I cani intuiscono le reazioni dei padroni

I cani sono in grado di prevedere le reazioni dei padroni, grazie al loro alto grado di empatia nei confronti degli umani. Per chi possiede un cane ciò non è una grande novità, ma questo è anche il risultato di uno studio condotto da un team di veterinari del Hood College di Frederick nel Maryland, Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista Applied Animal Behaviour Science.

Lo studio ha preso le mosse dal fatto che, esattamente come i bambini, anche i cani quando fanno una marachella o rubano un po’ di cibo, lo fanno in modo silenzioso per evitare di essere scoperti dal padrone e, probabilmente, puniti; ciò avviene perché sono in grado di capire e prevedere la reazione del padrone non appena si accorgerà dell’accaduto.

Curiosità: il riscaldamento globale non fa più saltare i canguri

Qual è la caratteristica peculiare dei canguri? Quella di saltare anche se in un futuro prossimo questo potrebbe non accadere più. Lo rivela un nuovissimo studio pubblicato da qualche settimana sul Zoological Journal of the Linnean Society portato avanti da un gruppo di paleontologi australiani della Flinders University di Adelaide e della Murdoch University di Perth. Gli esperti non hanno fatto altro che prendere in osservazione i fossili di 35 specie differenti di questo marsupiale e di fare un confronto con le generazioni più moderne. Il modo di muoversi si è modificato parecchio ed, infatti, il salto adesso non è in alto ma in lungo e, addirittura, per procacciarsi del cibo è più semplice “camminare”, motivo per il quale le abitudini dell’animale stanno cambiando. La causa di tutto questo sarebbe legata al riscaldamento globale.

Quando il cane ha paura

A quanti di voi sarà capitato di avere a che fare con un cane pauroso, che si nasconde al minimo rumore e tende a non socializzare con gli altri cani ma a fuggire alla loro vista? Si tratta di una situazione veramente molto comune che non deve essere bè banalizzata nè trascurata: il cane deve superare le sue paure con il nostro aiuto. In primo luogo occorre tenere in considerazione che la paura può essere generata o da una scarsa socializzazione nei primi mesi di vita o da un evento traumatico che ha segnato il nostro cucciolo.

Un cucciolo cresciuto in un ambiente povero di stimoli potrà manifestare in età adulta una generale paura, insicurezza e timore in varie situazioni: il cane avrà quindi un atteggiamento preoccupato e ansioso nei confronti sia degli altri animali che degli esseri umani che delle novità in generale. Un cane che è sempre cresciuto in un ambiente tranquillo e sereno, catapultato in un luogo pieno di colori, suoni, persone, stimoli, certamente potrà manifestare ansie e timori.

Per curare la paura è importante infondere coraggio aiutando l’animale a capire che è al sicuro e che non ha nulla di cui preoccuparsi: un atteggiamento sereno e composto, per sdrammatizzare la situazione,, è perfetto ed infonderà calma anche al nostro amico a quattro zampe. Se ha paura degli altri cani non spingiamolo a tutti i costi verso di loro ma poniamolo in contatto con animali calmi e tranquilli, in modo che piano piano possa socializzare ed imparare a rispettare gli altri cani.

A Capri autobus vietati ai cani

Si fa un gran parlare dell’abbattere le barriere che impediscono ai proprietari di cani di viaggiare in lungo e in largo per la penisola, godendosi le vacanze in compagnia del fedele amico a quattro zampe. Eppure, nonostante gli sforzi per garantire più spiagge aperte agli animali, le numerose campagne contro gli abbandoni e le tante strutture pet-friendly di cui vi abbiamo parlato spesso in queste ultime settimane, ci sono ancora notizie che lasciano un po’ di amaro in bocca.

Come quella che circola in queste ore sul divieto per i cani di salire sugli autobus nell’isola di Capri. I cani vengono paragonati a oggetti ingombranti, come lo sono ad esempio le biciclette e non possono di fatto utilizzare il trasporto pubblico.

I cani, in Iraq, sono malati di stress

I cani in Iraq sono stressati, sofferenti e angosciati. Del resto non è impossibile da prevedere una cosa del genere, visto che la guerra non può mai portarsi dietro nulla di buono. Non soltanto i soldati al fronte, quindi, vivono una situazione estrema o al limite, ma anche “l’amico più fedele”, lo accompagna in questa “discesa nell’inferno” e studi recenti hanno confermato che l’esperienza traumatica dei conflitti, può davvero trasformarli se non per sempre, almeno per lungo tempo. Quelli che arrivano negli Stati Uniti dopo la vita tra una sparatoria e l’altra, quindi, mostrano strani comportamenti che denotano un vissuto fatto di disagi e stenti e questo non è giusto per una creatura indifesa e sempre pronta a schierarsi dalla parte degli esseri umani.

