Epistassi, sangue dal naso nel gatto

L’epistassi è il sanguinamento dal naso. E’ di solito provocata da vasi danneggiati nella mucosa nasale, ma può anche essere dovuta ad una maggiore fragilità dei capillari o ad una non meglio specificata tendenza al sanguinamento. Ogni razza di gatto può sviluppare epistassi e non vi è una predilizione di genere.

Il sanguinamento può essere acuto (improvviso) o cronico (ripetuto nel tempo). Le conseguenze dipendono dalla causa di fondo del sanguinamento nasale. E’ importante determinare se il sanguinamento è unilaterale (da una sola narice) o bilaterale (da entrambe le narici) poiché alcune cause di epistassi sono associate con il sanguinamento unilaterale, mentre altre sono associate ad emorragie bilaterali.

L’epistassi nel gatto può essere causata da:

  • Trauma;
  • corpi estranei nel naso;
  • malattie dentali, come l’ascesso alla radice del dente;
  • tumori nasali;
  • infezioni (batteri, funghi, parassiti);
  • alcune malattie del sangue, come alterazioni della coagulazione, sangue troppo viscoso, malattie da zecche che possono causare una bassa conta piastrinica.

Distensione addominale nel gatto

La distensione addominale nel gatto è un ampliamento abnorme della cavità addominale. Questo termine è di solito riservato all’allargamento addominale dovuto a cause diverse dall’obesità.

Una causa della distensione addominale è l’accumulo di liquidi. I tipi di fluidi includono sangue da emorragia interna (sanguinamento), urina fuoriuscita da una lesione del tratto urinario, essudati (fluidi cellulari simili a pus) da infezione causata da peritonite infettiva felina, e trasudati (liquidi chiari).

Un’altra causa di distensione addominale è l’ampliamento di tutti gli organi addominali tra cui il fegato, i reni e la milza. Tra le cause scatenanti troviamo la distensione dello stomaco dovuta all’aria (“gonfiore”) o a liquido o alla distensione dell’utero durante la gravidanza del gatto.

Bartonellosi felina, la malattia da graffio del gatto

La malattia da graffio del gatto (Cat Scratch Disease, CSD), è un’infezione causata dal batterio Bartonella henselae che negli umani si manifesta dopo un contatto prolungato con un gatto giovane, a causa di un morso piuttosto che di un graffio e che pertanto rientra nelle zoonosi, le patologie trasmissibili dagli animali agli esseri umani.

Nel gatto si parla di bartonellosi felina, infezione a cui sono esposti gatti di tutte le età, di entrambi i sessi e di ogni razza, anche se i micini che hanno meno di un anno, i gattini in genere, i gatti infestati da pulci ed i gatti selvatici o randagi hanno indubbiamente più probabilità di ospitare batteri nel sangue.

Le pulci si ritiene rivestano un ruolo importante nella trasmissione della bartonellosi da gatto a gatto ed anche da gatto ad uomo. I gatti possono essere stati infettati dall’organismo da mesi o anche anni, e non mostrare alcun sintomo clinico.
I bambini e gli immunodepressi sono esposti a gravi pericoli, se infettati da questi batteri di cui i gatti sono considerati il serbatoio principale, anche se le pulci e alcuni altri mammiferi hanno pure dimostrato di giocare un ruolo nella trasmissione della malattia.

Gatto sull’albero, cosa fare

Mentre è a caccia di un uccellino, sta scappando da un cane, piuttosto che intento a rifugiarsi lontano dalle grinfie di persone in maschera, dai rumori e dagli scherzetti tipici della notte di Halloween, il nostro gatto può trovare naturale rifugiarsi in luoghi posti in alto, cosa che sappiamo essergli davvero congeniale. E cosa c’è di più in alto di un albero nel nostro giardino piuttosto che sul viale vicino casa?

E se non riuscisse più a scendere ed iniziasse a miagolare spaventato, come sarebbe più giusto comportarsi per evitare rovinose cadute? La classica immagine dell’happy end che vede protagonisti i vigili del fuoco che salvano il gatto in un tripudio di commozione, iniziamo con il dire, che è abbastanza inverosimile. Meglio dunque resistere all’impulso di contattarli, per almeno due buone ragioni:

  1. I vigili del fuoco hanno ben altri compiti e sprecare le loro preziose risorse atte a salvare vite umane per far scendere un gatto da un albero, diciamo pure che non rientra tra le loro priorità.
  • Inoltre, il rumore e la confusione generati dall’arrivo del camion dei pompieri e la presenza della scaletta e di estranei potrebbero spaventare uleriormente il gatto che probabilmente si rifugierebbe su rami ancora più in alto.

E allora cosa fare?

Frattura del femore nel gatto

La frattura del femore è una delle più comuni nel gatto. La casistica riscontrata in medicina veterinaria è molto alta e dovuta soprattutto a gravi traumi ed a malattie dello stesso osso della coscia.

