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Green Hill: LAV vs Melosi presidente ANMVI

In difesa dell’allevamento Green Hill, sono arrivati tre nuovi medici veterinari, secondo quanto appurato dal dispositivo del tribunale del riesame di Brescia: a darne notizia è la LAV, Lega Anti Vivisezione che da tempo si oppone alla situazione di Green Hill a tal punto da aver stimolato le indagini al riguardo ed essere stata nominata insieme a Legambiente custode giudiziaria dei cani sotto sequestro. In particolare, l’azienda sotto inchiesta avrebbe presentato la settimana scorsa un’istanza per la revoca dell’affidamento dei beagle ai custodi giudiziari (che sappiamo essere stata negata) perché questa situazione, tra le varie cose, non avrebbe permesso ai medici veterinari consulenti di visitare gli animali affidati.

Nulla di male, richiesta lecita, fisiologica contrapposizione legale. Se non che i veterinari in questione ricoprono dei ruoli molto particolari ed è su loro che ora punta l’indice la LAV. Chi sono? Marco Melosi, presidente dei veterinari Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), con studio a Cecina (Livorno) e presidente dell’Ordine dei Veterinari di Livorno; Massenzio Fornasier, dipendente di Siena Biotech partner dell’industria farmaceutica Roche, iscritto all’Ordine di Milano e presidente dei veterinari di laboratorio di sperimentazione Sival-Anmvi; Gianni Dal Negro, dipendente dell’industria farmaceutica GlaxoSmithKline, presidente dell’Aisal-Associazione scienza animali da laboratorio. Su questo ultimo in particolare, spiega un comunicato della LAV, si sta valutando la presentazione di una denuncia per esercizio abusivo della professione in quanto

“dichiarato medico veterinario ma non iscritto ad alcun Ordine e, quindi, non esercitante legalmente la professione”.

Parole forti, che sembrano quasi nulle in confronto a quelle pronunciate contro Melosi:

“chiediamo ai veterinari iscritti all’Anmvi di proporre la decadenza del proprio presidente Marco Melosi nonché alla Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari di rimuovere Melosi dalla presidenza dell’Ordine provinciale di Livorno. Per quest’ultimo, inoltre, l’unico dei tre ad avere un ambulatorio privato, chiediamo a tutti i suoi clienti e ai cittadini di Cecina e della provincia di Livorno di preferire altri veterinari che non forniscono disponibilità a collaborare con strutture di sofferenza e per la morte degli animali”.

Di certo la replica non tarderà ad arrivare.

Foto: Thinkstock

 

 

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