Pet Sitter: un mestiere in ascesa

Il mestiere del pet sitter è divenuto ormai di largo consumo: sono molte le persone, con una gran passione per gli animali, che decidono di intraprendere tale strada. Ma come diventare un bravo pet sitter? L’OPSI, Obiettivo Pet Sitter Italia, offre una serie di corsi specifici per iniziare a muovere i primi passi in questa professione ed acquisire competenze specifiche rivolte a tutti gli animali, non solo cani. La  figura del dog sitter in particolare non è semplicemente di colui che porta il cane a passeggio al parco, ma un amico del cane stesso che sostituisce il proprietario in alcuni momenti della giornata, prendendosene cura.

Le principali capacità richieste ad un dog sitter sono: l’amore per i cani, non condizionato dalla razza o da difetti estetici o fisici, il senso di responsabilità e l’esperienza nel trattare con loro, quest’ultima caratteristica si acquista con il tempo. Al momento non esiste ancora un albo professionale di riferimento, anche se la proposta di una creazione in tal senso è stata avanzata dall’On. Brambilla, ministro del turismo. Che cosa deve saper fare un buon dog sitter? Certamente deve saper ascoltare l’animale: capire le sue esigenze e le sue paure, porsi nei suoi confronti in modo amichevole.

Il dog sitter deve essere un amico del cane, non un padrone: il gioco, la passeggiata, la carezza sono tutti elementi essenziali, che spesso a causa della vita frenetica di tutti i giorni, dimentichiamo di concedere al nostro pet.

Eredità agli animali, AIDAA: 35 miliardi di euro solo in Italia

Il giudice di di Milano, Damiano Spera, potrà anche aver sentenziato che quando perdiamo un animale non c’è alcun danno morale, ma se sempre più italiani decidono di lasciare i loro beni agli animali domestici piuttosto che a familiari ed amici, qualche legame affettivo dovrà pur essersi stabilito tra i tuttozampe e le persone. Molto stretto, direi, a giudicare dalla cifre diffuse dall’AIDAA, l’Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente, sulle eredità di cui sono potenziali beneficiari cani, gatti & co: pensate un po’, ben 35 miliardi di euro.
E diciamo potenziali, perché si tratta di stime calcolate sulla base di un sondaggio rivolto ad un campione di 3.000 famiglie italiane su un totale di 10 milioni di famiglie che detengono animali domestici.

Dai risultati si evince che il 20% degli intervistati vuole stanziare una cifra per il mantenimento degli animali dopo la dipartita o ancora dare in beneficenza denaro ad associazioni che si occupano della tutela e della difesa dei diritti degli animali.
Il 6% intende lasciare tutta o parte dell’eredità ad un tutore che si prenda cura del cane piuttosto che del gatto anche se, tra il dire ed il fare, ci sono di mezzo figli, parenti ed amici che solitamente vengono privilegiati, come è giusto che sia, al momento di farlo davvero il testamento e non di rispondere ad un semplice sondaggio.

La capacità degli amici a quattro zampe di vivere il presente

Forse gli uomini dovrebbero imparare da loro, dagli animali, ed in particolare dagli amici a quattro zampe. Troppo concentrati sul passato nella speranza di rendere il futuro migliore, gli esseri umani si perdono gran parte della bellezza di ogni istante, cosa che non succede nel regno della fauna, dove si tende a vivere con grande intensità le emozioni del qui e ora. Concentrarsi sul momento, è in grado di modificare la loro percezione della realtà e di incanalarla sull’accettazione di ciò che è e non su ciò che è stato, cosa che noi invece non facciamo quasi mai. Questo però non vuol dire che un trauma passato o una esperienza positiva già trascorsa non vengano ricordati e temuti o aspettati, ma è difficile che ne vengano previste le conseguenze. Ci sono delle creature del regno animale ad esempio, che sono capaci di ferirsi una zampa pur di liberarsi da una trappola che li tiene bloccati, tuttavia non si rendono conto del dopo, cioè del fatto che potranno provare dolore o anche rimanere zoppi per sempre.

Come comportarsi con un cane spaventato

Spesso accade di avere a che fare con cani spaventati, inibiti, che non vogliono lasciarsi avvicinare dall’uomo. Come comportarsi in questi casi? Non bisogna avere paura, gli animali la percepiscono, ma occorre seguire alcune regole di comportamento essenziali che faranno si che il cane riesca a fidarsi di noi. In primo luogo mettetevi di fronte al cane, abbassandovi al suo livello: se siete in piedi mettetevi in ginocchio o seduti a terra, in modo da non sovrastarlo con la vostra stazza superiore alla sua.
Lasciate che il cane si comporti come vuole: se vuole stare seduto lasciatelo seduto, è molto frequente che i cani spaventati tendano a nascondere i propri genitali. Avvicina la mano al suo muso: il movimento della mano deve essere fermo, alzategli delicatamente il muso ma solo se non si incontrano resistenze. In tal caso non forzatelo e mantenete la posizione assunta. Con l’altra mano via libera alle carezze: delicate e dolci, sotto il collo. Quando avrete stabilito un primo contatto potrete accarezzargli anche la testa. Movimenti lenti, senza scatti: il cane già spaventato potrebbe pensare ad una situazione di pericolo.
Oltre ad accarezzare la testa, parlategli con dolcezza, a voce bassa, senza urla e cambi di tonalità di voce: il cane si abituerà a sentire il suono della vostra voce e capirà che non vi sono pericoli. Se il cane invece tende ad indietreggiare è bene lasciarlo fare e non avvicinarsi ancora. Quando il cane è al guinzaglio ha poche possibilità di fuga, quindi chiuderlo in un angolo potrebbe farlo sentire in pericolo e spingerlo a reagire aggressivamente.