Generalmente le fratture del femore causano zoppìa acuta e possono verificarsi in un osso immaturo, ovvero che non ha ancora finito di crescere,  o in uno maturo. Si distinguono in aperte, ferite della pelle con osso che risulta esposto, o chiuse; semplici o multiple.

A seconda della natura della frattura e dell’età dell’animale, ci sono diverse modalità di intervento. Non intervenire accresce il rischio di complicazioni, anche gravi.

Sintomi

  • Gamba posizionata anormalmente
  • Dolore o incapacità di muoversi

Un Halloween a prova di gatto

Fantasmi e folletti. Streghe e stregoni. Principesse delle fate, alieni, costumi spaventosi e buffi. Ai bambini – e, a dirla tutta, a molti adulti, Halloween permette di spaziare con la creatività e la fantasia. Ma all’animale domestico di casa, come per ogni festività d’altra parte, possono derivare non pochi fastidi per non dire veri e propri incubi: il campanello che non smette mai di squillare, rumori forti nella notte e troppi estranei in giro per casa. Per un gatto, soprattutto se nero, inoltre, Halloween può trasformarsi in una data fatale.

Oltre al rischio che deriva ai nostri mici dalla superstizione, che definire stupida è a dir poco riduttivo, gli ambulatori veterinari registrano numerosi casi di vomito e diarrea nelle ore successive alla festività, dovuti all’ingestione di caramelle e dolcetti al cioccolato dei bambini lasciati inavvertitamente e irresponsabilmente a portata di gatto.

Tossicità delle vitamine nel gatto

La tossicità delle vitamine nel gatto si verifica quando l’assunzione di una vitamina supera il fabbisogno normale causando sintomi e/o malattie. La quantità necessaria alle esigenze nutrizionali varia in base al tipo di vitamina così come diverse sono le cause della tossicità e le conseguenze.

Tossicità della vitamina A:

  • Alimentazione eccessiva del gatto con una dieta a base di una grande quantità di fegato
  • Uso inappropriato di integratori contenenti vitamina A, in particolare oli di fegato di pesce

Tossicità della vitamina B-6

  • Abuso di integratori di vitamina B-6

Tossicità della Vitamina C

  • Abuso di integratori di vitamina C

Tossicità della vitamina D

  • Rodenticidi (veleno per topi) contenenti colecalciferolo
  • Uso inappropriato di integratori contenenti vitamina D, in particolare oli di fegato di pesce
  • Ingestione di Cestrum diurnum, una pianta ornamentale

Cosa fare se il gatto vomita

Il vomito è uno dei sintomi più comuni nei gatti. Può essere un problema minore, da niente, tale da non doversene nemmeno preoccupare più di tanto, oppure può nascondere qualcosa di più grave entità. Per noi proprietari di animali domestici non sempre è facile distinguere la gravità e la causa del sintomo.

Per chiarire alcuni punti e rispondere alle domande più comuni, iniziamo con il dire che il vomito, ovvero l’atto di espulsione del contenuto dello stomaco attraverso la bocca, può essere causato, nei nostri amici gatti, da diversi problemi:

  • mangiare troppo in fretta
  • mangiare troppo
  • mangiare qualcosa che non è digeribile
  • cambiare tipo di cibo
  • mangiare cibo avariato o spazzatura

Il vomito può indicare anche un problema sistemico, come il cancro, l’insufficienza renale, il diabete ed altre malattie infettive.

Infezione da Helicobacter nei gatti

L’Helicobacter è un batterio a forma di spirale che si annida nello stomaco e che è stato associato negli esseri umani a patologie come l’ulcera peptica e il cancro. Il microrganismo può essere isolato dallo stomaco di alcuni cani e gatti, ma se induca all’insorgenza di malattie o meno è ancora un dato controverso. Mentre si sa molto sull’organismo e le sue conseguenze cliniche nelle persone, si sa relativamente poco sull’infezione in cani e gatti, e non è ancora chiaro se eventuali malattie degli animali domestici possano essere attribuite a questi batteri.

C’è una certa preoccupazione per il rischio di trasmissione di organismi come l’Helicobacter da cani e gatti all’uomo, dal momento che alcune specie di Helicobacter che infettano l’uomo sono state individuate anche in cani e gatti. Il rischio, tuttavia, sembra relativamente lieve.
L’organismo si trova in una grande percentuale di gatti sani, in gatti nei quali insorge vomito, negli animali usati come cavie nelle sperimentazioni nei laboratori di ricerca e negli esemplari che sono alloggiati nei gattili. Il microrganismo è stato isolato anche in altre specie oltre a cani, gatti e agli esseri umani, tra le quali figurano i maiali, i ghepardi, i furetti e i primati non umani.

Nella maggioranza dei casi, l’infezione dei gatti causata dall’Helicobacter non è accompagnata da alcun sintomo clinico. In alcuni casi, invece, può accadere che l’infezione porti all’insorgenza di una gastrite, ovvero l’infiammazione dello stomaco, di lieve entità.

