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Uruguay, morti migliaia di animali sulla costa

In Uruguay sono stati trovati migliaia di animali morti lungo le coste. Ancora non si conoscono le cause ma il sospetto è che possa avere a che farci lo stato di salute dell’oceano Atlantico.

Migliaia di animali morti in Uruguay

I cambiamenti climatici sono realtà e l’innalzamento della temperatura terrestre comporta più conseguenze di quelle che stiamo pronti ad accettare. In Uruguay, con molta probabilità, tutto ciò si è trasformato in migliaia di animali morti lungo le coste. E per decine di chilometri, specialmente nella parte meridionale della nazione.

Qualcosa che sottolinea come l’habitat naturale sia a repentaglio. Tanto quanto la salute di tutti. La ragione? La decomposizione dei corpi ormai senza vita.

Tra le vittime di questa moria in Uruguay delfini, tartarughe, uccelli marini. E in particolare giovani esemplari di pinguini di Magellano. Per quanto riguarda lo Spheniscus magellanicus sono stati migliaia i corpi ritrovati spiaggiati già solo nel corso dell’ultima marea. Il capo del dipartimento faunistico del ministero dell’ambiente dell’Uruguay, Carmen Leizagoyen non si è espresso sulle possibili cause.

Il cattivo odore delle carcasse si è sparso anche a distanza dalla costa. Al momento gli esperti stanno studiando i corpi per poter comprendere quali siano le ragioni di questa strage. Secondo alcuni sarebbe la carestia di pesce ad aver ucciso tutti questi animali, mentre per altri dipenderebbe dall’innalzamento delle temperature nell’oceano Atlantico meridionale.

Potrebbe averne colpe anche il Nino, fenomeno climatico periodico capace di sostenere sorgere di potenti cicloni subtropicali e il riscaldamento delle acque nell’oceano Pacifico. Altri ancora presuppongono che possa essere dipeso dall’ingestione di sostanze tossiche come sta avvenendo in California.

Da cosa potrebbe dipendere questa moria

I primi riscontri ottenuti dai veterinari insieme ai zoologi eliminerebbero quest’ultima possibilità. Dato che non risulterebbe cibo all’interno del loro stomaci per diversi giorni prima della data presunta di morte.

Questo renderebbe più probabile la presenza di carestia alla base di questi decessi. Anche perché, soprattutto per quel che riguarda i pinguini, si parla di esemplari giovani che presentano sintomi di malnutrizione.

Sebbene la morte dei pinguini secondo questi schemi venga ormai considerata praticamente ricorrente da alcuni esperti, allo stesso tempo viene sottolineato come la situazione attuale sia ben peggiore del solito.

Soprattutto perché tutti gli animali trovati spiaggiati sono apparsi molto magri, senza alimenti nello stomaco e senza strati di grasso a protezione dal caldo o dal freddo.

Con molta probabilità siamo davanti all’ennesimo esempio di come l’uomo ha peggiorato il clima terrestre. E di quali siano le conseguenze di questo comportamento scellerato.

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