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Animali da compagnia: la Gran Bretagna elimina la quarantena

Una bella novità arriva dalla Gran Bretagna: pare che a partire dal 2012 il governo britannico eliminerà la quarantena di sei mesi cui erano costretti gli animali da compagnia prima di entrare nel Regno Unito. Una regola che, pensate bene, era in vigore fin dall’ottocento. Una bella apertura al resto dell’Europa: ora finalmente gli animali potranno viaggiare liberamente, al seguito dei loro padroni, con le vaccinazioni anti rabbiche cui tutti gli amici a quattro zampe sono ormai obbligati a sottoporsi. Il ministero dell’ambiente inglese ha annunciato la novità affermando che:

Non è più necessario imporre una quarantena di sei mesi agli animali da compagnia, grazie alle moderne vaccinazioni anti-rabbia e ad altri trattamenti ha annunciato in un comunicato il ministero dell’ambiente del governo di sua maestà. Gli animali dovranno semplicemente essere vaccinati contro la rabbia: resta obbligatorio un periodo di attesa di 21 giorni fra la vaccinazione e l’ingresso in Gran Bretagna

Il sistema di quarantena britannico era stato messo a punto nell’Ottocento per combattere la rabbia ed è ampiamente superato dai progressi scientifici. E’ tempo di cambiare queste regole sorpassate che hanno creato seri problemi a generazioni di proprietari di animali di compagnia e a chi degli animali aveva bisogno nella quotidianità.

Come funzionava fino ad oggi l’ingresso degli animali domestici in Inghilterra? I proprietari di cani e gatti dovevano mettere il cucciolo  in quarantena per sei mesi, il tutto preceduto da un esame del sangue obbligatorio che serviva per verificare con assoluta certezza l’assenza di malattie. Le nuove regole sono valide sia per l’ingresso di animali provenienti dall’Unione Europea sia da una serie di Paesi extra europei fra i quali Stati uniti e Australia. Saranno più rigide le norme per altri paesi come il Brasile, India e Sudafrica per i quali restano obbligatori l’esame del sangue e una quarantena di tre mesi, dato che si tratta di paesi più a rischio infettivo.

Fonte: Repubblica.it

Foto credit: Thinkstock

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