Il Vizsla, ovvero il Bracco Ungherese

Il suo nome è Vizsla, ma, questo maestoso cane da caccia da ferma, è conosciuto da noi come il nome di Bracco Ungherese a pelo corto. “Vizla” è una parola turca che significa “cercare”, e infatti questo cane discende da incroci di razze che accompagnavano diverse etnie indoeuropee negli spostamenti, e avevano il compito di aiutare l’uomo a cacciare la selvaggina, grazie al loro fiuto molto sviluppato.

La razza di cane autoctona ungherese si modificò nel corso sedicesimo secolo a causa dell’invasione dei turchi in Ungheria, ovvero quando il cane ungherese si accoppiò con il cane “giallo” turco: da questi incroci nacque il Vizsla.

Il Vizsla è sempre stato un cane molto amato dall’aristocrazia: da quella asburgica in primis, ma anche da quella italiana, basti pensare che questo animale è stato introdotto in Italia da Jolanda di Savoia, che era un’esperta cinofila.

I pesci delle Maldive

La ricchezza della fauna marina delle Maldive è famosa in tutto il mondo e anche chi non si dedica costantemente alle immersioni o allo snorkeling, ne conosce tale meravigliosa realtà. Chi, poi, ha la fortuna almeno una volta nella vita di recarsi tra gli atolli della zona, può notare anche a riva il passaggio di coloratissimi pesci tropicali dai colori così particolari da sembrare direttamente rubati alla tela di un pittore. Vediamo nello specifico di quali esemplari si tratta.

Pericolo zecche: ecco come combatterle

L’estate porta con se, purtroppo, due pericoli per i nostri amici a quattro zampe: i parassiti, in particolare pulci e zecche. Nel nostro paese si possono incontrare prevalentemente 2 tipi di zecche: la zecca dei boschi (Ixodes Ricinus) che può rendersi responsabile della trasmissione all’uomo di alcune malattie e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus), che normalmente colpisce solo il cane e solo eccezionalmente si attacca all’uomo o ad altri animali.

Questi piccoli insetti si attaccano alla cute dell’animale e si nutrono succhiando il suo sangue: le dimensioni variano ma possono diventare particolarmente grosse quando sono gonfie di sangue. Hanno un effetto debilitante sul benessere dell’ospite e possono trasmettere alcuni agenti infettivi patogeni agli animali ed all’uomo (es: encefaliti virali). Le zecche più comuni nel nostro paese sono le seguenti:

1) Riphicephalus sanguineus, detta anche zecca dei canili, è frequente in queste strutture d’accoglienza dei randagi. È specie endofila e privilegia quindi gli ambienti interni, parassita soprattutto il cane iniettandovi sostanze che possono risultare neurotossiche. Può trasmettere la Babesiosi, la Rickettsiosi, ed è agente vettore anche di Ehrlichiosi.

Dodici sintomi per riconoscere il cancro nel cane

I cani si ammalano comunemente di cancro. Il cancro è una malattia che è caratterizzata da un gruppo di cellule tumorali che crescono incontrollatamente arrivando ad invadere e a distruggere gradualmente, più o meno velocemente, i tessuti adiacenti. La massa tumorale può anche diffondersi in aree distanti dalla zona colpita in origine attraverso un processo che prevede la formazione di metastasi.
Il cancro si può insidiare nella pelle, sotto la pelle ed incidere in qualsiasi luogo o organo del corpo.

I sintomi del cancro differiscono in base alla diversa localizzazione e al tipo specifico di cancro. L’aggressività del tumore dipende dal tipo di tumore, dall’ubicazione e dalla risposta soggettiva dell’animale domestico.
Per riconoscere tempestivamente il cancro nel nostro cane e intervenire con terapie mirate, assicurandogli in tal modo maggiori probabilità di guarigione, ci viene in aiuto la lista stilata dalla medicina veterinaria sui sintomi tipici di un tumore.

I cani intuiscono le reazioni dei padroni

I cani sono in grado di prevedere le reazioni dei padroni, grazie al loro alto grado di empatia nei confronti degli umani. Per chi possiede un cane ciò non è una grande novità, ma questo è anche il risultato di uno studio condotto da un team di veterinari del Hood College di Frederick nel Maryland, Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista Applied Animal Behaviour Science.

