I farmaci veterinari: cosa c’è da sapere

Quando il nostro animale si ammala può succedere che il veterinario gli prescriva dei medicinali; probabilmente vi sarete chiesti se i farmaci per gli animali sono uguali o derivati da quelli degli umani; non è così: i medicinali veterinari sono studiati e sviluppati in funzione della specie animale a cui sarà destinato.

Vediamo insieme la definizione di farmaco ad uso veterinario:

Per medicinale veterinario si intende ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative e profilattiche delle malattie animali, che può essere somministrata sull’animale o somministrata all’animale allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche mediante un’azione farmacologica.

Come incoraggiare un cane malato a bere e mangiare – parte prima

Medicine cani

Per aiutarlo a guarire da una malattia e facilitare il recupero delle forze ad un cane debilitato, l’alimentazione è fondamentale. Non sempre però i nostri amici a quattro zampe hanno fame quando sono malati, un po’ come capita anche a noi.
Come fare dunque per incoraggiarli a nutrirsi e a bere?
Prima di incoraggiare il cane a mangiare quando è malato, chiedete consiglio al veterinario. In alcuni casi, infatti, potrebbe essere necessario un breve periodo di digiuno, pensiamo a quando l’animale continua a soffrire di vomito, ad esempio, è inutile rimpinzarlo di cibo.

I cani colpiti da vomito e diarrea potrebbe necessitare di una terapia fluida per rimediare alla disidratazione.

Per quanto riguarda l’idratazione, spesso l’animale malato non avverte lo stimolo della sete, ma è importante non forzarlo a bere perché potrebbe deglutire in maniera sbagliata.

La floriterapia per gli animali, come funziona

Oggi la floriterapia viene sempre più utilizzata per la cura degli animali, soprattutto perchè riesce ad essere efficace senza però indebolire il corpo, come può accadere con le medicine. E’ chiaro che non bisogna mai eccedere nelle quantità e chiedere aiuto ad un veterinario per quanto riguarda dosi ed essenza specifica per il problema da risolvere. Attualmente questo tipo di settore, abbraccia un panorama particolarmente ampio con prodotti che arrivano da tutto il mondo. Tra i più famosi ci sono i fiori Californiani, Peruviani, Hawaiani,Cileni, Canadesi, Brasiliani e così via dicendo.

Fiori e piante invernali tossiche per gli animali domestici

Siamo nel bel mezzo della stagione invernale e anche chi non fa caso al calendario può rendersene conto dal freddo pungente e dalle temperature polari che avvolgono noi e i nostri quattrozampe, e fortuna che loro hanno un cappotto naturale che li protegge.

La primavera, stagione di fioritura di molte piante e periodo di nuova vita per il giardino, appare dunque ancora lontana ma ci sono comunque fiori e piante evergreen che ci consentono di mantenere il nostro pollice verde anche indoor quando fuori gela.

Ebbene, ci siamo occupati spesso di piante tossiche pericolose per i nostri cuccioli, ma quali sono quelle tipicamente invernali che potrebbero rappresentare un rischio per cani e gatti, qualora le ingerissero?

Fiori di Bach e animali: la storia di Sara e del suo cane Dylan

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dei Fiori di Bach per cani e gatti, nei quali, esattamente come negli umani, questi fiori avrebbero degli effetti positivi; in realtà questo fatto non dovrebbe stupirci troppo: gli animali, proprio come le persone, hanno diverse personalità e le emozioni influiscono sul loro stato d’animo e sul loro comportamento.

Proprio a testimonianza della positività dell’uso dei Fiori di Bach sugli animali, vorremmo raccontarvi la storia della nostra lettrice Sara e del suo cane Dylan, che ha tratto un enorme vantaggio dall’assunzione dei Fiori di Bach.

Dylan è un meticcio di piccola taglia di nove mesi; Sara ha trovato Dylan quando il cagnolino aveva 4 mesi ed era stato abbandonato; fin dall’inizio Sara ha notato in Dylan diversi problemi: aveva difficoltà a deglutire, perdeva peso, era piuttosto asociale, diffidente e non si faceva toccare da nessuno se non Sara stessa. Preoccupata per la salute del suo Dylan, Sara decide di portarlo dalla veterinaria di fiducia per scoprire cosa stesse accadendo ma, nonostante una serie di analisi, non è stato possibile avere una diagnosi.

