Terremoto, animali sfollati siano accolti

Terremoto, animali sfollati siano accolti

Accogliere gli animali ed evitare un’emergenza nell’emergenza! A lanciare l’appello affinché gli animali domestici siano ospitati nelle strutture di accoglienza con i loro umani terremotati è l’Enpa, l’ente nazionale di protezione animali che da ieri è già presente a Norcia con un punto veterinario avanzato, dopo polemiche scoppiate a seguito delle testimonianze di sfollati di Ussita, in provincia di Macerata, che si sono visti rifiutare l’ospitalità da parte di strutture ecclesiastiche perché in compagnia del proprio cane o gatto.

 

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Terremoto, per gli animali nuova emergenza

Un altro trauma per territori già feriti; un ulteriore shock per gli animali come per gli uomini. Il terremoto che è tornato a colpire l’Italia centrale, stavolta soprattutto le Marche e l’Umbria dove, secondo gli esperti del Cnr si sta formando una nuova faglia, ha messo a dura prova animali sia d’allevamento e domestici. Per fortuna non risultano esserci vittime tra uomini e animali né ci sono ancora dati su animali dispersi, ma si stima che ci siano una quindicina di aziende zootecniche in difficoltà specie tra Ussita, Visso e Camerino nelle Marche e centinaia di cani e gatti che mancano all’appello dei proprietari.

 

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Terremoto in tempo reale, il labrador Leo salva una bimba

Terremoto in tempo reale, il labrador Leo salva una bimba

Leo, angelo a quattro zampe, un labrador nero della polizia di Stato ha compiuto un miracolo: ha strappato una bambina alla morte dopo che era rimasta per oltre 16 ore sotto le macerie. Leo infatti ha individuato sotto tre metri di detriti, la piccola Giorgia, sepolta sotto le pietre della casa di famiglia crollata a Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, uno dei paesi più colpiti dal terremoto dello scorso 24 agosto. Grazie a Leo i soccorritori hanno scavato e tratto in salvo la piccola. Purtroppo la sorellina accanto a cui era rimasta sepolta Giorgia, era già morta.

 

labrador nero tra le macerie del terremoto

Terremoto in tempo reale, cani al lavoro tra le macerie (VIDEO)

Golden retriever, border collie, pastori tedeschi, meticci: sono i cani delle unità cinofile delle forze dell’ordine come delle unità di soccorso. Tra loro ci sono persino lagotti e cani da tartufo: angeli a quattro zampe, eroi efficientissimi e preparatissimi che, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno raggiunto con i loro conduttori i luoghi colpiti dal terremoto e da ieri, come il pastore tedesco di questo video, cercano tra le macerie persone e animali, svolgendo un compito decisivo. La speranza è che i cani riescano a trovare sopravvissuti in una corsa contro il tempo.

 

 

 

Terremoto, mobilitate 17 unità cinofile

Terremoto, mobilitate 17 unità cinofile

In tutto sono 17 le unità cinofile accorse da ogni parte del Paese per l’emergenza terremoto che con una scossa di magnitudo 6 stanotte alle 3 e 30 ha duramente colpito l’Italia centrale, tra Marche, Abruzzo, Alto Lazio, Umbria, specie i paesi di Accumoli, in provincia di Rieti, dove c’è stato l’epicentro del sisma, Amatrice, oltre a Arquata e Pescara del Tronto (in provincia di Ascoli Piceno), interamente rasi al suolo. Il numero dei morti purtroppo è destinato ancora a salire; 38 finora le vittime accertate. Ora è una corsa contro il tempo e si spera che con l’aiuto dei cani specializzati nella ricerca delle persone, si possano trarre in salvo vite umane.

 

cane unità cinofila scava tra le macerie terremoto aquila

 

I rospi avevano previsto il terremoto a l’Aquila

rospo_comuneAnche gli animali più piccoli e immaginati come più “insignificanti”, possono nascondere grandi doti e magari chissà, un giorno i rospi da sempre considerati brutti a vedersi e scacciati come se avessero la peste, potrebbero prendersi una bella rivincita e diventare degli anfibi ricercati e tenuti nei giardini acquatici.Tra i tanti studi mai del tutto confermati, che prevedono la possibilità che molti animali possano sentire in anticipo l’arrivo di una catastrofe, sembra che adesso ne sia stato portato avanti uno che affermerebbe che proprio i rospi avrebbero capito che stava per arrivare il terremoto a l’Aquila, il 6 aprile del 2009.