa da fare è rimuovere con delicatezza le setole rimaste sulla pelle, preferibilmente usando una pinzetta o del nastro adesivo.

È utile sciacquare la zona con acqua di mare e successivamente con acqua dolce, evitando di strofinare per non peggiorare l’irritazione. L’applicazione di impacchi freddi può ridurre dolore e gonfiore, mentre creme lenitive o antistaminiche possono aiutare ad attenuare il prurito.

Se i sintomi dovessero persistere o peggiorare, è consigliabile consultare un medico. Dobbiamo comunque ricordare di non considerare il vermocane come aggressivo. Esso semplicemente si difende da ciò che percepisce come un pericolo.

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