Mici e cani: i bisogni psicosomatici

cani

Vi è mai capitato di incontrare un amico a quattro zampe con il suo padrone ed accorgervi che sono molto simili? Nulla di più normale e l’effetto riguarda pure l’aspetto legato alle abitudini e al modo di reagire. Si, perchè un animale che vive in famiglia, alla fine, tende ad assimilarne caratteristiche ed umori. In misura diversa è vero, ma cani e gatti in particolare, diventano dipendenti dal gruppo familiare di adozione e soffrono molto se vengono abbandonati da un giorno all’altro. Si sintonizzano con i ritmi del gruppo umano e capiscono i vari toni di voce, quello calmo, quello arrabbiato e quello in grado di dare comandi. Molti proprietari, allo stesso modo, possono alterare il loro equilibrio e confonderli e persino causare disturbi funzionali diversi perchè cresce l’ansia e la preoccupazione di comprendere svariati segnali e questo mette sempre in funzione e allarme una parte del cervello.

Dolori articolari, i sintomi da non sottovalutare nel cane e nel gatto

Con l’aumentare dell’età, i problemi di degenerazione articolare nei cani sono molto comuni, tanto che si stima che addirittura un cane su quattro sia affetto da osteoartrite. Identificare i sintomi della malattia è spesso difficile se non ci si affida ad uno specialista veterinario.

Anche i gatti possono essere colpiti da osteoartrite ma, nel loro caso, la diagnosi risulta davvero difficoltosa. Poiché il trattamento precoce di patologie come l’osteoartrite può rallentare la progressione della malattia, è davvero molto importante rilevare con prontezza eventuali segnali di problemi articolari nel cane e nel gatto.

Per capire se il proprio animale soffre di  dolori articolari, non bisogna sottovalutare alcuni segnali o cambiamenti nelle abitudini. Elenchiamo alcune segnali che non si devono sottolineare:

Benessere amici a quattro zampe: acqua e cibo non bastano

Inutile dirlo, un buon padrone per un cane, un gatto o per qualsiasi altro animale domestico, non è soltanto quello che riesce a fornirgli dell’acqua e del cibo fresco, ma anche colui che sa donargli affetto e le cure necessrie, non ultimo le visite periodiche dal veterinario. Non dimenticate, infatti, che i controlli, di tanto in tanto, sono importanti anche pre un cucciolo apparentemente in buona salute, questo indipendentmente dalla taglia e dalla razza.

Cani, quando il pelo non ricresce

I modelli di crescita del pelo variano a seconda delle specie e della posizione anatomica.

In alcuni animali si verificano dei cambiamenti in base alla stagione: nei cani e nei gatti esiste una varietà di cicli di crescita e perdita legata ai diversi periodi dell’anno.

In alcune razze come lo Yorkshire Terrier, proprio come avviene nelle persone, il ciclo è continuo. Queste razze sono più sensibili alle terapie farmacologiche, come la chemioterapia, che interferiscono con la ricrescita del pelo e causano come effetti collaterali alopecia.

Cani obesi, boom negli USA

Negli USA l’epidemia di obesità dilaga. Tra gli adolescenti, nei bambini, tra gli adulti, nella popolazione anziana. E non risparmia nemmeno gli animali domestici. Gatti e cani in primis.
All’indomani della fine delle feste, scatta il contrattacco e iniziano dunque le diete dimagranti, sia per i quattro zampe che per i bipedi.

E probabilmente per il cane è anche più semplice resistere alla tentazione di sgarrare dal menu ipocalorico concedendosi degli strappi al regime alimentare ferreo. Questo perché, ovviamente, siamo noi a riempirgli la ciotola e a controllarne l’introito calorico e non c’è certo il rischio che apra il frigo per dare sfogo alla golosità repressa.

Umani e cani non sono certo uguali dunque, eppure c’è chi ha pensato di applicare lo stesso programma per la perdita di peso riservato ai duezampe anche ai cani. Negli States, The Biggest Loser, il noto reality show che vede la partecipazione di Alison Sweeney, si sta occupando anche del peso dei tuttozampe, realizzando programmi dietetici per cani in sovrappeso e obesi.

