Magnificat Show 2010: “Tutte le razze portano a Roma”

Sabato 20 e domenica 21 novembre torna la decima edizione del Magnifica Show, la più importante mostra felina nazionale. Il Magnificat Show 2010 avrà luogo nella consueta cornice del quarto padiglione della Nuova Fiera di Roma, in quanto, come recita lo slogan della manifestazione: “Tutte le razze portano a Roma”.

L’evento è patrocinato dall’ Assessorato alle Politiche Ambientali e del Verde del Comune di Roma e dalla Regione Lazio; inoltre per la particolare sezione sui gatti trovatelli in cerca di adozione, vi è la collaborazione con l’Associazione Romana Cura Animali e Ambiente (Arca Onlus). Al Magnificat parteciperanno più di 500 gatti, rappresentanti di oltre 200 razze feline oltre, naturalmente, all’amatissima sezione “Gatti di casa” e alla nuova “Gatti di razza stradale”, ossia i trovatelli in cerca di adozione.

La manifestazione può contare sul oltre 9000 mq di esposizione tra stand, palchi, mercatini, mostre, area bimbi e spazio per le adozioni. Oltre alle sfilate dei gatti con il pedigree, per l’elezione di “Mister Gatto 2010” ci saranno anche quelle dei gatti, per così dire “comuni”; una giuria composta da dieci giudici internazionali eleggerà “Mister Gatto di Casa”, ossia il più bel micio domestico, con o senza pedigree; e poi il “Premio Gatto Nero”, contro falsi miti e stupide superstizioni, e il “Premio Vic – Very Important Cat”.

I gatti e la perdita di un compagno di giochi

Quando un gatto muore, spesso i proprietari notano alcuni cambiamenti nell’altro gatto di casa. Il micio sta in disparte ed è letargico. Alcuni possono smettere di mangiare o diventare appiccicosi nei nostri confronti. Altri possono miagolare lamentandosi come se cercassero il loro compagno. Sulla base di questi segnali esteriori, sembra che i gatti soffrano quando un altro animale della famiglia muore.

Poiché i nostri animali domestici non parlano, non sappiamo però davvero cosa gli stia passando per la mente. Pertanto dobbiamo basare l’interpretazione del loro stato emotivo sul loro comportamento, su quello che fanno in certe situazioni e in determinate circostanze.

Quando una persona vive la perdita di una persona cara, comunica verbalmente il dolore. Molto spesso, però, a comunicarci la sua sofferenza è il comportamento più che la parola. La perdita di attenzione, l’apparire svogliati e disorientati, non mangiare e diventare disinteressati a ciò che accade intorno. Chi elabora un lutto piange, non dorme o dorme più del solito. Un animale in cui si verifica la perdita di un compagno può reagire in modo simile.

Cheyletiellosi nel gatto

La Cheyletiellosi è una malattia della pelle dei gatti che provoca prurito, causata da infestazioni di acari chiamati Cheyletiella. Quando si esamina un gatto infestato, si può vedere il movimento dei parassiti che vivono su tutto il corpo, anche se il prurito e le concentrazioni sono maggiori sulla schiena.

La Cheyletiellosi è contagiosa, si tratta di una zoonosi e dunque può essere diffusa ad altri gatti, cani o esseri umani. I gatti possono acquisire l’infezione da altri animali o da esseri umani. L’acaro si trasmette tramite il contatto con gli animali infestati. Dal momento che l’acaro può vivere per qualche giorno fuori dall’organismo ospite, è anche possibile venire infettati attraverso la contaminazione ambientale. Anche le uova sparse nell’ambiente sono una causa importante di reinfestazione.

Questa malattia è molto contagiosa il che la rende più comune nei gattili, negli istituti di bellezza dove ci sono molti animali domestici, in luoghi con scarsa igiene e sovraffollamento, tutti fattori favorevoli all’infestazione.
I gattini sembrano essere più suscettibili degli animali più anziani così come i gatti a pelo lungo.

Il gatto e la fisica: ecco come riesce a bere

Una fra le curiosità intorno ai gatti è il modo in cui questi bevano senza bagnare muso e vibrisse, a riprova della loro proverbiale eleganza e pulizia. Ora uno studio congiunto di tre prestigiose università americane, il Massachusetts Institute of Technology (Mit), il Virginia Tech, e la Princeton University, e pubblicato sulla versione web di Science, ha spiegato il come e il perché. Era noto agli scienziati che i piccoli felini, nel lappare acqua o latte per esempio da una ciotola, estendessero la lingua verso il contenitore orientando la punta della stessa verso il basso quasi a creare un cucchiaio, in modo da far toccare la superficie del liquido con la parte superiore e più interna dell’organo.