Stress post-traumatico, anche i cani ne soffrono: la storia di Gina

Anche i cani soffrono di stress post-traumatico. Lo dimostra il caso di Gina (la vedete nelle foto), un pastore tedesco in cura dopo essere rientrata dall’Iraq. Il cane che in guerra aveva il compito di rintracciare gli esplosivi, al suo ritorno a casa (in Colorado, USA), dopo sei mesi di missione, si rifiutava di entrare in qualunque stanza.

E fa discutere, proprio in questi giorni, dopo le proteste sollevate dall’ENPA (l’Ente Nazionale Protezione Animali), l’utilizzo di animali come soldato in operazioni militari di vario genere. Non solo cani per identificare gli ordigni, ma anche leoni marini impiegati come kamikaze, asini imbottiti di esplosivo e impiegati in missioni suicide, ratti, furetti, api impiegati su campi minati. Terribile, vero?

Gli animali diventano dei soldati: L’Enpa si ribella

E’ incredibile quanto gli uomini possano mancare di rispetto agli animali, dimenticando quanto questi sono in grado di star loro vicino senza chiedere nulla in cambio e donando affetto anche quando moltissime persone non ne meriterebbero affatto. L’ultima novità, del resto non proprio una scoperta dell’ultima ora, riguarda i cosiddetti “animali-soldato“, un triste fenomeno che, purtroppo, è più diffuso di quanto si possa immaginare. Milioni di esemplari appartenenti alle più svariate specie, infatti, vengono utilizzati a scopi militari e, ovviamente, portano ad altrettante innocenti vittime mese dopo mese. L’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, non ci sta è ha denunciato l’accaduto, rendendolo noto a tutti. Tuttavia non si deve pensare che si tratti soltanto di cani che sono destinati a questo triste destino, ma anche esemplari meno domestici come i leoni marini, i delfini e le otarie.

Estate: aumentano le liti tra vicini a causa degli animali

Il tribunale degli animali istituito presso l’AIDAA non ha pace nemmeno in estate: anzi, nel solo mese di luglio le liti tra vicini a causa dei cani sono addirittura triplicate rispetto al 2009! L’AIDAA informa che le richieste di consulenza ed intervento nel mese di luglio sono state ben 6.200 e quasi tutte relative a liti condominiali o tra vicini di casa riferite all’abbaiare dei cani. Il dato curioso però è il fatto che non siano solo coloro che si sentono infastiditi dall’abbaiare degli animali a rivolgersi all’AIDAA ma anche i padroni stessi dei cani, incapaci di gestire il proprio animale domestico o terrorizzati dalle minacce dei vicini.

La questione dell’abbaiare dei cani anche quest’anno con l’arrivo dell’estate si ripropone come uno dei maggiori motivi di litigio in condominio tra vicini, tantissime le segnalazioni e le telefonate di proprietari di cani impauriti e di vicini arrabbiati, vale la pena però di ricordare che comunque nell’almeno 85% dei casi si tratta di questioni risolvibili con un poco di buon senso da ambo le parti. Noi abbiamo messo a punto un decalogo di semplici regole da seguire nei casi più semplici per risolvere le questioni di controversie di condominio, che si può chiedere gratuitamente alla nostra associazione. E se serve si può ricorrere agli educatori cinofili che possono essere di aiuto nei casi più gravi.

Dice Lorenzo Croce presidente dell’Aidaa.

Cavalli, il decalogo della Martini per difenderli dal caldo

Le ondate di calore tipiche dei mesi estivi mettono in ginocchio anche i tuttozampe. Abbiamo già abbondantemente parlato di come difendere i nostri animali domestici dal colpo di calore, dalla disidratazione e dagli altri pericoli dovuti al caldo e al tasso di umidità eccessivo. Le regole sono più o meno le stesse per cani, gatti, conigli, roditori e uccelli: tanta acqua fresca, un posto garantito all’ombra, niente esposizione al sole nelle ore più calde ed un monitoraggio costante per individuare tempestivamente i sintomi tipici dei malori dovuti alle temperature eccessivamente elevate.

