Gatto e uomo, storia di un’antica seduzione

Gatto e uomo, storia relazione complicata

Il gatto e l’uomo, dalla preistoria ai nostri giorni: è il titolo della mostra che si è appena aperta a Verona a palazzo della Gran Guardia. Prima esposizione del genere in Italia, presenta in venti sezioni tematiche centinaia di testimonianze nei secoli tra dipinti, fotografie, stampe antiche e pezzi vintage che raccontano un’antica seduzione: quella del gatto verso l’umano.

Gatto e uomo, storia relazione complicata

Storia di Mimì, la gattina postina

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Quella che vi vogliamo raccontare oggi, cari lettori, è una storia davvero particolare: quella di una gattina postina di nome Mimì, messa da qualcuno dentro ad una buchetta delle lettere, forse per sbarazzarsene in una maniera vile. Ma si tratta di una storia a lieto fine, perchè la micetta è stata trovata da una signora, che si è presa cura di lei fino al momento dell’adozione. Ma vediamo come sono andati i fatti.

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La storia del gatto

storia del gatto

La storia del gatto non è recente. La prima rappresentazione in assoluto a noi pervenuta, dove vi è raffigurato l’antenato del gatto moderno, risale a più di 3000 anni fa, e si pensa trattarsi del Dio Egizio Ra, impugnante nella zampa sinistra un grosso coltello, e nell’atto di recidere la testa ad un serpente; praticamente il Dio Sole Ra, nel momento in cui sconfigge il serpente Aposofis, re della notte.

Studiando la storia dell’antico Egitto, non è raro imbattersi in figure di divinità con la testa di animale e con il corpo umano. Un altro esempio è la dea Bast, con il corpo di donna e la testa di gatto. La legge era molto rigida con chi causava la morte volontaria di un gatto, pene severissime venivano date a chi uccideva l’animale sacro, e quando uno di questi moriva, il proprietario si rasava le sopracciglia in segno di lutto.

A causa del divieto di esportazione e commercio del gatto, la sua diffusione in Europa, fu ostacolata per molto tempo, furono i Greci che, sottraendo alcuni esemplari nel corso dei loro traffici mercantili, e introducendoli presso i Romani e altre popolazioni europee, contribuirono a divulgarne l’utilità sia come cacciatore, sia come animale da compagnia, pur senza mai venerarlo.