Questa tecnica era stata scoperta negli anni Quaranta da uno studioso pure lui del Mit, il professor Doc Edgerton, che per osservare i rapidissimi movimenti di un gatto domestico aveva utilizzato la fotografia stroboscopica. Dotati della ben più avanzata tecnologia delle videocamere ad alta velocità, i ricercatori hanno catturato nuovi e più dettagliati fotogrammi scoprendo che a entrare in contatto con il liquido è soltanto la parte superiore della lingua, differenziandosi così nettamente dalla tecnica usata da molte altre specie animali come i cani, che arricciano a coppa la lingua, e i cavalli, che aspirano il liquido verso l’alto.

Lo spunto per la ricerca si deve al professor Roman Stocker, biofisico nel Massachussets che ha detto di aver tratto ispirazione da Cutta Cutta, il suo gatto: «Ho pensato che dietro questa semplice azione ci fosse un interessante e complesso meccanismo fisico». Dunque, lavorando con i colleghi del Virginia e di Princeton, ha messo a punto una particolare telecamera fissandola davanti alla ciotola del latte di Cutta Cutta. Nel dettaglio del video diffuso in Internet si nota la parte rasposa che tocca il latte in maniera tale da accarezzarla appena. Il gatto allora ritira la lingua producendo tra essa e la ciotola una sorta di colonna di latte, che poi cattura chiudendo la bocca.

Il tuo gatto è come un figlio? Scoprilo con un test

Noi amanti di quattrozampe felini ci riferiamo quasi sempre al nostro gatto come a un membro della famiglia. Finché questo non lede i suoi interessi, e ci limitiamo a definirci il suo papà e la sua mamma, ben venga, tutto quello che può succedere, in fondo, è che qualcuno ci prenda per matti. Occhio però a non antropomorfizzare troppo il micio, con vestitini, culle e passeggini, non ne sarebbe affatto contento.
I gatti che sono amati e apprezzati come un bambino, non c’è che dire, sono nella maggior parte dei casi gatti davvero fortunati. Pensate a quelli che ereditano grosse cifre, a discapito degli eredi a due zampe!

Un gatto di strada riesce a sopravvivere e a cavarsela e certamente gode della libertà, ma manca di coccole, cibo sempre disponibile e ghiotto, di una casa accogliente quando fuori fa troppo freddo, è esposto ai pericoli delle auto, dei cani randagi e spesso anche ad atti crudeli di persone che odiano e seviziano gli animali.

In casa, come dicevamo, viene invece spesso trattato come un bambino. Per sapere se siete caduti nella tentazione di fare del vostro micio una sorta di figlio a quattro zampe, contate quante di queste cose fate abitualmente e lo saprete!

Gatti, cosa fare in caso di incendio

Durante i mesi invernali, per via di caminetti, stufe, illuminazioni delle festività e candele accese, è più alto il rischio di incendi in casa.
A differenza di noi umani, il gatto rimasto intrappolato da solo in un edificio devastato dal fuoco, non può chiedere aiuto e, se gli accessi all’esterno sono chiusi, purtroppo nemmeno riuscire a fuggire e a mettersi in salvo.

La speranza, in questi casi, se l’incendio avviene durante la vostra assenza, è che i vicini allertino prontamente i vigili del fuoco e vi avvisino dell’emergenza e a quel punto spetterà a voi correre sul posto e comunicare ai pompieri che in casa c’è un animale.
Durante un incendio, i gatti sono sensibili agli stessi fattori di rischio, potenzialmente fatali, delle persone. I principali pericoli sono il monossido di carbonio, l’inalazione di fumo e le ustioni.

Il monossido di carbonio si accumula nei polmoni e da qui, legato all’emoglobina che normalmente trasporta ossigeno, entra nel flusso sanguigno. I segnali di avvelenamento da CO comprendono letargia, debolezza e collasso. Se rimossi dall’ambiente inquinato e trattati con ossigeno, molti animali si riprenderanno. Non c’è modo di eliminare il monossido di carbonio dal sangue, bisogna aspettare che venga metabolizzato.

Infezione delle vie respiratorie superiori nel gatto

Se il vostro gatto starnutisce di frequente, ha il respiro congestionato, il muso che cola, lacrima dagli occhi, non accorre quando sente il rumore della ciotola del cibo, passando piuttosto molto tempo a dormire, il problema, a dire il vero molto comune, potrebbe essere un’infezione delle vie respiratorie superiori. Le zone colpite sono gola, naso e seni nasali come per il raffreddore in noi umani.