Cavalli in corsa verso la libertà intrappolati da elicotteri, succede in America

Sono 40.000 in tutto, sparsi fra dieci Stati americani, e continuano a correre verso la libertà, sovrastati da elicotteri che li inseguono per intrappolarli, tarpando quelle criniere al vento, ultime reduci di un passato tormentato.
Stiamo parlando dei branchi di cavalli ancora liberi presenti sul suolo americano. La loro è una storia che affonda le sue radici al XVI secolo quando gli Spagnoli importarono i primi mustang in Messico che formarono branchi liberi.

La storia dell’evoluzione della caccia per impossessarsi della libertà del cavallo è lunga e burrascosa. Dai cowboys con il lazo del Far West agli elicotteri che oggi, nel deserto californiano, cercano di spingere i cavalli verso trappole tecnologiche, utilizzando un cavallo-giuda che guida il branco verso una trappola ad imbuto. La corsa verso la libertà si trasforma così in una corsa senza senso, di chilometri e chilometri, incontro alla prigionia.

Stagione venatoria 2010-2011: già raccolte 100.000 firme per abolirla

Ieri è iniziata la stagione della caccia 2010-2011 che si chiuderà il 31 gennaio e che già all’inizio che si preannuncia piena di polemiche, considerando anche le 100.000 firme raccolte per abolirla e dal corteo organizzato a Venezia dal Ministro del Turismo Michela Brambilla, dell’oncologo Umberto Veronesi, già ideatori del Manifesto per la coscienza degli animali. A proposito della caccia, ecco cosa si legge nel Manifesto:

La coscienza animalista è una grande ricchezza di cui andare orgogliosi. Al centro c’è il rifiuto deciso della barbara pratica della caccia da parte di una schiacciante maggioranza dell’opinione pubblica che non deve più essere ignorata. Chi si dedica a questa attività non solo nuoce agli animali del Pianeta, ma provoca anche grave danno all’ambiente.

Oltre all’amore per gli animali e per l’ambiente, le polemiche riguardano anche la questione della sicurezza, soprattutto perché, secondo le varie associazione, nella scorsa stagione venatoria, sono stati 23 i cacciatori morti e oltre 53 quelli feriti, senza contare le vittime tra i cittadini.

Il cavallo Berbero, splendido esemplare dell’Africa settentrionale

Quella per i cavalli è una passione a parte che accomuna moltissime persone di tutte le età che appena possono si iscrivono ad un corso di equitazione o vanno alla ricerca di esemplari particolari, solo per poterli allevare o coccolare per qualche istante. Ne esistono molte specie, ognuna legata ad una particolare area geografica e con caratteristiche specifiche. Simbolo di fierezza e libertà e non soltanto di corse clandestine, purtroppo oggi troppo spesso nelle pagine di cronaca o, ancora, di fiere di paese dove vengono fatti correre oltre le loro possibilità, sono fedeli amici dell’uomo da tempi ormai remoti.

I cani della camorra, una morte randagia tra combattimenti illegali e atroci sofferenze

Cani tenuti al buio, affamati, assetati, con sul corpo segni evidenti di morsi e lotte feroci, visibilmente impauriti e aggressivi per difesa. Questa la scena terribile che si è presentata due giorni fa davanti agli occhi del nucleo di carabinieri della compagnia Stella, guidati dal capitano Piercarmine Sica, all’ingresso in una baracca abusiva a ridosso del rione Sanità, a Napoli.

All’interno la temperatura era irrespirabile: colpa del sole battente sulle lamiere tutto il giorno. I cani latravano da qualche tempo ed i loro lamenti hanno insospettito gli agenti che hanno forzato il lucchetto.
Nella baracca gabbie perlopiù vuote, solo tre occupate, una da uno yorkshire e le altre da due meticci, altre ancora ospitavano dei canarini.
Di acqua, cibo, luce ed umanità neanche l’ombra. Gli animali sono stati trasferiti all’ospedale veterinario di Frullone. Ora si indaga per identificare i carcerieri, battendo su varie piste: forse sono cani della camorra, utilizzati per lotte clandestine, o cani allevati illegalmente.