Oggi trattiamo del giusto comportamento da adottare nello specifico con i cavalli, raccogliendo i consigli diffusi dal Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini, stilati in un decalogo, redatto in collaborazione con la F.I.S.E., la Federazione Italiana Sport Equestri, l’U.N.I.R.E. (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) e la Federazione Italiana Giochi Storici.

Chi maltratta gli animali pagherà di più

Sugli animali negli ultimi tempi, per fortuna, anche la legge si sta muovendo per cercare di bloccare il triste fenomeno dei maltrattamenti e degli abbandoni. Un tema che viene affrontato praticamente ogni giorno adesso che è estate e le ferie stanno arrivando per tutti. In realtà, non esistono stagioni per coccolare un amico a quattro zampe e in tutti i dodici mesi chi si comporta male con queste tenere ed indifese creature deve essere punito in modo da non ripetere l’azione. Per questo motivo Federfauna, grazie ad una nota dal titolo “il sorpasso” punta l’attenzione sulle nuove norme che regolano i diritti della fauna. A queste vanno ad aggiungersi anche quelle del Codice Stradale che introducono il concetto di “stato di necessità” anche per quelli feriti, che devono assolutamente essere soccorsi come se si trattasse di persone, magari pure chiamando i mezzi di soccorso preposti a tale compito.

Il manto del gatto: cura e pulizia

Anche il manto del gatto, al pari di quello del cane, necessita di cure e di pulizia: occorrerà munirsi di una bella spazzola a denti stretti e non dura, realizzata in materiali naturali ed ergonomica, che riesca a penetrare efficacemente nel manto felino, districando i nodi presenti e rendendo il pelo soffice. Quando si spazzola il gatto sarebbe meglio seguire la direzione del pelo: questa regola però non vale per alcune razze feline, come persiano, exotic o gatto birmano, che invece richiedono un manto soffice e vaporoso.

La spazzolata dovrà essere un momento piacevole per il vostro gatto: non siate troppo energici nelle spazzolate ma nemmeno troppo superficiali. Il pelo deve essere districato ma il gatto non deve sentire dolore nè devono formarsi irritazioni al termine della tolettatura: cominciate dal capo, scendendo fino alla schiena, con un movimento costante e fermo. Anche pancia e fianchi dovranno essere strigliati mentre meglio lasciar stare le orecchie ed il muso, due parti del corpo che molti gatti non amano siano toccate. Per le femmine: attenzione ai capezzoli, non urtateli mentre spazzolate, potrebbero crearsi irritazioni.

Come già precisato il gatto deve vivere il momento della pulizia come un piacere e non come un incubo: meglio scegliere una parte della giornata in cui l’animale è tranquillo, come dopo i pasti, evitando di spazzolarlo al mattino presto o mentre è impegnato in altre attività. Sarebbe consigliabile abituare il gatto fin da piccolo alla pulizia, in modo che in età adulta risulti più docile.

Come scegliere il letto giusto per il nostro gatto

Cuscino, cesta, cuccia, trono, poltrona, divano o letto che dir si voglia: la forma cambia, la sostanza resta: fai-da-te o acquistato in negozio, rudimentale o pieno di pizzi e nastri, il giaciglio per il nostro gatto deve rispondere prima di tutto a dei requisiti fondamentali per il corretto riposo del micio. E, in secondo luogo soltanto, anche all’estetica.

Per scegliere il letto giusto, non dobbiamo tralasciare neanche altri aspetti, come la praticità del lavaggio ad esempio e i materiali delle varie componenti, più o meno graditi al gatto.
Vediamo una lista della principali caratteristiche che il giaciglio per i gatti deve soddisfare per definirsi comodo e funzionale.

Chernobyl: dopo 25 anni gli animali stanno ancora male

Sono trascorsi 25 anni dal disastro di Chernobyl, ma l’incidente che provocò l’immissione nell’aria di un gran numero di particelle radioattive continua a causare danni non soltanto agli esseri umani, ma anche agli animali. La biodiversità in generale, continua a soffrire degli effetti di quel tragico evento e a confermare questo dato, arrivano i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”. Sembra, addirittura, che le popolazioni di mammiferi ed uccelli in tutta la zona siano in forte e continua diminuzione, segno che le condizioni di vita non sono ottimali.