Nei gatti, queste infezioni sono abbastanza comuni e molto contagiose. I due virus primari che le provocano sono l’Herpesvirus Felino-1 (FHV), il Calicivirus Felino. Anche la clamidia, un’infezione batterica, può provocare infezioni delle alte vie respiratorie.
I gatti più a rischio sono i cuccioli, i gatti non vaccinati, i gatti anziani ed i gatti che sono venuti a stretto contatto con altri gatti in gattili, allevamenti o che vivono in famiglie con molti altri gatti.

I gatti colpiti da un’infezione delle vie respiratorie superiori diffonderanno periodicamente il virus per tutta la vita nei momenti di stress. E’ raro che l’infezione sia recidiva ma l’animale resterà un serbatoio per il virus. Questi virus non vivono a lungo nell’ambiente e sono facilmente uccisi dai detergenti per la casa, come la candeggina. Purtroppo, i proprietari ignari possono trasportare il virus da un gatto malato all’altro, il tipo di trasmissione più comune per questo tipo di patologie.

“Miss Gatto Nero”, la nuova iniziativa Aidaa

Per il quinto anno consecutivo, l’Aidaa, l’Associazione italiani difesa animali e ambiente, dedica il mese di novembre alla riqualificazione sociale del gatto nero, atta a sfatare i luoghi comuni sulla presunta sfortuna che porterebbero i mici dal mantello nero, ed ha organizzato il primo concorso nazionale fotografico “Miss Gatto Nero”.

Il concorso è aperto a tutte le donne di qualsiasi età che possiedono o che amano i gatti neri e che vogliono ritrarsi con il proprio micio; alla scadenza del concorso verrà scelta la foto che meglio rappresenta Miss Gatto Nero.

Danni del fumo passivo sui gatti

Nuoce alla salute di te e di chi ti sta intorno. E se intorno ci sono persone piuttosto che gatti, non fa alcuna differenza. Il fumo passivo fa male anche ai nostri animali domestici. Lo dimostrano recenti studi.
Il fumo passivo si compone di oltre 4.000 sostanze chimiche, compresi monossido di carbonio, formaldeide, benzene, cromo, nichel, cloruro di vinile ed arsenico.
Le persone esposte al fumo passivo sono più propense a sviluppare e morire per problemi cardiaci, cancro ai polmoni e problemi respiratori.

Purtroppo, non sono ancora stati compiuti studi approfonditi sugli animali da compagnia, ma una recente ricerca ha rivelato che i gatti in famiglie di fumatori hanno un rischio più elevato di sviluppare un linfoma, rispetto agli esemplari che vivono in ambienti privi di fumo.

Lo studio, della durata di 7 anni, è stato effettuato alla Tufts School of Veterinary Medicine e ha rivelato che i gatti che vivono in case con un fumatore hanno il doppio del rischio di sviluppare linfoma ed i gatti che vivono in famiglie con due o più fumatori hanno un rischio 4 volte maggiore. Inoltre, i gatti esposti a fumo passivo da oltre 5 anni e quelli che vivono in famiglie con più di 100 sigarette fumate al giorno hanno una probabilità ancora maggiore di sviluppare il cancro.

Epistassi, sangue dal naso nel gatto

L’epistassi è il sanguinamento dal naso. E’ di solito provocata da vasi danneggiati nella mucosa nasale, ma può anche essere dovuta ad una maggiore fragilità dei capillari o ad una non meglio specificata tendenza al sanguinamento. Ogni razza di gatto può sviluppare epistassi e non vi è una predilizione di genere.

Il sanguinamento può essere acuto (improvviso) o cronico (ripetuto nel tempo). Le conseguenze dipendono dalla causa di fondo del sanguinamento nasale. E’ importante determinare se il sanguinamento è unilaterale (da una sola narice) o bilaterale (da entrambe le narici) poiché alcune cause di epistassi sono associate con il sanguinamento unilaterale, mentre altre sono associate ad emorragie bilaterali.

L’epistassi nel gatto può essere causata da:

  • Trauma;
  • corpi estranei nel naso;
  • malattie dentali, come l’ascesso alla radice del dente;
  • tumori nasali;
  • infezioni (batteri, funghi, parassiti);
  • alcune malattie del sangue, come alterazioni della coagulazione, sangue troppo viscoso, malattie da zecche che possono causare una bassa conta piastrinica.

