L’assistenza di un animale domestico dopo un intervento chirurgico

Quando il cane piuttosto che il gatto si sottopongono ad un intervento chirurgico, la sterilizzazione ad esempio, è importante, al rientro a casa,  offrirgli un’assistenza adeguata per garantire una ripresa che sia il più veloce ed indolore possibile e scongiurare il rischio di complicazioni e infezioni alla ferita.
Prima cosa da fare è non lasciarsi prendere dal panico, anche se, lo ammetto, la vista del taglio dopo l’operazione della mia gattina, mi ha scosso parecchio. Ecco alcuni consigli per affrontare i problemi più comuni del post-operatorio negli animali domestici.

E’ importante stare in guardia con i punti di sutura, per evitare infezioni dovute all’ingresso di parassiti attraverso la ferita. Seguite scrupolosamente le indicazioni del veterinario (ricordo che mi fece applicare più volte al giorno un disinfettante e un cicatrizzante nell’area del taglio) e utilizzate solo i farmaci da lui prescritti nella modalità e nelle dosi indicate.
Il collare di Elisabetta è d’obbligo per evitare che cani e gatti si strappino via i punti o si lecchino nella zona ferita.

L’epilessia idiopatica del cane

L’epilessia nel cane è una forma morbosa piuttosto frequente e grave che deve essere curata con costanza e serietà sotto strettissimo controllo medico veterinario. Durante un attacco di epilessia il cane cade improvvisamente a terra senza conoscenza, in piena sindrome nervosa cerebrale caratterizzata da frequenti crisi convulsive o da altre manifestazioni critiche motorie , psichiche, neurovegetative. L’attacco epilettico è di solito preceduto da un periodo preliminare di comportamento anormale.

I segni clinici che annunciano l’attacco si manifestano con irrequietezza, nervosismo, guaiti, salivazione, atteggiamenti di marcata ansia o di paura con lo sguardo fisso. La durata di tale periodo preliminare è variabile e a volte puo’ passare inosservata: al termine si manifesta l’attacco che puo’ durare da alcuni secondi a qualche minuto. I segni clinici che si evidenziano durante l’attacco possono essere divisi in quattro gruppi:

1) Segni motori: caratterizzati da contrazioni della muscolatura ed irrigidimento, cui seguono contrazioni brevi e piuttosto brusche.

2) Disturbi della coscienza: i cani appaiono privi di coscienza durante l’attacco, non si ha nessuna reazione agli stimoli esterni. Le palpebre sono spalancate le pupille in midriasi , manca il riflesso pupillare alla luce e il riflesso corneale è molto attenuato.

3) Azioni involontarie: si ha abbondante salivazione, perdita di feci e di urine.

4) Cambiamenti del comportamento: prima di un attacco si hanno segni di apprensione , irrequietezza, movimenti di masticazione a vuoto.

L’avvelenamento da farmaci negli animali domestici

Una storia che ci arriva da oltreoceano e che invita alla riflessione, in quanto caso emblematico di tanti episodi simili che capitano a tanti proprietari di animali domestici di tutto il mondo. John D’Amato rientrò un po’ prima dal lavoro un giorno e trovò un flacone di ibuprofene vuoto riverso sul pavimento del soggiorno. Il suo cucciolo giaceva a terra in cattive condizioni: aveva ingerito i farmaci che l’uomo aveva lasciato accidentalmente sul tavolino basso del soggiorno, inghiottendo decine di pillole.

Il cane, un alano di 38 kg, è stato immediatamente trasportato in una clinica veterinaria vicino casa, dove lo staff sanitario gli ha fatto rigurgitare immediatamente i farmaci ingeriti, iniziando un trattamento con fluidi IV.
Pochi minuti di più al lavoro o una fila più lunga nel traffico sarebbero costate la vita al cane.
L’ingestione di farmaci da banco formulati per gli esseri umani sono di gran lunga la causa più frequente di intossicazioni degli animali da compagnia negli States.