Avellino: ancora animali abbandonati in un cassonetto

Sei cuccioli di cane e la loro madre, abbandonati in un cassonetto della spazzatura sono stati salvati dai carabinieri a Montella, nella zona dell’Alta Irpinia. Gli animali, che al momento del ritrovamento si trovavano tutti in stato di disidratazione e forte denutrizione, oltre ad essere sprovvisti di microchip, si trovavano all’interno di uno scatolone chiuso con del nastro isolante e abbandonati all’interno di un cassonetto dell’immondizia.

Senza l’intervento dei carabinieri sarebbero sicuramente morti: i cagnolini di razza meticcia, sono stati accuditi e nutriti dal personale intervenuto, quando ormai erano allo stremo delle forze e accaldati. Subito i sette animali sono stati presi in consegna dai veterinari dell’asl competente, che hanno dichiarato che sono probabilmente stati abbandonati il giorno prima dai legittimi proprietari.

La vendetta di Kitty, torna al cinema un film dedicato agli animali

L’odio profondo che colpisce cani e gatti che non sono cresciuti insieme è cosa risaputa e ormai protagonista di molti detti popolari e la voglia dell’uomo di vederli, per una volta, collaborare, si è tradotta dieci anni fa in un lungometraggio divertente legato proprio alle due specie. Lo stesso che adesso ritorna nelle sale cinematografiche per il secondo capitolo, stavolta intitolato “Cani e Gatti-La vendetta di Kitty,” il sequel. I botteghini americani in quel periodo guadagnarono parecchio e adesso sperano di bissare il successo ed è già possibile vedere su internet il trailer italiano.

Milano: domenica sarà la capitale del Cane simpatia

Domenica Milano ospiterà tante zampette di amici a quattro zampe che percorreranno la passerella della sfilata canina organizzata dall’associazione di volontariato Diamoci La Zampa, da 22 anni impegnata sul fronte della prevenzione contro l’abbandono e il randagismo. La sfilata a partire dalle ore 15.00 si terrà a Parco Forlanini, sarà aperta a tutti, cani di razza e non: elemento essenziale della giornata sarà la simpatia.

Saranno premiati il cane più simpatico gigante, il più allegro Pesi medi, il più scavezzacollo Mini e il cucciolo più discolo. E vincono anche il più ciccione (Premio Panzerotto), il più magrolino (Premio Smilzo), quello con le orecchie più lunghe (Premio Dumbo). Ma ci sono anche il Premio Skizzo e Buonanotte, che vanno rispettivamente al cane che avrà sfilato velocissimo e a quello che invece se l’è presa più comoda. Non mancheranno anche due premi tradizionali: quello Fedeltà, per il quattrozampe da più anni con il suo compagno umano e quello per il nome più buffo.

In palio altri due premi, per il cane Più simpatico adottato da un canile e per quello Più simpatico adottato dalla strada. Nel tardo pomeriggio Best In Show, dimostrazione di gare di Agility ed obbedienza: tutti i partecipanti potranno provare gratuitamente l’agility, per scoprire magari che il proprio amico a quattro zampe è portato per tale disciplina. In giuria Davide Cavalieri di Radio Bau e Marco Moresco della rivista Pets&TheCity.

Cane caduto da traghetto Moby, interviene la Martini

Ricordate la vicenda del cane caduto dal traghetto e non soccorso tempestivamente, o almeno stando a quanto riferito dai proprietari dell’animale, di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa? Riassumendo la vicenda, per chi si fosse perso questo triste episodio, il traghetto Moby, in viaggio da Portoferraio verso Piombino, il 30 giugno scorso non si era fermato in tempo per soccorrere Tita, cagnolina imbarcatasi insieme ad una coppia di coniugi di Collodi (Pistoia), e finita accidentalmente in mare sfuggendo al loro controllo. E non si era fermato perché non previsto dal regolamento.

Torniamo a parlarne perché su quanto è accaduto è intervenuto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini proponendo

una immediata modifica del Codice di Navigazione che recepisca la norma di civiltà già inserita nel Codice della Strada in materia di obbligo di soccorso agli animali.
Se questo vuoto normativo non sarà al più presto colmato, in questi gravi casi i milioni di proprietari di cani non avrebbero altra scelta che gettarsi in mare in aiuto del loro cane, dato che solo in presenza di ‘uomo in mare’ esiste un immediato protocollo obbligatorio di recupero. Personalmente se vivessi un dramma così con il mio cane attualmente non avrei scelta.

Rischiano di estinguersi anche le tartarughe d’acqua dolce

Non sono soltanto i cambiamenti climatici e il conseguente aumento delle catastrofi naturali a far preoccupare gli esperti: sono, infatti, sempre di più le creature viventi che rischiano l’estinzione se non si riuscirà ad intervenire in tempo. L’allarme è lanciato continuamente dagli esperti, eppure sembra che non ci siano grossi miglioramenti all’orizzonte e, adesso, anche le tartarughe d’acqua dolce potrebbero scomparire per sempre a breve termine. L’allarme è stato lanciato da poco da Conservation International e sarebbe legato, in particolare, ad alcune specie che devono tenere conto di molti fattori per poter sopravvivere.