Gatti anziani, i dubbi più comuni

Se il ciclo di vita di un gatto sano è di 18 anni, per definizione i nostri mici diventano anziani quando hanno vissuto il 75 per cento di questo arco di tempo, ovvero dopo i 13 anni di età. Alcuni gatti all’età di 13 o 14 anni sono ancora in perfetta forma e scattanti, mentre altri mostrano già molto prima segni evidenti di invecchiamento.

Durante la terza età del gatto si possono verificare sia cambiamenti graduali che improvvisi, relativi sia alla salute che al comportamento. Il vostro veterinario di fiducia vi aiuterà a determinare se questi cambiamenti sono dovuti ad una malattia, piuttosto che ad una reazione ai farmaci, o ancora al naturale processo d’invecchiamento.

Tra gli interrogativi più comuni dei proprietari, ci sono alcuni dubbi che vengono sciolti frequentemente dai veterinari, e che riguardano problemi diffusi tra i gatti avanti con gli anni.
In primis, come cambia la reazione degli esemplari anziani ai farmaci.

Gatti, buoni propositi per il nuovo anno

Chi di noi non si è ripromesso tanti buoni propositi con l’inizio del nuovo anno? C’è chi si impegna a smettere di fumare, chi a non lasciarsi più influenzare da quello che pensano gli altri, chi vorrebbe trascorrere più tempo con la famiglia, chi vuole dimagrire e chi più ne ha più ne metta.

Ebbene, chissà quali sarebbero i buoni propositi dei nostri amici gatti se potessero stilare la loro lista personale.
I nostri birbanti a quattro zampe ne avrebbero di promesse da fare e soprattutto da farci. E noi possiamo aiutarli ad essere migliori.

I gatti in sovrappeso ed obesi è ora che si mettano a dieta e si impegnino a giocare di più con i topi finti, per fare movimento e dimagrire, e al contempo tenersi impegnati e stare lontani dalla ciotola. Per ingannare la noia tanti giocattoli, magari tra quelli portati dalla Befana, e poche leccornie.

Come fare un massaggio al gatto

Il tuo gatto ti sembra teso e rigido? Forse anche un po’ scontroso? In questi casi, un massaggio può essere di grande aiuto. Se eseguito correttamente, infatti, permette al micio di liberarsi dallo stress e dall’energia negativa repressa, rendendo il nostro amico a quattro zampe più calmo e pacifico.

Inoltre, il contatto ottenuto con la stimolazione muscolare è dimostrato rafforzi il legame uomo animale, e tavolta contribuisca addirittura ad instaurarlo qualora non si sia ancora creato un certo feeling. Per i gatti che fanno una vita sedentaria e per quelli anziani, nonché per quelli giovani ed attivi, si può intervenire con un tocco delicato che è di conforto al micio, lo tranquillizza e rassicura.

Ovviamente bisogna essere consapevoli che il massaggio a casa è diverso dal massaggio fatto da un massaggiatore professionale certificato. Mani esperte sono in grado di fornire un trattamento più completo, che comprende una varietà di tecniche.

Cosa fare se il gatto mangia le piante

Il gatto mangia le piante di casa: che fare? Iniziamo con il dire che non è un problema inconsueto e che chiunque possiede un micio sa bene di che si tratta. E’ un comportamento molto diffuso tra i nostri felini domestici.
Abitudine che non è dannosa per l’animale (a meno che la pianta non sia tossica) quanto piuttosto per noi che amiamo le piante.

Escludendo il problema delle piante tossiche per il pet, che in casa non ci dovrebbero nemmeno stare, occupiamoci di difendere le piante che restano dalle grinfie del nostro micio.

Gli esperti ancora stanno cercando una risposta concorde sulle cause che spingono un carnivoro come il gatto ad addentare le piante.
Probabilmente si pensa lo faccia per un qualche beneficio di sopravvivenza e quindi per una ragione ormai divenuta genetica. Oppure per rifornirsi di fibre alimentari per i processi digestivi. A sostegno di questa teoria c’è il fatto che anche i gatti allo stato selvatico, non solo quelli domestici alimentati a crocchette, alternano alle prede uno spuntino vegetale.