Animali domestici e veterinario, parola d’ordine: comunicazione

Siete confusi su una diagnosi fatta al vostro animale domestico, insoddisfatti di una terapia prescritta? Se vi può consolare non siete gli unici. Non è raro infatti che, alla notizia della malattia del nostro cane o gatto, lo stress ci faccia tralasciare dettagli importanti e la rabbia prenda il sopravvento proprio con colui che deve aiutarci: il veterinario.

La parola d’ordine in questi casi è comunicazione, una buona comunicazione, molto dettagliata sui sintomi manifestati dall’animale, eventuali anomalie osservate nei suoi comportamenti abitudinari. Ecco alcuni suggerimenti per facilitare una buona comunicazione e per ottenere le risposte necessarie quando si tratta della cura dei nostri pets.

Quando il cane si rifiuta di mangiare…

Avere a che fare con un cane schizzinoso non è facile. Davanti alla solita ciotola storce il muso e se ne va, anche quando non mangia da ore. Che fare? Innanzitutto bisogna capire se il nostro amico a quattro zampe rifiuta il cibo perché è inappetente, e questo potrebbe essere il sintomo di una qualche malattia, o semplicemente perché non è di suo gradimento e non fa parte della categoria di cani che divorano di tutto, incluso il non commestibile.

Se la risposta è la prima, occhio soprattutto a notare sintomi associati come diarrea, vomito e perdita di peso. Una visita dal veterinario e la corretta diagnosi del problema scatenante la perdita di appetito (spesso con l’analisi delle feci), con la prescrizione della terapia adeguata risolveranno, di rimando, anche i disturbi di alimentazione del cane.  Se invece il cane è schizzinoso, perché è stato abituato ad un certo cibo specifico e non ama i cambiamenti nella dieta, o ancora è stufo dei soliti croccantini, bisogna correre ai ripari, per evitare che diventi denutrito.

Le allergie alimentari nel cane

Le allergie alimentari consistono in reazioni avverse al cibo che possono manifestarsi in seguito all’ingestione di alcuni alimenti; come succedete agli umani, anche i cani possono presentare o sviluppare delle allergie alimentari.

Le allergie alimentati sono frequenti nei cani, e pur non essendo stata finora riscontrata una predisposizione di razza, ci sono alcuni cani che soffrono più di altri, come ad esempio il Boxer, il Labrador Retriever, lo Spaniel inglese, il Pastore Tedesco, il Bassotto e il Dalmata. Questa patologia può comparire a qualsiasi età, anche se di solito i primi sintomi si manifestano prima del compimento del primo anno.

Tutti i cibi possono causare allergie alimentari, tuttavia, quelli le determinano più frequentemente sono la carne di manzo, il latte e i suoi derivati, le uova e la soia. Il principale sintomo che compare in caso di allergia alimentare è un prurito persistente non a carattere stagionale; all’inizio la cute del cane appare arrossata e successivamente compaiono croste, eczemi e cadute del pelo localizzate.

Cane morso da serpente, come comportarsi

Cose strane accadono. Me ne sono convinta negli ultimi mesi, sentendo di pantere che si aggiravano per Palermo, di pitoni che strisciavano nel soggiorno di ignari condomini milanesi, boa a spasso per le vie del centro e alligatori che spuntano da altrimenti placidi laghetti. Non siamo nella giungla, siamo in Italia, dove la manìa degli animali esotici tra quattro mura porta a sempre più frequenti episodi di fughe e abbandoni. E ogni volta che immagino la scena di qualcuno che si alza di notte per andare a bere in cucina e si ritrova davanti il pitone del vicino non posso fare a meno di trovarlo divertente. Credo sia molto meno divertente e anche pericoloso per chi lo vive.

Ad ogni modo, nel caso in cui vi troviate in vacanza in località, italiane e non, o tranquillamente seduti nel vostro soggiorno, e un serpente dovesse mordere il vostro cane è bene sapere come comportarsi. Ci vengono in aiuto i consigli degli esperti su cosa fare e soprattutto cosa non fare in caso il nostro amico a quattro zampe sia stato morso.