Lo studio ha preso le mosse dal fatto che, esattamente come i bambini, anche i cani quando fanno una marachella o rubano un po’ di cibo, lo fanno in modo silenzioso per evitare di essere scoperti dal padrone e, probabilmente, puniti; ciò avviene perché sono in grado di capire e prevedere la reazione del padrone non appena si accorgerà dell’accaduto.

Curiosità: il riscaldamento globale non fa più saltare i canguri

Qual è la caratteristica peculiare dei canguri? Quella di saltare anche se in un futuro prossimo questo potrebbe non accadere più. Lo rivela un nuovissimo studio pubblicato da qualche settimana sul Zoological Journal of the Linnean Society portato avanti da un gruppo di paleontologi australiani della Flinders University di Adelaide e della Murdoch University di Perth. Gli esperti non hanno fatto altro che prendere in osservazione i fossili di 35 specie differenti di questo marsupiale e di fare un confronto con le generazioni più moderne. Il modo di muoversi si è modificato parecchio ed, infatti, il salto adesso non è in alto ma in lungo e, addirittura, per procacciarsi del cibo è più semplice “camminare”, motivo per il quale le abitudini dell’animale stanno cambiando. La causa di tutto questo sarebbe legata al riscaldamento globale.

Quando il cane ha paura

A quanti di voi sarà capitato di avere a che fare con un cane pauroso, che si nasconde al minimo rumore e tende a non socializzare con gli altri cani ma a fuggire alla loro vista? Si tratta di una situazione veramente molto comune che non deve essere bè banalizzata nè trascurata: il cane deve superare le sue paure con il nostro aiuto. In primo luogo occorre tenere in considerazione che la paura può essere generata o da una scarsa socializzazione nei primi mesi di vita o da un evento traumatico che ha segnato il nostro cucciolo.

Un cucciolo cresciuto in un ambiente povero di stimoli potrà manifestare in età adulta una generale paura, insicurezza e timore in varie situazioni: il cane avrà quindi un atteggiamento preoccupato e ansioso nei confronti sia degli altri animali che degli esseri umani che delle novità in generale. Un cane che è sempre cresciuto in un ambiente tranquillo e sereno, catapultato in un luogo pieno di colori, suoni, persone, stimoli, certamente potrà manifestare ansie e timori.

Per curare la paura è importante infondere coraggio aiutando l’animale a capire che è al sicuro e che non ha nulla di cui preoccuparsi: un atteggiamento sereno e composto, per sdrammatizzare la situazione,, è perfetto ed infonderà calma anche al nostro amico a quattro zampe. Se ha paura degli altri cani non spingiamolo a tutti i costi verso di loro ma poniamolo in contatto con animali calmi e tranquilli, in modo che piano piano possa socializzare ed imparare a rispettare gli altri cani.

A Capri autobus vietati ai cani

Si fa un gran parlare dell’abbattere le barriere che impediscono ai proprietari di cani di viaggiare in lungo e in largo per la penisola, godendosi le vacanze in compagnia del fedele amico a quattro zampe. Eppure, nonostante gli sforzi per garantire più spiagge aperte agli animali, le numerose campagne contro gli abbandoni e le tante strutture pet-friendly di cui vi abbiamo parlato spesso in queste ultime settimane, ci sono ancora notizie che lasciano un po’ di amaro in bocca.

Come quella che circola in queste ore sul divieto per i cani di salire sugli autobus nell’isola di Capri. I cani vengono paragonati a oggetti ingombranti, come lo sono ad esempio le biciclette e non possono di fatto utilizzare il trasporto pubblico.

I cani, in Iraq, sono malati di stress

I cani in Iraq sono stressati, sofferenti e angosciati. Del resto non è impossibile da prevedere una cosa del genere, visto che la guerra non può mai portarsi dietro nulla di buono. Non soltanto i soldati al fronte, quindi, vivono una situazione estrema o al limite, ma anche “l’amico più fedele”, lo accompagna in questa “discesa nell’inferno” e studi recenti hanno confermato che l’esperienza traumatica dei conflitti, può davvero trasformarli se non per sempre, almeno per lungo tempo. Quelli che arrivano negli Stati Uniti dopo la vita tra una sparatoria e l’altra, quindi, mostrano strani comportamenti che denotano un vissuto fatto di disagi e stenti e questo non è giusto per una creatura indifesa e sempre pronta a schierarsi dalla parte degli esseri umani.

