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L’Hachiko italiano è a Borgo San Lorenzo

hachiko italianoVe ne abbiamo parlato qualche tempo fa della storia di Hachiko, cane giapponese che aspettò il padrone alla stazione, tutti i giorni, alla stessa ora, anche dopo la sua morte, illudendosi di vederlo ricomparire. Una storia vera che aveva suscitato commozione e spinto i cittadini di Shibuya a creare una statua che ne celebrasse l’esemplare fedeltà: l’immagine di un cane che aspetta, imperterrito, trascorse le stagioni, trascorsi gli anni, è ancora lì, immortalata nel marmo.

Da questa storia è nato anche un film, nelle sale proprio in questo periodo natalizio, Hachiko a dog’s story, in cui il padrone che non torna è interpretato magistralmente da Richard Gere. Una pellicola commovente che, giurano in molti, farà versare più di una lacrima a chi si lascia intenerire dall’immenso amore di cui sono capaci solo i cani, disinteressato, imperituro, che sopravvive anche all’assenza e alla lontananza fisica.

Ebbene, ma lo sapevate che anche in Italia esiste un Hachiko? Il Fido italiano si trova a Borgo San Lorenzo, in Toscana, dove si erige la statua di un cane che aspettò per ben 14 anni il suo padrone, l’operaio Carlo Soriani, alla corriera. Questi trovò la morte, insieme ad altre 102 persone, nel corso del bombardamento del 30 dicembre 1943, in piena seconda guerra mondiale. Racconta il sindaco del paese toscano, Giuseppe Bettarini:

Era una fredda sera dell’inverno 1941 quando Carlo Soriani sentì un guaito…”. L’operaio sta tornando da San Lorenzo alla sua casa nella frazione di Luco. Nel greto di un torrente trova un cucciolo ferito. Lo porta a casa, diventa “suo”. Non è bravo a caccia, il cagnolino. Fido non sa nemmeno fare la guardia. Ma ogni mattina alle 5,30 sveglia il padrone, e assieme vanno alla corriera. Alla sera, alle 19, il cane è lì in piazza. A volte il padrone scherza, non scende dalla corriera. Il cane sale e lo va a cercare, nascosto dietro un sedile. Questo per due anni, fino alla sera del 30 dicembre, quando le bombe distruggono la fabbrica dove lavora il padrone. “Fido, fedele al suo appuntamento, era lì ad aspettare anche quella sera. Gli operai scesero in silenzio, con facce pallide… Fido esaminò uno ad uno tutti i viaggiatori poi saltò sulla corriera e invano cercò fra i sedili Carlo Soriani. Tornò a casa da solo e la famiglia Soriani capì che Carlo non sarebbe più tornato”. 
In pochi giorni, nella piazzetta di Luco, tutti notano questo cane che aspetta. “Da allora, puntualmente, ripeté ogni pomeriggio per quasi quattordici anni questo suo viaggio da casa alla piazza. Il giorno lo passa sul cocuzzolo davanti a casa, con il naso in su, rivolto verso Borgo San Lorenzo. Anche negli ultimi anni di vita, quando le zampe non lo sorreggevano più, con gli occhi annebbiati, le orecchie ciondoloni, era sempre lì ad aspettare”.

[Fonte: Repubblica]

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