Animali domestici, cosa fare in caso di divorzio

In caso di divorzio o separazione, l’animale domestico si trasforma spesso in oggetto di contesa alla stregua di un vaso cinese. Solitamente viene considerato un bene che appartiene al proprietario legittimo ovvero a chi lo ha acquistato o ricevuto in dono o comunque più fortemente voluto.

Non vogliamo entrare nel merito di questioni legali quanto piuttosto spingere ad un’attenta riflessione quanti stanno pensando di ingaggiare una battaglia a suon di avvocati non tanto per avere con sé il cane piuttosto che il gatto di famiglia per motivi affettivi, quanto piuttosto per assestare l’ennesimo colpo a proprio favore contro l’ex coniuge o l’ex convivente.

E’ essenziale porsi alcuni interrogativi cruciali su chi sia, a conti fatti, il vero proprietario, prima di procedere.

Proctite nel gatto

La proctite è l’infiammazione del retto del gatto. L’intestino crasso è l’ultima parte dell’apparato digerente, composto dal colon e dal retto, arriva fino all’ano. Il colon si estende dalla fine del piccolo intestino al retto. Il retto è l’ultima parte dell’intestino crasso poco prima dell’apertura anale. L’ano è l’apertura dell’ultimo tratto del tubo digerente verso l’esterno.

Cause

  • Estensione della colite (infiammazione del colon)
  • Presenza di parassiti gastrointestinali come ad esempio le tenie o i tricocefali
  • Trauma (da abrasione o da corpo estraneo)
  • Malattia allergica
  • Malattia infiammatoria
  • Tumori
  • Polipi

40mila cani e gatti al freddo nei canili

Sono almeno 40mila i cani che rischiano di ammalarsi seriamente per il freddo in Italia e tra di essi non mancano pure i gatti, soprattutto quelli anziani. Si trovano quasi sempre all’interno dei canili, per non parlare poi dei randagi. Nel primo caso, però, è più facile portare loro un piccolo aiuto come conferma Aidaa che a inizio 2011, chiede aiuto a tutti coloro che amano gli animali. Non servono grosse cifre o enormi spese, ma un sacrificio minimo, come ribasisce l’associazione. ”Donate una coperta o un piumone che non usate piu’ a un canile o a un gattile per aiutare un pet malato a passare queste giornate di ulteriore gelo. E se ne avete la possibilita’ portate del cibo e fate delle offerte anche piccole in denaro per permettere a questi animali di poter vivere e sopravvivere in questo periodo di temperature tremende”.

Pica nel gatto

Pica è il termine usato per descrivere l’ingestione da parte del gatto di prodotti non alimentari. Una forma di pica è la coprofagia, che è l’ingestione delle feci.

Cause

  • Disturbi gastrointestinali: cattiva digestione e malassorbimento, insufficienza pancreatica esocrina, una grave malattia infiammatoria intestinale, linfosarcoma intestinale

Megaesofago nel gatto

Il megaesofago si verifica a causa della diminuita o assente motilità dell’esofago del gatto. L’esofago è il condotto che porta acqua e cibo dalla gola allo stomaco. A causa del megaesofago, per il cibo che passa, tutta la strada verso lo stomaco diventa difficile, e può essere rigurgitato. Questa motilità ridotta provoca solitamente la dilatazione dell’esofago.

Il disturbo può essere presente già alla nascita e manifestarsi poco dopo lo svezzamento, oppure può essere acquisito più tardi nella vita. Esso può essere secondario ad una varietà di malattie che causano disfunzioni neuromuscolari, o può manifestarsi come un disturbo primario per il quale la causa è sconosciuta (idiopatica). La causa può essere associata ad ostruzione esofagea a causa di un oggetto estraneo, stenosi o restringimento, neoplasia (tumore), o alla compressione delle masse adiacenti del petto.

