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Green Hill, le motivazioni della sentenza della Cassazione

È destinata a fare giurisprudenza la sentenza della Cassazione che ha confermato le condanne per maltrattamento animali nell’allevamento lager Green Hill di Montichiari, nella zona di Brescia, dove anche anche i cuccioli venivano soppressi anziché essere curati.

Super cani beagle creati Cina

Le motivazioni sono state depositate il 6 marzo dopo che la corte di Cassazione il 3 ottobre 2017 ha definitivamente respinto il ricorso presentato dagli Avvocati di Green Hill.

Condannati con sentenza definitiva, con pene comprese tra un anno e un anno e mezzo di carcere, il direttore della struttura, Roberto Bravi, il legale rappresentante, Ghislaine Rondot, il veterinario responsabile, Renzo Graziosi, e la società proprietaria dell’allevamento Green Hill, dove si faceva sperimentazione su circa 2600 beagle prima della liberazione da parte dei cittadini nel 2012.

Non tutto è lecito in allevamento e a fini sperimentali: per la prima volta in Italia in tre gradi di giudizio è stato sancito che questi ambiti di attività hanno dei limiti e se operano oltre la norma speciale commettono reato! 

Una sentenza che fa giurisprudenza e che dimostra come le caratteristiche etologiche degli animali, anche se oggetto di sperimentazione, devono essere pienamente tenute in considerazione, così come per gli animali destinati a questa pratica non è possibile prevedere sistematicamente la loro uccisione o la mancanza di cure adeguate, solo perché inservibili. 

Scrive la LAV in un comunicato a ridosso della sentenza. È la LAV ad essere destinataria

La Lav è affidataria dei cani che furono sottoposti a sequestro giudiziario nell’estate del 2012. Ieri, 6 marzo, sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione che il 3 ottobre 2017 ha definitivamente respinto il ricorso presentato dagli Avvocati di Green Hill.

GREEN HILL, LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE

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