Cianosi nel cane

La cianosi nel cane è caratterizzata da una colorazione bluastra o violacea della pelle o delle mucose causata da quantità eccessive di emoglobina scarsamente ossigenata nella circolazione sanguigna. Le cause comprendono alcune malattie cardiache congenite, varie malattie respiratorie, e l‘esposizione ad alcune sostanze chimiche che portano alla creazione di alcune forme anomale di emoglobina, che non sono in grado di legare l’ossigeno in modo corretto.

Nel cane solitamente è un sintomo che deve destare allarme ed indurre ad un controllo veterinario che ne accerti la causa.

Sintomi

  • Colorazione porpora / bluastra della lingua, delle gengive, delle labbra, e delle zone della pelle in cui i vasi sanguigni sono superficiali
  • Possibile colorazione violacea/bluastra dei cuscinetti delle zampe del cane

Febbre Q nel cane

La febbre Q nel cane è causata da un organismo chiamato rickettsia Coxiella burnetii. Questo organismo è stato identificato come causa della malattia sia nei cani che nei gatti che nelle persone e viene trasmesso da diverse specie di zecche. L’infezione è più diffusa tra i gatti.

L’infezione può avvenire per inalazione, ingestione dei tessuti infetti o di fluidi contaminati o ancora direttamente tramite le punture di zecche. Dopo essere stato infettato, l’organismo colpisce le vie urinarie, il fegato ed il sistema nervoso. Nonostante interessi diversi sistemi dell’organismo, la febbre Q spesso non causa una malattia evidente, ma è stata implicata nei casi di aborto. La febbre Q è considerata una zoonosi e può essere trasmessa dai cani alle persone, soprattutto durante il parto del cane.

Gli animali che hanno contratto la malattia in genere mostrano sintomi lievi. Molti cani possono essere asintomatici. L’aspetto più importante della febbre Q è dunque la potenziale diffusione dell’infezione alle persone.

Reazioni allergiche alle vaccinazioni nei cani

I vaccini, somministrati per stimolare il sistema immunitario e proteggere il cane dagli agenti infettivi, possono causare all’animale alcuni sintomi, che variano da lievi a gravi. Dal dolore nel punto in cui è stata fatta l’iniezione alla febbre fino ad arrivare a vere e proprie reazioni allergiche, più o meno allarmanti.

Le reazioni di lieve entità includono febbre, stanchezza e perdita di appetito e si risolvono solitamente senza alcun trattamento.
L’orticaria rientra invece nelle reazioni di moderata entità e provoca ponfi, rossore e gonfiore delle labbra, intorno agli occhi, e nella regione del collo. Di solito è estremamente pruriginosa. E’ la reazione più comune nei cani ed in alcuni casi, può progredire fino all’anafilassi, che è considerata pericolosa per la vita.

La reazione più grave, come anticipato sopra, è l’anafilassi, un’improvvisa e grave risposta allergica che produce difficoltà respiratorie, collasso e possibile morte. I sintomi di solito comprendono: improvvisa comparsa di vomito, diarrea, andatura barcollante, rapido calo della pressione arteriosa, gonfiore della laringe che porta ad ostruzione delle vie aeree (e all’incapacità di respirare), convulsioni e collasso cardiovascolare o morte. Questa reazione, così come l’orticaria, è estremamente pericolosa per la vita del vostro cane, se non viene trattata tempestivamente.

Malattia di von Willebrand nel cane

La malattia di von Willebrand (vWD) è causata da una deficienza del fattore di von Willebrand (vWF), uno degli elementi che permettono al sangue di formare coaguli. Può causare sanguinamento prolungato o eccessivo.

Si tratta di un difetto ereditario che si trasmette dai genitori ai figli attraverso il materiale genetico. L’ereditarietà è complicata, ma incide allo stesso modo su maschi e femmine, e un genitore affetto può trasmettere la malattia alla sua prole. Possono esserne affette molte razze canine e razze diverse sono inclini a diversi sottotipi della malattia.

La gravità della malattia di von Willebrand varia da cane a cane, ma in molti diventa un problema solo quando è necessario un intervento chirurgico o se il cane è ferito.