I gatti colpiti possono avere difficoltà a mantenere una nutrizione adeguata a causa della loro incapacità di far giungere cibo allo stomaco, e dunque potrà registrarsi una perdita di peso. Essi possono anche sviluppare una polmonite secondaria a causa del rigurgito e dell’aspirazione dei prodotti alimentari nei polmoni.
Il megaesofago è stato riscontrato sia nel cane che nel gatto, ma è molto più comune nei cani. Il megaesofago congenito è raro ma è stato documentato nel gatto siamese.

Megacolon nel gatto

Con megacolon si intende  un’estrema dilatazione accompagnata da scarsa motilità del colon, di solito associata ad un accumulo di materiale fecale e all’incapacità del gatto di evacuare.

La maggioranza dei casi (il 62 per cento) è idiopatica, il che significa che non vi è alcuna ragione evidente per lo scatenarsi della condizione. Alcuni casi sono secondari, il che significa che qualcosa ha interferito con la defecazione normale per un periodo di tempo prolungato, causando stipsi cronica, con conseguente megacolon. Recenti studi hanno dimostrato che i gatti con megacolon idiopatico hanno un difetto nella capacità del muscolo del colon di contrarsi.

Il megacolon può verificarsi in gatti di qualsiasi età, razza o sesso anche se la maggior parte dei casi si sviluppa in gatti di mezza età (l’età media di insorgenza è di 5,8 anni). La maggior parte dei casi riguarda i gatti maschi (70 per cento maschi, 30 per cento femmine). Il megacolon può  essere frustrante e difficile da affrontare per l’animale.

Quando Fido diventa vegetariano

La frutta e la verdura sono indispensabili per la salute di Fido, ma mai affidarsi ad una dieta fai da te. Come avviene per le persone, pure per gli amici a quattro zampe, infatti, è necessaria una alimentazione equilibrata, magari valutata insieme ad un buon veterinario. E’ altrettanto certo che i chili di troppo non fanno bene neppure agli animali, ma per rimettere in forma un cane o un gatto non si può optare per un menù vegetariano scritto dal padrone stesso. Il divieto è tassativo soprattutto per il micio, in quanto ha bisogno della carne e di una importante sostanza che contiene: la taurina. Si tratta di un aminoacido che non riesce a produrre da solo.

Esofagite nel gatto

L’esofagite è un’infiammazione dell’esofago. Ci sono una varietà di cause e non c’è una maggiore predisposizione in base all’età, alla razza o al sesso del gatto.

Cause

  • Ingestione di sostanze chimiche irritanti
  • Ernia iatale
  • Corpo estraneo nell’esofago
  • Reflusso di succo gastrico causato, tra le altre cose, dall’anestesia generale

Iperestensione del carpo nel gatto

Le lesioni da iperestensione carpale nei gatti producono un crollo dei legamenti che sostengono la parte posteriore del carpo nel polso con conseguente incapacità del gatto di mantenere la posizione eretta normale.

L’infortunio può sfociare nella zoppia che progredisce gradualmente fino a mostrare un aspetto scomposto del carpo. La zoppia di solito persiste e porta a significativi cambiamenti artritici nelle articolazioni colpite.

Non c’è una particolare predisposizione di razza, età o sesso. Più comunemente, la lesione è il risultato di un atterraggio sbagliato sulle gambe anteriori da un’altezza significativa come una finestra del secondo piano.

Crescita irregolare dell’arto nel gatto

La deformità angolare dell’arto nel gatto è la crescita dell’arto in forma anomala o storta che deriva dallo sviluppo anormale delle ossa. Le deformità dell’arto sono più comuni nell’avambraccio (radio/ulna), ma possono essere riscontrate anche nella parte inferiore della coscia (tibia/perone).

Le lesioni subite dalle ossa in crescita possono portare a una deformità dell’arto. Questo può capitare, ad esempio, se il gattino viene investito da una macchina, calpestato pesantemente o chiuso per sbaglio in mezzo alla porta.

La forma storta delle ossa provoca anomalie anche nelle articolazioni, con il rischio più alto di sviluppare artrite e in generale dolore.