Distensione addominale nel gatto

La distensione addominale nel gatto è un ampliamento abnorme della cavità addominale. Questo termine è di solito riservato all’allargamento addominale dovuto a cause diverse dall’obesità.

Una causa della distensione addominale è l’accumulo di liquidi. I tipi di fluidi includono sangue da emorragia interna (sanguinamento), urina fuoriuscita da una lesione del tratto urinario, essudati (fluidi cellulari simili a pus) da infezione causata da peritonite infettiva felina, e trasudati (liquidi chiari).

Un’altra causa di distensione addominale è l’ampliamento di tutti gli organi addominali tra cui il fegato, i reni e la milza. Tra le cause scatenanti troviamo la distensione dello stomaco dovuta all’aria (“gonfiore”) o a liquido o alla distensione dell’utero durante la gravidanza del gatto.

Bartonellosi felina, la malattia da graffio del gatto

La malattia da graffio del gatto (Cat Scratch Disease, CSD), è un’infezione causata dal batterio Bartonella henselae che negli umani si manifesta dopo un contatto prolungato con un gatto giovane, a causa di un morso piuttosto che di un graffio e che pertanto rientra nelle zoonosi, le patologie trasmissibili dagli animali agli esseri umani.

Nel gatto si parla di bartonellosi felina, infezione a cui sono esposti gatti di tutte le età, di entrambi i sessi e di ogni razza, anche se i micini che hanno meno di un anno, i gattini in genere, i gatti infestati da pulci ed i gatti selvatici o randagi hanno indubbiamente più probabilità di ospitare batteri nel sangue.

Le pulci si ritiene rivestano un ruolo importante nella trasmissione della bartonellosi da gatto a gatto ed anche da gatto ad uomo. I gatti possono essere stati infettati dall’organismo da mesi o anche anni, e non mostrare alcun sintomo clinico.
I bambini e gli immunodepressi sono esposti a gravi pericoli, se infettati da questi batteri di cui i gatti sono considerati il serbatoio principale, anche se le pulci e alcuni altri mammiferi hanno pure dimostrato di giocare un ruolo nella trasmissione della malattia.

Un video divertente ogni lunedì, Simon’s Cat colpisce ancora

Cari amici di Tuttozampe ben trovati al nostro consueto appuntamento del lunedì con un video divertente che ha per protagonisti i nostri animali domestici. Oggi primo novembre, inizio settimana ed inizio mese, abbiamo scelto per voi uno dei tanti filmati che impazzano in rete e che vedono protagonista Simon’s Cat. Non un gatto in carne ed ossa, bensì il personaggio di una serie animata ideata e realizzata dall’animatore britannico Simon Tofield a partire dal 2008 e che ha ricevuto il premio Best Comedy ai British Animation Awards 2008 con il primo episodio Cat Man Do.

Un gatto davvero ostinato ed ingegnoso (mi ricorda qualcuno, e a voi?), che le escogita proprio tutte per raggiungere sempre lo stesso obiettivo: ricevere da mangiare. Su You Tube il canale dedicato al gatto animato ha ricevuto milioni di contatti.

Gatto sull’albero, cosa fare

Mentre è a caccia di un uccellino, sta scappando da un cane, piuttosto che intento a rifugiarsi lontano dalle grinfie di persone in maschera, dai rumori e dagli scherzetti tipici della notte di Halloween, il nostro gatto può trovare naturale rifugiarsi in luoghi posti in alto, cosa che sappiamo essergli davvero congeniale. E cosa c’è di più in alto di un albero nel nostro giardino piuttosto che sul viale vicino casa?

E se non riuscisse più a scendere ed iniziasse a miagolare spaventato, come sarebbe più giusto comportarsi per evitare rovinose cadute? La classica immagine dell’happy end che vede protagonisti i vigili del fuoco che salvano il gatto in un tripudio di commozione, iniziamo con il dire, che è abbastanza inverosimile. Meglio dunque resistere all’impulso di contattarli, per almeno due buone ragioni:

  1. I vigili del fuoco hanno ben altri compiti e sprecare le loro preziose risorse atte a salvare vite umane per far scendere un gatto da un albero, diciamo pure che non rientra tra le loro priorità.
  • Inoltre, il rumore e la confusione generati dall’arrivo del camion dei pompieri e la presenza della scaletta e di estranei potrebbero spaventare uleriormente il gatto che probabilmente si rifugierebbe su rami ancora più in alto.

E allora cosa fare?