Animali domestici, occhio ai dolci al cioccolato di Halloween

Halloween si avvicina e cogliamo l’occasione per ricordarvi di segnalare movimenti sospetti e scomparsa di gatti neri alle autorità competenti e di stare molto attenti a non far uscire il vostro micio, se ha il mantello nero, nei giorni precedenti. Potete supportare i gatti neri, dicendo no alla superstizione, inviando una mail a: [email protected] oppure a [email protected]. L’adesione al movimento è gratuita.

Altro pericolo per gli animali domestici di queste festività americana, che ormai viene festeggiata da anni anche da noi in Italia, è rappresentato dai dolci, specie quelli al cioccolato. In molti, tra quanti hanno bambini in casa o semplicemente chi vuole offrirli a chi suona, li comprano o li preparano. Se il cioccolato può essere un piacere per i bambini rappresenta al contrario una grave minaccia per gli animali domestici.

Nei nostri amici a quattro zampe che consumano cioccolato possono verificarsi vomito, diarrea, sete e minzione eccessiva, battito cardiaco irregolare, tremori, convulsioni e persino la morte. E’ quanto afferma Susan Nelson, veterinario alla Kansas State University. Questi problemi sono principalmente causati da una sostanza chiamata teobromina contenuta nel cioccolato.

Cistite acuta nel gatto

La cistite acuta è l’infiammazione della vescica urinaria. Nei gatti non è di solito di natura infettiva, e la più comune causa dei sintomi del basso tratto urinario è la cistite idiopatica felina (FIC), il che significa che non ha una causa nota.

Oltre alla FIC, ci sono altre cause scatenanti cistite acuta:

  • Cistite batterica. Questa forma è rara nei gatti giovani e fino alla mezza età. La maggior parte dei casi di cistite batterica sono “ascendenti”, il che significa che il batterio incriminato nasce dal tratto intestinale degli animali e “sale” dall’inizio della vescica al perineo (la cute intorno all’ano), procede fino all’uretra e, infine, giunge alla vescica.
  • Tumori della vescica, anche se non sono comuni nei gatti
  • Problemi del sistema nervoso che impediscono al gatto di svuotare completamente la vescica

Anisocoria nei gatti

L’anisocoria è una disuguaglianza del diametro pupillare. Si verifica quando una pupilla è dilatata e l’altra è invece più ristretta. La causa dell’anisocoria varia: il disturbo può essere provocato da anomalie del sistema nervoso, così come da infezioni, infiammazioni, tumori o da traumi che coinvolgono l’occhio.

Cause legate a disturbi del sistema nervoso:

  • Trauma cranico
  • Disturbi del nervo ottico, il nervo primario dell’occhio
  • Disturbi del nervo oculomotore, un nervo cranico che fornisce il senso muscolare e il movimento degli occhi
  • Malattie del cervelletto, una parte del cervello
  • Disturbi del tratto ottico, un fascio di fibre nervose associate all’occhio

Alopecia nel gatto

L’alopecia nel gatto è la mancanza totale o parziale di pelo in qualsiasi zona della pelle in cui normalmente dovrebbe essere presente il mantello. Può essere causata da un auto-trauma che si procura il gatto con i graffi o mordendosi e masticandosi la cute, da malattie del follicolo pilifero che causano la caduta dei peli, o ancora dall’incapacità dei peli di ricrescere dopo la normale caduta.

Una perdita consistente di peli può rendere il gatto più sensibile agli elementi. Inoltre, alcune delle malattie che possono causare alopecia possono anche avere effetti dannosi su altri organi e sistemi dell’organismo dell’animale.

Sintomi.

  • Perdita di peli
  • Aspetto anomalo della pelle

Colite nel gatto

La colite è un’infiammazione del colon, o intestino crasso. Può essere acuta, con insorgenza improvvisa e di breve durata o cronica, ovvero nel caso in cui sia presente per almeno due o tre settimane o abbia una ricorrenza episodica.

Nei gatti, non vi è alcuna associazione con fattori variabili come l’età o il genere. Ci sono molte possibili cause responsabili dell’insorgenza di colite nel gatto. Queste includono:

  • Malattie infiammatorie specifiche del colon. Linfocitica-plasmatica, istiocitaria, granulomatosa, suppurativa ed eosinofila sono termini che descrivono la colite, sulla base del tipo predominante di cellule presenti nel colon infiammato.
  • Agenti infettivi, come batteri, virus, funghi o parassiti.
  • Intolleranza o allergia alimentare.
  • Abusi alimentari.
  • Cancro del colon.
  • Trauma, interno o esterno.
  • Intussuscezione, ovvero l’invaginazione intestinale: si tratta di uno scivolamento di un tratto dell’intestino dentro un altro tratto dello stesso intestino.
  • Gastroenterite emorragica, una malattia infiammatoria del tratto intestinale caratterizzata da emorragia.
  • Pancreatite (infiammazione del pancreas).
  • Colite associata ad antibiotici.