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LAV, animali domestici tassati come beni di lusso

La denuncia arriva dalla LAV: è la Lega anti vivisezione, la ong animalista, che ha commentato i recenti dati diffusi da Eurispes nel Rapporto Italia 2018.

In Italia sono milioni gli animali domestici che vivono in famiglia e che continuano ad essere considerati come “cose” dal punto di vista giuridico se non addirittura “beni di lusso”.

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La conferma arriva dal fatto che il fisco prevede per cure veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro, la stessa e identica aliquota iva del 22% che si applica ai beni di lusso. 

Insomma animali domestici come beni di lusso è la denuncia della LAV che conferma una trend ormai consolidato: gli animali sono diventati a pieno titolo come veri e propri componenti della famiglia. L’indagine Eurispes, conta che solo nel 2018 circa 3 italiani su 10 hanno accolto un animale domestico in casa (circa il 32,4%): sono i cani ad essere ancora considerati i migliori amici dell’uomo (con il 63,3% accolti in casa), seguiti dai gatti (con il 38,7%), dagli uccelli (6,2%), dai conigli (5,9%), dalle tartarughe (5%) e dai pesci (4,8%). Un fenomeno in lenta e costante crescita che porta gli animali a essere considerati come veri e propri animali d’affezione: i dati confermano che oltre la metà (il 53,5%) di chi un animale in casa scene consapevolmente di dedicare parte del proprio tempo libero per il benessere e le necessità del proprio compagno di vita e circa il 46,2% è anche disposto a rinunciare anche ad occasioni di svago o a viaggi nel caso in cui l’animale non venga accolto.

I dati confermano che il 57% di chi ha accolto un animale in casa arriva a spendere fino a 50 euro al mese curarlo e il 51% arriva a 100 euro. Ingiusto considerarli dei beni di lusso.

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