Home » News » Infermiera salva in gatto randagio, licenziata

Infermiera salva in gatto randagio, licenziata

Licenziata, e in tronco per aver salvato un gattino randagio, che ha trasportato a bordo del pulmino dove stava viaggiando con alcuni malati di Alzheimer.

gatto trasloco

Protagonista, un’infermiera di Bari, Patrizia Antonino, operatrice socio-sanitaria di 43 anni assunta con contratto a tempo indeterminato in una cooperativa che si occupa di malati di Alzheimer. 

La donna è stata licenziata per aver salvato un gattino abbandonato e malnutrito e trovato  all’interno di una scatola di cartone. La notizia, riportata qualche giorno fa dal portale di zona dabitonto.com, ha suscitato non poche polemiche anche se la vicenda è accaduta qualche mese fa.

Tutto risale a qualche mese fa quando l’infermiera è stata convocata nel centro della struttura per una riunione. Prima di arrivare al lavoro nel centro, la donna trova un gattino abbandonato in una scatola e decide di portarlo con sé. Arrivata al centro, la vice coordinatrice del centro le chiede di riportarlo dove lo ha trovato e la donna esegue.

LA CAMPAGNA IO NON TI ABBANDONO

Ala guida del pulmino qualche ora ora dopo insieme ai malati di Alzheimer, la donna nota che micetto sta attraversando ancora la strada: lo salva di nuovo e lo rimette nella scatola. Sono i pazienti che le chiedono di caricarlo sul pulmino, assicurandosi che nessuno si avvicino al micio. E quando l’infermiera si ferma davanti a casa, la nipote si offre di occuparsene.

Una storia a lieto fine? Non esattamente? La direzione della struttura la convoca, sospende l’infermiera e poi la licenzia con una lettera arrivata il 15 maggio adducendo come motivazione un comportamento visto come “potenziale pericolo cagionato alla paziente”: dopo la sospensione cautelate dal servizio è arrivato il licenziamento senza preavviso.

Lotterò per avere quello che mi spetta, sono pronta ad andare fino in fondo a questa questione, davvero assurda. Se lo rifarei? Assolutamente sì.

Ha dichiarato la donna al portale mentre su Firmiamo.it, scatta la petizione online,  per la raccolta firme per aiutare la donna che non ha venuta meno a nessuna delle  mansioni previste dalla sua professione.

photo credits | thinkstock

Lascia un commento