Pericolo zecche: ecco come combatterle

L’estate porta con se, purtroppo, due pericoli per i nostri amici a quattro zampe: i parassiti, in particolare pulci e zecche. Nel nostro paese si possono incontrare prevalentemente 2 tipi di zecche: la zecca dei boschi (Ixodes Ricinus) che può rendersi responsabile della trasmissione all’uomo di alcune malattie e la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus), che normalmente colpisce solo il cane e solo eccezionalmente si attacca all’uomo o ad altri animali.

Questi piccoli insetti si attaccano alla cute dell’animale e si nutrono succhiando il suo sangue: le dimensioni variano ma possono diventare particolarmente grosse quando sono gonfie di sangue. Hanno un effetto debilitante sul benessere dell’ospite e possono trasmettere alcuni agenti infettivi patogeni agli animali ed all’uomo (es: encefaliti virali). Le zecche più comuni nel nostro paese sono le seguenti:

1) Riphicephalus sanguineus, detta anche zecca dei canili, è frequente in queste strutture d’accoglienza dei randagi. È specie endofila e privilegia quindi gli ambienti interni, parassita soprattutto il cane iniettandovi sostanze che possono risultare neurotossiche. Può trasmettere la Babesiosi, la Rickettsiosi, ed è agente vettore anche di Ehrlichiosi.

Dodici sintomi per riconoscere il cancro nel cane

I cani si ammalano comunemente di cancro. Il cancro è una malattia che è caratterizzata da un gruppo di cellule tumorali che crescono incontrollatamente arrivando ad invadere e a distruggere gradualmente, più o meno velocemente, i tessuti adiacenti. La massa tumorale può anche diffondersi in aree distanti dalla zona colpita in origine attraverso un processo che prevede la formazione di metastasi.
Il cancro si può insidiare nella pelle, sotto la pelle ed incidere in qualsiasi luogo o organo del corpo.

I sintomi del cancro differiscono in base alla diversa localizzazione e al tipo specifico di cancro. L’aggressività del tumore dipende dal tipo di tumore, dall’ubicazione e dalla risposta soggettiva dell’animale domestico.
Per riconoscere tempestivamente il cancro nel nostro cane e intervenire con terapie mirate, assicurandogli in tal modo maggiori probabilità di guarigione, ci viene in aiuto la lista stilata dalla medicina veterinaria sui sintomi tipici di un tumore.

Stress post-traumatico, anche i cani ne soffrono: la storia di Gina

Anche i cani soffrono di stress post-traumatico. Lo dimostra il caso di Gina (la vedete nelle foto), un pastore tedesco in cura dopo essere rientrata dall’Iraq. Il cane che in guerra aveva il compito di rintracciare gli esplosivi, al suo ritorno a casa (in Colorado, USA), dopo sei mesi di missione, si rifiutava di entrare in qualunque stanza.

E fa discutere, proprio in questi giorni, dopo le proteste sollevate dall’ENPA (l’Ente Nazionale Protezione Animali), l’utilizzo di animali come soldato in operazioni militari di vario genere. Non solo cani per identificare gli ordigni, ma anche leoni marini impiegati come kamikaze, asini imbottiti di esplosivo e impiegati in missioni suicide, ratti, furetti, api impiegati su campi minati. Terribile, vero?

Come aiutare un cane che soffre di artrite

Di artrite nei cani abbiamo già parlato abbondantemente, scendendo nel dettaglio su sintomi, diagnosi, cura e prevenzione. Oggi vediamo quali sono i consigli degli esperti, terapie farmacologiche mirate a parte, per rendere meno faticosa la vita di un cane che soffre di artrite e alleviarne i disagi e e le sofferenze.

Innanzitutto evitate che il cane scivoli sul pavimento liscio, optando invece per la moquette o piazzando dei tappeti in giro per casa, o almeno nelle stanze più frequentate dal cane. In questo modo si prevengono cadute e fratture che comprometterebbero ulteriormente la situazione.
Un letto morbido, soffice e comodo. Soprattutto per i cani che hanno ossa sottili e sporgenti, eviterete che urti contro materassi ruvidi e si faccia male o stia scomodo. Nei negozi specializzati per animali si vendono materassi appositi per cani che soffrono di artrite, come quelli ad acqua ad esempio.