Stress post-traumatico, anche i cani ne soffrono: la storia di Gina

Anche i cani soffrono di stress post-traumatico. Lo dimostra il caso di Gina (la vedete nelle foto), un pastore tedesco in cura dopo essere rientrata dall’Iraq. Il cane che in guerra aveva il compito di rintracciare gli esplosivi, al suo ritorno a casa (in Colorado, USA), dopo sei mesi di missione, si rifiutava di entrare in qualunque stanza.

E fa discutere, proprio in questi giorni, dopo le proteste sollevate dall’ENPA (l’Ente Nazionale Protezione Animali), l’utilizzo di animali come soldato in operazioni militari di vario genere. Non solo cani per identificare gli ordigni, ma anche leoni marini impiegati come kamikaze, asini imbottiti di esplosivo e impiegati in missioni suicide, ratti, furetti, api impiegati su campi minati. Terribile, vero?

Gli animali diventano dei soldati: L’Enpa si ribella

E’ incredibile quanto gli uomini possano mancare di rispetto agli animali, dimenticando quanto questi sono in grado di star loro vicino senza chiedere nulla in cambio e donando affetto anche quando moltissime persone non ne meriterebbero affatto. L’ultima novità, del resto non proprio una scoperta dell’ultima ora, riguarda i cosiddetti “animali-soldato“, un triste fenomeno che, purtroppo, è più diffuso di quanto si possa immaginare. Milioni di esemplari appartenenti alle più svariate specie, infatti, vengono utilizzati a scopi militari e, ovviamente, portano ad altrettante innocenti vittime mese dopo mese. L’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, non ci sta è ha denunciato l’accaduto, rendendolo noto a tutti. Tuttavia non si deve pensare che si tratti soltanto di cani che sono destinati a questo triste destino, ma anche esemplari meno domestici come i leoni marini, i delfini e le otarie.

Estate: aumentano le liti tra vicini a causa degli animali

Il tribunale degli animali istituito presso l’AIDAA non ha pace nemmeno in estate: anzi, nel solo mese di luglio le liti tra vicini a causa dei cani sono addirittura triplicate rispetto al 2009! L’AIDAA informa che le richieste di consulenza ed intervento nel mese di luglio sono state ben 6.200 e quasi tutte relative a liti condominiali o tra vicini di casa riferite all’abbaiare dei cani. Il dato curioso però è il fatto che non siano solo coloro che si sentono infastiditi dall’abbaiare degli animali a rivolgersi all’AIDAA ma anche i padroni stessi dei cani, incapaci di gestire il proprio animale domestico o terrorizzati dalle minacce dei vicini.

La questione dell’abbaiare dei cani anche quest’anno con l’arrivo dell’estate si ripropone come uno dei maggiori motivi di litigio in condominio tra vicini, tantissime le segnalazioni e le telefonate di proprietari di cani impauriti e di vicini arrabbiati, vale la pena però di ricordare che comunque nell’almeno 85% dei casi si tratta di questioni risolvibili con un poco di buon senso da ambo le parti. Noi abbiamo messo a punto un decalogo di semplici regole da seguire nei casi più semplici per risolvere le questioni di controversie di condominio, che si può chiedere gratuitamente alla nostra associazione. E se serve si può ricorrere agli educatori cinofili che possono essere di aiuto nei casi più gravi.

Dice Lorenzo Croce presidente dell’Aidaa.

Cavalli, il decalogo della Martini per difenderli dal caldo

Le ondate di calore tipiche dei mesi estivi mettono in ginocchio anche i tuttozampe. Abbiamo già abbondantemente parlato di come difendere i nostri animali domestici dal colpo di calore, dalla disidratazione e dagli altri pericoli dovuti al caldo e al tasso di umidità eccessivo. Le regole sono più o meno le stesse per cani, gatti, conigli, roditori e uccelli: tanta acqua fresca, un posto garantito all’ombra, niente esposizione al sole nelle ore più calde ed un monitoraggio costante per individuare tempestivamente i sintomi tipici dei malori dovuti alle temperature eccessivamente elevate.

Oggi trattiamo del giusto comportamento da adottare nello specifico con i cavalli, raccogliendo i consigli diffusi dal Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini, stilati in un decalogo, redatto in collaborazione con la F.I.S.E., la Federazione Italiana Sport Equestri, l’U.N.I.R.E. (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) e la Federazione Italiana Giochi Storici.