
L’attacco di una “cubomedusa” lascia poche vie di scampo, anzi, fino ad oggi nessuna. Non esiste essere umano sulla terra che abbia mai potuto raccontare che cosa significhi trovarsi vicino da un esemplare assolutamente letale. Solo una bambina, nei giorni scorsi, ha impressionato tutto il mondo per essere riuscita nell’impresa da supereroi, una sorta di Harry Potter al femminile che riesce a sconfiggere “il male”, insomma. La vicenda è accaduta in Australia, ad una ragazzina di dieci anni che ha avuto un incontro ravvicinato con quella che viene anche detta “vespa di mare”. Quest’ultima, dotata di pericolosissimi tentacoli, può uccidere un essere vivente in meno di tre minuti, provocando un attacco cardiaco. La scienza non sa spiegarsi come abbia fatto questa ragazza a rimanere soltanto con una manciata di cicatrici, seppur poco estetiche e senza danni irreversibili per la sua salute.
Molte donne credono sia difficile trovare un uomo propenso alla vita familiare, e nel resto delle specie viventi non va poi tanto meglio, tutt’altro: pensate che in oltre il 95 per cento delle specie di mammiferi, il maschio non ha alcun ruolo nella crescita dei cuccioli e delega l’intero compito alla madre. Così, quando un micio di poche settimane si ritrova senza la sua mamma, è effettivamente privo di ogni attenzione dei genitori e rimane solo al mondo.
I disturbi urinari nel gatto possono essere causati da diversi fattori scatenanti, tra i quali calcoli nella vescica, infezioni, ostruzioni uretrali e da una condizione patologica chiamata cistite idiopatica felina (FIC, Feline idiopathic cystitis), un’infiammazione della vescica urinaria nel gatto di origine sconosciuta. Malattia conosciuta anche come patologia delle basse vie urinarie (FLUTD, lower urinary tract disease) o sindrome urologica felina (FUS, feline urologic syndrome). La cistite idiopatica felina colpisce, secondo le stime, l’1% della popolazione di gatti.
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