Il taglio delle unghie: un gesto d’amore

In estate il nostro amico a quattro zampe corre nell’erba, si rotola felice in spiaggia, passeggia tra i boschi freschi: insomma si tratta di un periodo molto divertente e pieno di libertà durante il quale non dobbiamo dimenticare di controllare le sue zampe, soprattutto quando notiamo che il cane le lecca con una certa frequenza: in tal caso attenzione perchè potrebbe essersi ferito o avere qualcosa conficcato tra le unghie che gli da fastidio.

Le unghie vanno tagliate con frequenza, soprattutto se il nostro cane vive in casa e non ha la possibilità di correre all’aperto su superfici dure e grattare la terra per limarle: il pericolo è che le unghie si possano incurvare su se stesse, con la conseguenza di una fastidiosa penetrazione nella carne del polpastrello. Per stabilire se le unghie sono lunghe fate una piccola prova casalingha: appoggiate il vostro animale sul piano di un tavolo, se le unghie toccano il tavolo, vanno accorciate.

Per il taglio si possono utilizzare delle tronchesi e tagliaunghie: l’operazione deve essere effettuata da un esperto di tolettatura animale o con la massima precisione, infatti non si deve intaccare la polpa dell’unghia ma tagliare unicamente la parte di unghia sporgente. All’interno dell’unghia canina infatti è posta una parte carnosa che è chiamata polpa dell’unghia, una zona ricca di vasi sanguigni e di diramazioni nervose, che non raggiunge l’estremità libera della parte cornea ma si arresta qualche millimetro prima.

Cani, vacanze e spiagge pet friendly

Come abbiamo più volte evidenziato su Tutto Zampe, andare al mare con il proprio cane è possibile, basta recarsi in una delle 58 spiagge pet friendly d’Italia, che comprendono sia spiagge attrezzate ad hoc per i cani, e in alcuni casi anche per i gatti, sia arenili liberi che permettono l’ingresso agli animali.

L’elenco completo delle spiagge pet friendly italiane si trova nella guida “Amici in vacanza” realizzata dall’associazione onlus Amici e dalla Royal Canin, reperibile gratuitamente presso alcuni veterinari di Roma e Milano e su internet all’indirizzo www.amici.it.

Una volta stabilito in quale spiaggia trascorrerete le vacanze con il vostro cane, dovete adottare alcuni accorgimenti prima della partenza, in viaggio e una volta arrivati a destinazione. Innanzi tutto, prima di partire portate il cane a fare check up dal veterinario in modo da verificare lo stato di salute dell’animale e per sapere se è necessario qualche accorgimento particolare. Evitate, se possibile, lunghi viaggi in auto, soprattutto se il cane non è abituato oppure soffre di mal d’auto; in ogni caso, mai lasciare il cane da solo in macchina.

Cosa fare se il cane soffre il mal d’auto

Se intendete raggiungere la meta delle vostre vacanze in auto e portate il cane con voi, ricordate che non tutti gli animali viaggiano in macchina serenamente, in quanto, come succede per gli umani, alcuni di essi soffrono il mal d’auto, e se non si sa come comportarsi in caso di malore, il viaggio può rivelarsi una brutta esperienza.

Il mal d’auto nel cane è soprattutto causato dalla poca abitudine del nostro amico a quattro zampe di viaggiare in macchina, anche se, spesso, è proprio una questione fisica a far sì che il cane vomiti o si senta male non appena la macchina è in movimento, magari perché associa a questo fatto qualcosa di traumatico.

Il modo migliore per evitare che il cane soffra il mal d’auto è quello di abituarlo fin da piccolo a viaggiare in auto; il primo passo da compiere è quello di far familiarizzare l’animale con la macchina, facendogli annusare l’abitacolo e scoprire l’ambiente in tutta tranquillità, in modo che si renda conto che è un luogo sicuro.