Pecas, dai narcos a cane antidroga

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Un amico a quattro zampe che prima era un cane fedele ai narcos, una vera mascotte, può diventare oggi  un cane antidroga in aiuto alle forze dell’ordine? Può accader anche questo: è la storia di Pecas, un cane veramente speciale che oggi si dedica completamente a stanare le sostanze stupefacenti che fino a pochi mesi fa proteggeva per conto dei suoi proprietari. Pecas prima lavorava al fianco dei narcotrafficanti, in particolare del suo proprietario Cesar Martinez, un boss della malavita colombiana che adesso si trova in carcere.

cane antidroga

Piccolo dizionario cinofilo (prima parte)

dizionario

Ci sono dei termini specifici che si utilizzano quando si parla dei cani, delle loro caratteristiche, del comportamento, della parte strettamente fisica o del loro carattere che non sono parole di uso comune e quindi a volte non sono esattamente chiari. Tutti sappiamo che il naso dei cani è chiamato tartufo, ma se si parla invece di stop c’è una definizione vera e propria che un appassionato di cani magari ha piacere di conoscere!

Ecco allora la prima parte di un breve e veloce dizionario (i termini da analizzare sarebbero davvero molti di più!)

Appiombo: la verticalità che viene richiesta dallo standard agli arti anteriori di molte razze canine.

Autoctono: si dicono autoctone le razze canine stanziate in epoca remota in un determinato territorio, nel quale si sono poi sviluppate e formate, senza imbastardimenti, per cui si ritengono nate in quello stesso territorio.

Carnicino: roseo, delicato color carne. Si definisce carnicino il naso del cane quando è privo di colore. Lo standard di alcune razze prevede il naso non pigmentato, ovvero carnicino.

Focatura: si dice di un mantello scuro con macchie di colore fulvo acceso.

Le specializzazioni dei cani da caccia

Setter Caccia

Ieri abbiamo iniziato questo discorso sui cani da caccia, aprendo una piccola parentesi proprio per farci delle domande sulla caccia in sè e poi proseguendo, in punta di piedi visto l’argomento delicato, sul rapporto cane-uomo, nato proprio a partire dalla caccia, e ci siamo fermati al punto in cui gli uomini hanno iniziato ad addestrare i cani, scoprendo come fossero veloci e attivi durante l’assimilazione e come, generazione dopo generazione, i cuccioli riportassero le caratteristiche fisiche, e quelle acquisite durante le esperienze e gli addestramenti, ed è così che sono poi nate le specializzazioni nella caccia, in base alle razze, alle caratteristiche e all’apprendimento dei cani.

Quindi l’uomo insegnò al cane, non bastava solo che annusasse e cercasse, stanasse in modo approssimativo, che inseguisse la preda per prederla o per farla prendere al cacciatore, e il cane imparò. Innanzi tutto la ferma. Sia per attitudine che per addestramento il cane doveva arrestarsi quando avvertiva la presenza della selvaggina. In quegli attimi il cane diventa immbile come una stanza, vibra, alza la zampa, questo è il segnale, la ferma, che indica al cacciatore dove si trova la preda, propriò lì vicino, dove indica il muso. Tra i cani da ferma più famosi conosciamo i Bracchi, gli Epagneul, i Griffoni e i ben famosi Pointer e Setter.

Weimaraner, il fantasma grigio, re dei cani da caccia

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Il nome di questa razza canina non mi diceva niente. Sono quindi andata a cercare delle immagini e mi sono imbattuta in questo cane, di cui non conoscevo nome e provenienza, ma che mi è capitato spesso di incontrare in giro per le città. Allora mi sono avventurata dentro le leggende, dalle origini fino alla diffusione folle durante il secolo scorso e ho deciso di raccontarvi la storia di questo cane, bellissimo e misterioso, dal manto meravigliosamente grigio, che ha bisogno di una doppia puntata per ricevere i giusti onori.

Le origini del Weimaraner si perdono nella nebbia della Boemia.  Lì, all’inizio dell’Ottocento, il principe Esterhazy presentò all’arciduca Carlo Augusto di Weimar certi strani cani da caccia. Un’altra storia invece racconta che l’arciduca, grandissimo e stimatissimo cacciatore, allevò questa razza in una proprietà della Germania centrale. Altri invece sostengono che sia il Weimaraner ad essere stato rappresentato in alcuni arazzi medievali, e che quindi le sue origini siano ancora più antiche.

Fatto certo è che la sua nobiltà di razza è percepibile ad occhio nudo, osservando il suo manto grigio, che oltretutto sta anche a rappresentare proprio le origini remote e le leggende e i miti che hanno accompagnato questo cane dalle origini fino alle più recenti del secolo scorso.

Sicuramente questo cane discende dai migliori segugi e dai cani da fiuto della vecchia Europa, ma provando a essere precisi, a quale epoca si può far risalire il suo lignaggio? Come per tutte le razze antiche le tracce ci portano in Egitto, anche se stavolta non arriviamo ai tempi dei faraoni, ma all’epoca egiziana che corrisponde al nostro Medioevo.

Pointer inglese, ovvero il cane da caccia per antonomasia

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Il Pointer, conosciuto anche come Pointer inglese, è il cane da caccia per antonomasia; le sue origini sono piuttosto complicate nel senso che è nato da un mix di varie razze, ma con la dicitura attuale è presente da circa ottant’anni. Il suo nome deriva dall’inglese to point, ossia indicare, perché la caratteristica principale di questa razza è il fatto che è un cane da punta, il cui compito è appunto indicare al padrone la presenza di selvaggina durante la caccia; non a caso il Pointer inglese è particolarmente rinomato per il fiuto e la velocità con cui segue la preda.

Fisicamente il Pointer possiede la testa larga sopra ad un collo piuttosto lungo; il corpo è potente e robusto, ma anche aggraziato ed elegante, le zampe sono lunghe e muscolose con i piedi tondi. Il mantello ha il pelo corto e liscio, di colore soprattutto bianco, con macchie che vanno dall’arancione al nero e al marrone, ma può essere anche tutto in tinta marrone.

Dal punto di vista del carattere, il Pointer è un cane molto intelligente ed attivo, è particolarmente leale nei confronti del padrone e per niente aggressivo; essendo un cane pieno di energia e molto giocherellone, è decisamente paziente con i bambini e sa adattarsi a tutte le situazioni.

I cani nella storia: tra dipinti, esposizioni e le ultime due guerre

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Nel XVII secolo la passione per i cani da caccia cresce a dismisura. Abbiamo già conosciuto la discendenza dai lupi e ci siamo tuffati in un breve excursus storico, adesso concludiamo questo viaggio nel mondo dei cani nella storia, concentrandoci prima sull’apprezzamento e sull’amore che l’uomo nutriva e nutre per questo fantastico animale, per poi arrivare a una nota triste quando si parla di guerra, proprio come accade per noi esseri umani.

Eravamo nel XVII secolo, in Francia per la precisione. Qui i vari Re Luigi avevano mute per la caccia, i famosi bianchi del re, che accompagnavano i sovrani nelle battute, con il loro fare elegante, proprio come tutta la corte che partecipava alla caccia. A parte questo ormai quello dei cani era diventato un mercato, c’erano scambi, vendite, gare canine, corse, e un po’ tutti si appassionarono a questo fantastico animale che da sempre racchiude in sè molte caratteritische diverse. E’ bello e amichevole, nobile e modesto, forte, fedele, intelligente. L’uomo ama il cane, e i nobili e i sovrani decidono di imprimerlo nella storia, attraverso i dipinti.