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#FreeMiro, raccolte quasi 200mila firme per la liberazione del pastore maremmano

Il caso di Miro, il pastore maremmano di Roveré della Luna sequestrato ai proprietari e portato in canile  perché abbaiava troppo in, è diventato internazionale catturando l’attenzione anche dei media oltre i confini dell’Italia.

miro

La raccolta di firme lanciata pochi giorni fa su change.org da Eva Munter, proprietaria di Miro, è già arrivata a quota 127mila per chiedere di sospendere l’istanza di sequestro e di permettere ai proprietari di affrontare il processo a fianco dell’animale, ma per conoscere il destino di Miro sarà necessario attendere il 10 aprile in occasione dell’udienza presso il tribunale di Trento per il dissequestro del cane.

Il sequestro è scattato dopo che un vicino di casa della proprietaria Eva Munter ha fatto scattare la denuncia accusando il cane di abbaiare troppo: ma a lamentarsi di fatto è sempre lo stesso vicino.

È bastato che una sola persona dichiarasse che il cane abbaiava per dar via a questa assurdo provvedimento, nonostante il resto del vicinato non avesse lamentato rumori molesti o fastidio, anche con le finestre aperte. Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando. Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo.

Scrive Eva nella petizione. Intanto a fianco di Miro si scherza anche il Movimento analista:

Ma abbaiare non è un diritto esistenziale per gli animali?

si domanda Rinaldo Sidoli del Movimento animalista.

Teniamo a precisare che la condotta della padrona appare non idonea a recare disturbo ad un numero indeterminato di persone, per tanto se a lamentarsi del cane è un solo vicino di casa, non è disturbo della quiete pubblica. 

Continua Sidoli confermando che il provvedimento del sequestro va in conflitto con la sentenza della Cassazione Penale 11 aprile 2012, n. 1523.

FREE MIRO, LA PETIZIONE PER LIBERARE IL PASTORE MAREMMANO

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